Gianluigi Barone, fondatore di Ri-Show, taxi a pedali a Milano

I taxi a pedali sono un “bike business” diffuso in molti paesi del mondo, come taxi alternativi a quelli motorizzati ma anche per tour guidati per i turisti. A Milano Gianluigi Barone ha fondato la Ri-show, che vanta clienti di primo piano ma è ancora frenata dalla burocrazia.

VeloLeo

Ciao Gianluigi, presenta il tuo business in breve.
La Ri-Show è la prima concessionaria di pubblicità e organizzazione di eventi con veicoli eco compatibili, che vengono inoltre noleggiati per tour turistici nei centri delle città e nelle zone turistiche.

È la tua attività principale? Che lavoro facevi prima di aprire questa attività?
Sì, è la mia attività principale. Mi sono sempre occupato di comunicazione, prima come account in Armando Testa, poi come direttore di sede in Publitalia, quindi in Media & Communication Services, centro media del gruppo Young&Rubicam e Havas, poi direttore del gruppo di comunicazione Mario Mele & Partners. In Publikompass per ideare e realizzare eventi in sinergia con la Juventus.

Com’è nata l’idea di fondare la Ri-Show?
Durante un viaggio a Berlino, mi sono imbattuto nei Velotaxi. Questi veicoli (VELOLEO) in Germania, circolavano per il centro di Berlino con a bordo turisti accompagnati da un driver pedalatore a fare dei tour per la città. Così mi venne in mente l’idea di importare questi veicoli in Italia per offrire lo stesso servizio.

Quanto capitale hai dovuto investire all’inizio?
Sono partito con l’acquisto di 10 VELOLEO con un investimento di circa 100 mila euro e poi i costi di costituzione della società e gli altri costi necessari per il suo avviamento. Gli unici costi direttamente dedicati alla Ri-Show per la propria attività, oltre a quelli classici sono l’assicurazione dei VELOLEO e il garage. Al momento i VELOLEO disponibili sono 15.

Da chi hai ordinato i veicoli e perché?
I Velotaxi sono costruiti e commercializzati dalla Veloform, multinazionale tedesca di cui la Ri-Show ha preso l’esclusiva per l’Italia. La mia scelta è stata obbligata perché era l’unica produttrice al mondo dei Velotaxi originali.

Quali canali di comunicazione hai utilizzato per far conoscere la tua attività a Milano?
Per la clientela intesa come veicolo a disposizione dei turisti è bastato uscire alcuni giorni per Milano, la particolarità dei veicoli e la loro unicità ha creato intorno ai VELOLEO un grandissimo interesse sia da parte dell’opinione pubblica che dei mass media. Poi i canali sono stati la realizzazione di due siti internet: veloleo.it dedicato ai turisti, ri-show.it dedicato agli utenti pubblicitari.
Molte altre occasioni di comunicazione sono state e continuano a essere eventi dedicati al pubblico: la settimana del Salone del Mobile, le settimane della Moda, per gli opinion leader e gli eventi dedicati alla sostenibilità in genere e alla mobilità.

Chi sono i vostri clienti principali?
Per quanto riguarda i nostri clienti per il trasporto delle persone, sono soprattutto turisti giapponesi, cinesi, russi, tedeschi e inglesi.
Per i problemi legati alla burocrazia italiana, il servizio da noi offerto, non ha ancora espresso appieno il suo potenziale, nel momento in cui saranno risolti questi problemi, prevedo un incremento esponenziale, soprattutto in previsione di Expo 2015.
Per quanto riguarda la pubblicità queste sono particolarmente multinazionali o aziende italiane che hanno condiviso le caratteristiche di unicità, sostenibilità e simpatia, a titolo di esempio: L’OREAL, Ferrarelle, Mondadori, Gruppo Rizzoli, Bosch, Gancia, ecc. Poi ci sono le agenzie di pubblicità, di eventi e di Relazioni Pubbliche.

