Bici a Parma, solo chiacchiere da Grillo parlante?

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Ho letto le pagine relative alla mobilità del programma elettorale del neosindaco di Parma Federico Pizzarotti. Un progetto davvero poco ambizioso. Sì, ci sono spunti interessanti, si parla di mobilità come riconquista della città, dei suoi spazi e delle sue funzioni da parte degli abitanti, dei cittadini non patentati e non automuniti. Ma queste sono chiacchiere e a guardare bene questa riconquista passa attraverso una serie di azioni che, anche una volta attuate, non rappresenterebbero certo quella rivoluzione copernicana della politica delle pubbliche amministrazione di cui parlano Grillo e il suo movimento.

Mettiamola così: se un sindaco analfabeta di mobilità come Alemanno avesse già realizzato gli interventi che promette oggi Parma (riorganizzazione della rete dei bus, moderazione della velocità nelle vie residenziali, ampliamento e riqualificazione della rete ciclabile, nuova politica della tariffazione della sosta…) potremmo essere relativamente soddisfatti. Ma è assai deludente che Pizzarotti e un movimento che fino a ieri dicevano di voler capovolgere tutto puntino a un pacchetto così povero. Peraltro si tratta di promesse elettorali, poi bisogna fare i conti con la realtà e vedere cosa davvero porta a casa…

In questi casi si dice sempre: “diamogli tempo”. Io invece a Pizzarotti vorrei dare un paio di numeri e un suggerimento. Tra i due punti più distanti dell’intero centro abitato ci sono meno di otto chilometri. In altre parole chi si muove all’interno di Parma in bici va dall’inizio alla fine dell’abitato in poco più di 20 minuti. Ed è sulla base di queste considerazioni che mi sento di dare a Pizzarotti un suggerimento: lascia perdere cose come la promozione dell’auto elettrica o la nuova politica dei parcheggi. Ma toglili proprio ‘sti benedetti parcheggi all’interno della città. Niente più auto: Parma, la prima città del mondo demotorizzata. In un’area urbana che non va oltre gli otto chilometri si può chiudere benissimo tutto al traffico privato e affidare la mobilità al trasporto pubblico, al car sharing, alle biciclette e ai piedi. Per farlo basta avere il coraggio di farlo. Dimostrando così che non si è solo un Grillo parlante.

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