Dal Rio Chezzo a Vercelli in mountain bike

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Ottoetrentadue minuti esco al bar di Umberto e dopo aver bevuto un caffé per darmi la giusta carica salgo in sella della mia Merida 29er, finalmente uscita dal letargo invernale, ed esco dall’abitato di Vercelli in direzione Roasio, per farla breve saranno 38 km di asfalto per raggiungere Roasio, e tolto il primo tratto sulla statale SS594 fino all’altezza di Albano Vercellese ho percorso strade secondarie fino a San Giacomo Vercellese e poi la SP64 fino a S.Maurizio a Roasio, strade tranquille e decisamente poco trafficate, circa 1h 30 per arrivare al ponte sul torrente Giara che mi porterà a Casa del Bosco.

Mappa

Altimetria

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Traccia gps gps-santiago Mappa kml Mappa del percorso

Aggirata la chiesa, credo, di Santa Caterina di Villa del Bosco inizia la ampia salita sterrata che altro non è che una strada taglia fuoco, finalmente priva di fango, saranno da qui circa 30′ di salita impegnativa, a tratti con rampe dalle pendenze quasi estreme e fortunatamente a tratti pianeggiante per poter riprendere fiato, si supera uno spiazzo dove si incrocia una strada che scende sulla destra, ma noi proseguiamo dritti e superata ancora qualche blanda rampa si inizia a scendere, il fondo è sdrucciolevole e a tratti con molte pietre mobili, occorre prestare attenzione a non far correre troppo la bici perché visto il fondo è facile perdere il controllo del mezzo!

Si arriva in breve ad un altro spiazzo, la Bocchetta delle Ovasine, guardando il cartello con la mappa di fronte a noi si prenderà il sentiero ben marcato alla nostra sinistra che segue in discesa l’andamento tortuoso della montagna, è un sentiero tecnico che richiede una discreta padronanza del mezzo, il sentiero a tratti è molto esposto e presenta un paio di ponticelli in legno che richiedono attenzione, per i biker esperti è un vero e proprio parco giochi! Al fondo valle si deve attraversare il Rio Chezzo, attraversato il Rio il sentiero diventa più morbido e leggermente in discesa, da qui non vi sono più grossi ostacoli e si può pedalare tranquillamente, si attraverserà ancora una volta il Rio dopo di che il sentiero diventerà una strada gippabile, ancora una breve discesa e si arriva alla Cappella Monchezzola e all’omonimo rifugio di proprietà dell’Associazione Nazionale Alpini, sezione Valsesiana, Gruppo di Serravalle. Dal rifugio uno sterrato pianeggiante ci porterà all’abitato di Piane Sesia.

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Normalmente quando parto da Roasio mi porto a Martellone per poi proseguire su sentieri fino ad arrivare al castello di Vintebbio, in questo caso ho optato per la statale per una breve sosta in un bar per reintegrare almeno parte delle energie spese, rigenerato proseguo verso la statale in direzione Vintebbio e giunto alla rotonda svolto a destra alla prima uscita, svolto subito a sinistra su una stradina nascosta in mezzo al bosco, qui parte inesorabile una salita ripidissima in cemento, da prendere con molta calma o il rischio di esplodere sarà davvero concreto, arrivati ad un bivio si svolterà a sinistra, solitamente c’è una sbarra che ne evita la circolazione alle auto, aggirata si prosegue su una strada sterrata che a brevissimo ci porterà ai ruderi del castello di Vintebbio, oltrepassato il castello si scende prestando molta attenzione, per i paurosi o più tranquilli consiglio di scendere a piedi lungo la scalinata mista legno-pietre che picchia giù verso l’abitato di Vintebbio, a breve il sentiero diventa più percorribile e superata una brevissima galleria fra le abitazioni si svolta a destra per proseguire lungo il selciato dell’abitato del paese.

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Usciti dalle case teniamo la destra per portarci nuovamente su una strada sterrata che passerà dietro l’insediamento della GESSI, seguiamo sempre la salita, a tratti molto impegnativa, abbastanza lunga da sfiancare gambe e mente, l’ultimo tratto in cemento è ad una pendenza davvero estrema, ma superato questo ostacolo la cima è praticamente raggiunta, il rifugio degli Alpini di Lozzolo e la piccola cappelletta sovrastano la cima. Superato il rifugio si prosegue sulla strada tagliafuoco, si susseguono tre sali scendi non lunghissimi ma dalle pendenze sempre impegnative, siate prudenti durante le discese per le numerose pietraie che fanno perdere il controllo del mezzo facilmente, ai lati della strada si aprono numerosi sentieri e single track, che potrete trovare nelle mie numerose tracce GPS, ma oggi visto il chilometraggio ho optato per la più breve e veloce strada principale, dopo aver superato il ripetitore RAI ho proseguito fino a raggiungere la sbarra che evita il passaggio alle auto, li sulla destra si apre un sentiero in mezzo al canalone, non molto simpatico ma fattibile con molta cautela, da qui si sbuca sui vitigni di Gattinara, si svolta a sinistra su una carreggiabile sterrata e sinuosa che segue il profilo collinare e scende fino a Gattinara passando vicino alla Torre delle Castelle, uno degli ultimi resti delle fortificazioni medievali (con il castello di San Lorenzo), risalenti al XII-XIII secolo ed oggi simbolo della città.

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Giunto a Gattinara la direzione da prendere è quella di casa, Vercelli, esattamente la SS594 e giunto in prossimità della rotonda svolto di Via Giuglio Cesare e proseguendo lungo la strada che a breve diverrà sterrata, si passeranno gli abitati di Lenta, Ghislarengo, Arborio e giunti a Greggio si entra nel Parco naturale Lame del Sesia, poi ancora si prosegue verso Albano V.se e Oldenico passando per la Riserva naturale speciale Isolone di Oldenico, ancora pochi chilometri di argini e strade bianche e chiudo la mia avventura.

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