Hai clienti fissi/partnership con altre attività?
È notizia proprio di questi giorni la chiusura di un accordo con alcuni alberghi del centro di Milano per poter offrire ai loro ospiti un servizio dedicato e la possibilità di essere accompagnati a fare dei tour turistici o per fare shopping nelle vie più importanti e famose.
Per quanto riguarda gli utenti pubblicitari, molte aziende che hanno investito nei VELOLEO tendono a riutilizzarli

Quanti dipendenti hai o ti avvali di soli collaboratori occasionali?
Al momento collabora con me una persona e i drivers pedalatori, tutti assicurati, vengono chiamati di volta in volta quando ci sono eventi e campagne pubblicitarie remunerate da sponsor. Questo aspetto lo tratterò più avanti.

Quanto guadagni?
Al momento un ventesimo di quello che potrei guadagnare se mi si consentisse di operare in maniera più semplice e al passo con gli altri Paesi europei. È interessante sapere che i driver, chiedendo solo mance, riescono a guadagnare dai 60 ai 120 euro al giorno.

L’attività sta crescendo?
Compatibilmente con il periodo di crisi internazionale e con i problemi burocratici legati al Codice della Strada, c’è una grande attesa per la nostra attività. Siamo assolutamente certi che lo sviluppo nei prossimi anni sarà molto interessante, anche perché il turismo è uno dei settori più promettenti.

Pensate di aprire l’attività anche in altre città?
Sì. Oltretutto riceviamo decine di telefonate al mese di persone che vorrebbero i nostri VELOLEO per svolgere l’attività in città diverse da Milano, personalmente ci stiamo attivando per partire a Roma e Firenze dove ci sono già contatti avviati con i Comuni e con eventuali partner.

Com’è il trend in altri Paesi?
Le nazioni dove i Velotaxi sono molto attivi sono quelle dove la cultura ecologica e l’attenzione alla mobilità sostenibile è un dato di fatto e soprattutto dove non esiste una burocrazia assolutamente cavillosa come quella nostra. Germania, Danimarca, Giappone, Inghilterra e Francia, con la Spagna sono i Paesi dove il Velotaxi è una realtà da svariati decenni.
Il trend è in crescita.

Quali sono i problemi con la burocrazia italiana?
È il problema più grande che stiamo affrontando da svariato tempo. Al momento il Codice della Strada italiano definisce il “triciclo” come veicolo a tre ruote a motore a scoppio. Questa interpretazione, assolutamente soggettiva e diversa da tutte le definizioni date dagli altri Codice della Strada al mondo (e anche qualsiasi enciclopedia o dizionario), non ci consente di svolgere né il servizio taxi né tanto meno il Noleggio Con Conducente, cosa che invece è autorizzato a svolgere il triciclo definito dal Codice della Strada italiano. In sintesi, se il nostro VELOLEO fosse munito di un motore a scoppio potremmo operare, il che andrebbe contro ogni regola di creare un trasporto ecologico, cosa che sta succedendo in tutto il mondo.
Questa situazione pone grandi freni allo sviluppo dei VELOLEO, per esempio non possiamo chiedere soldi alle persone che trasportiamo, se non una mancia. Ci stiamo adoperando a livello nazionale affinché venga modificato l’articolo del CdS e quindi fare in modo che i drivers pedalatori possano noleggiare dalla Ri-Show i VELOLEO e diventare dei piccoli imprenditori di se stessi, come succede nella maggior parte dei Paesi europei e mondiali.

Ciao Gianluigi ed in bocca al lupo!

Veloleo “bikegnomics”

Veloleo Ri-show

Bikegnomics” sono le vignette di Matteo Luzzana per l’inchiesta “Bike Business“.

Commenti

  1. Avatar romeo boscolo ha detto:

    Una curiosità: negli anni 50′ i tricicli dei materassai, fruttivendoli, gelatai, e altro, non erano contemplati nel codice della strada? O è stato tanto modificato da trascurare tali veicoli? e i moderni cicli a tre ruote come sono catalogati?
    Un saluto e ancora un in bocca al lupo a Gianluigi

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