Ora si cambia la mobilità urbana (poi non dite: “io non lo sapevo”)

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E’ deciso: dal 5 al 7 ottobre a Reggio Emilia si terranno gli Stati Generali della bicicletta e della mobilità umana promossi da #salvaiciclisti, Anci, Legambiente e Fiab con la collaborazione dei parlamentari che hanno proposto la legge sulla sicurezza di chi usa la bici come mezzo di trasporto, primi fra tutti Francesco Ferrante, Roberto Della Seta e Marco Perduca.

Gli Stati Generali non saranno solo un momento di dibattito e riflessione. Saranno soprattutto un’iniziativa di proposta, un’azione collettiva per vincolare le pubbliche amministrazioni a una serie di interventi in grado di cambiare il modo attualmente congestionato e inquinante di muoversi in città. Per poter ottenere questo risultato bisogna essere in tanti, serve l’adesione dei singoli e serve l’adesione delle organizzazioni che si occupano di qualità urbana dai più diversi punti di vista: dalla sicurezza stradale allo smog e al rumore, dal trasporto pubblico a quello pendolare, dal recupero degli spazi degradati alla riqualificazione delle periferie, dalla solidarietà al rilancio della coesione sociale, al commercio equo…

I soggetti citati all’inizio promuovono l’appuntamento, ma non sono i depositari dell’evento, lo hanno soltanto avviato. Agli Stati Generali serve il contributo e la partecipazione attiva di tutti, dei singoli, delle associazioni e delle organizzazioni di categoria. Faccio qualche nome? I primi che mi vengono in mente sono quelli delle associazioni ambientaliste, Wwf e Greenpeace. Poi ci sono le associazioni dei familiari delle vittime della strada, le mamme antismog, ovviamente le ciclofficine e i tanti gruppi locali che si occupano di ciclabilità e pedonalità, i centri sociali, il variegato movimento degli orti urbani e del commercio equo e solidale. E poi i sindacati, la Uisp, l’Arci, Libera, i sindacati, le Acli, Slow Food, i comitati di quartiere. E ancora alcune realtà imprenditoriali e alcune aziende di servizi, gli istituti di ricerca sul,a mobilità e le università.

Qualcuno può chiedere: ma cosa c’entrano Libera con gli orti urbani o Slow Food con le biciclette? Per me la risposta è scontata: una città che recupera le sue agorà, che recupera i suoi spazi di aggregazione, che riscopra la coesione sociale e la qualità della vita, non solo si muoverà meglio, in maniera più sana, più sicura, più sostenibile, ma sarà anche più attrezzata per opporsi all’illegalità (quella diffusa e quella organizzata), sarà più esigente rispetto alla qualità dell’urbanizzato, avrà un atteggiamento diverso rispetto al cibo e ai chilometri che percorre prima di arrivare al ristorante o al supermercato.

Insomma, all’inizio di ottobre a Reggio Emilia serve il contributo di tutti quelli che già oggi quotidianamente spendono le proprie energie per rendere questo Paese migliore. Insieme si può sperimentare la capacità della cosiddetta società civile di proporre un modello di sviluppo diverso per le aree urbane, insieme si può ottenere un grande risultato. Se avete il coraggio di provarci insieme a noi siete in benvenuti. Altrimenti continuate pure a occuparvi solo del vostro striminzito orticello.

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