Quando il cicloattivismo diventa una chiave di posizionamento sul mercato

Se il tuo marchio si chiama Specialized, Trek, Giant, BMC, Pinarello, Colnago, Canyon, Focus (etc.), allora sai già che la cara vecchia strategia può essere vincente: ne metti una sotto il culo del campione di turno e quello te la pedala sotto gli occhi attenti della comunità mondiale per tutto il percorso del Tour de France fino alla sfilata, magari in maglia gialla, sugli Champs Elysée. Nella peggiore delle ipotesi te la caverai con una fuga di un’ora durante a quale la TV inquadrerà ogni tanto qualche dettaglio del tuo prodotto. La speranza è che un giorno uno entri in un negozio dicendo: “buongiorno, vorrei una bici come quella di Nibali perché la mia va troppo piano”.

tour de france
Se però, per un motivo o per l’altro, il tuo marchio non è potuto entrare nel walhalla dei supermarchi, probabilmente ti serve una strategia diversa. Una potrebbe essere quella di sponsorizzare i campioni di altre discipline, oppure puntare su qualcosa di differente, magari partecipando a un sentire sempre più diffuso all’interno del tuo target group.

Una strada è quella del cicloattivismo e su cui un numero crescente di marchi, anche di grande rilievo, stanno puntando da qualche tempo a questa parte.

SELLE ROYAL

Il primo caso in ordine cronologico è quello di Selle Royal, azienda veneta e che ha come payoff un perentorio “support cyclists”. L’annunciato supporto ai ciclisti non è solamente un claim, ma è una strategia di sviluppo dell’azienda che passa per il finanziamento di attività di lobby, di eventi volti a promuovere l’uso della bicicletta (es. VeloLove) e per la promozione di attività che utilizzano la bicicletta come strumento per cambiare la società (Worldwide Cycling Atlas). A questo poi si aggiungono prodotti che parlano la lingua del cambiamento, come i coprisella antipioggia in lattice che lanciano messaggi al mondo esterno.

BROOKS

Brooks England, altro colosso del mondo delle selle, quest’anno ha fatto uno scatto in avanti e, resosi conto che in molte occasioni il segmento cyclechic coincide con quello di chi, avendo rinunciato da tempo all’uso dell’auto e alle relative spese, ne è diventato un fervente oppositore, ha creato una campagna pubblicitaria rivolta proprio a questi ultimi. Il claim è semplice: “stopping traffic since 1866” e ritrae una serie di bici che bloccano altrettante auto. La logica di fondo sembra essere “se i nostri prodotti ti sembrano cari forse dovresti smettere di buttare soldi nella tua macchina (che non è neanche cool)”.

brooks

EXPOBICI

Per concludere, l’ultimo esempio viene da chi si ritrova a racchiudere al proprio interno tutto il mondo della bici: Expobici, la Fiera di Padova, che quest’anno (20-22 settembre) si presenta con un look veloruzionario che ha tolto di mezzo la pratica sportiva (vedi edizioni precedenti) per lasciare spazio a un pugno chiuso che tiene ben salda una bici rievocando in questo modo lo spirito battagliero della Critical Mass.

expobicicritical-mass-ii

Insomma, il dado della comunicazione sembra tratto. Tutto sta adesso a capire chi lo saprà interpretare nel modo migliore e a utilizzare il cambiamento in atto nelle nostre abitudini di trasporto per affermare sul mercato i propri prodotti convertendo la buona pubblicità in vendite.

Commenti

  1. Avatar antonello ha detto:

    Selle Royal e Brooks però sono la stessa azienda. Quindi immagino che sia naturale una certa coerenza nella comunicazione.

    1. Paolo Pinzuti Paolo Pinzuti ha detto:

      Selle Royal e Brooks appartengono alla stessa azienda, ma sono marchi diversi che si rivolgono a target group diversi e in quanto tali rispondono a logiche diverse. Fanno parte del gruppo anche Fizik, Crank Brothers e Pedaled, eppure la loro comunicazione va in una direzione diversa.

  2. Avatar Federico ha detto:

    .. e non hai citato noi (ma posso capirti…) che cerchiamo di rivoluzionare la tradizione, nel nostro piccolo! :) Nel caso ti venga voglia di fare un giro sul nostro sito >> xerpa .it
    Ciao a tutti… e che RIVOLUZIONE SIA!

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