Piste ciclabili veloci, verso un ciclismo urbano senza barriere

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Da qualche anno si sente parlare sempre più spesso di superstrade ciclabili (o autostrade, anche se questo termine è un po’ un ossimoro). Si tratta essenzialmente di piste ciclabili a scorrimento veloce in cui ogni dettaglio, dalle dimensioni alla pavimentazione, è pensato per garantire ai ciclisti un ritmo di pedalata sostenuto per lunghe distanze. A Copenhagen esiste già qualche percorso ciclabile veloce e presto sarà realizzata una rete di 500 km con queste caratteristiche, così anche nei Paesi Bassi, Francia e Svezia, e lo stesso è in programma a Londra nell’ambito del nuovo biciplan annunciato lo scorso anno dal sindaco Boris Johnsons.

Ecco qualche caratteristica costruttiva indicata dall’ECF che le superstrade ciclabili, o piste ciclabili veloci, devono avere per essere definite tali.
• lunghezza di almeno 5 km;
• larghezza minima di 3 metri se monodirezionale, 4 metri se bidirezionale;
• separazione dal traffico pedonale e motorizzato;
• assenza o quasi di pendenze impegnative;
• pochi stop e incroci;
• pavimentazione liscia;
• buona manutenzione (anche e soprattutto in inverno), illuminazione efficiente e “stazioni di servizio” aperte h24;

Ma perché si è cominciato a parlare di superstrade ciclabili? Il motivo è semplice e spiega anche perché questo tipo di infrastruttura si è diffusa per prima in Olanda e Danimarca. In questi paesi infatti il tasso di ciclisti urbani è molto alto e recentemente si è assistito ad un aumento notevole di bici da trasporto, come le cargobike, e questo ha fatto sì che le piste a disposizione siano diventate sempre più trafficate penalizzando chi è abituato a pedalare più veloce. Da qui l’idea di realizzare percorsi più efficienti e scorrevoli. Una delle prime piste ciclabili veloci – in olandese Snellfietsroute – è stata costruita nei Paesi Bassi nel 2003 per collegare le città di Breda e Etten-Leur. Le caratteristiche rispettano l’elenco di sopra, la pista infatti è lunga 7 km, larga 3,5 metri e dotata di buona manutenzione e di un efficiente sistema di semafori. Un elenco completo delle superstrade ciclabili olandesi è consultabile a questo link.

Ma il più grande progetto di pista ciclabile veloce è in cantiere in Germania, dove entro il 2020 sarà realizzato l’RS1, un percorso di 101 km che collega le principali città della regione del Ruhr. Il costo stimato dell’infrastruttura è di 183 milioni di euro e l’obiettivo è quello di convertire il maggior numero possibile degli attuali 52 mila spostamenti quotidiani in auto in spostamenti in bicicletta, con tutti i benefici che ne conseguono in termini di qualità dell’aria, vivibilità, riduzione dell’incidentalità stradale e migliore qualità della vita per le persone. Un recente sondaggio ha rivelato l’apprezzamento dei cittadini del Ruhr interessati dal progetto, favorevoli per il 63%. Anche a Londra, dove è in programma la realizzazione di quattro Cycle Superhighways, i cittadini si sono dichiarati entusiasti per il 73%.

Anche in Italia nell’aprile del 2014 si è parlato della prima superstrada ciclabile che dovrebbe collegare le città di Firenze e Bologna lungo un percorso di 100 km. Il primo tratto tra Carmine e Oplà è stato completato e l’obiettivo è quello di inaugurare l’opera entro il 2016. Si parla di un sistema di bike lift per aiutare i ciclisti nelle salite più impegnative, stazioni di servizio e punti di ricarica delle batterie per le bici elettriche: insomma un progetto molto ambizioso, verrebbe da dire all’olandese, sperando che venga davvero portato a termine.

Commenti

  1. Avatar flavio ha detto:

    Ancora una notizia che ci casca sulla superstrada ciclabile Firenze-Bologna…. era un pesce d’aprile!
    Controllate pure…. anche il tratto Carmine-“Oplà”, poi!!!!!

  2. Avatar roberto ha detto:

    Parecchi anni fà con il camper ho scorrazzato per tutta l’Olanda una sera all’imbrunire ho imboccato per errore l’ingresso di una ciclabile,vi chiedo avrei mai potuto fare un errore di questo genere in Italia?

  3. Avatar Enrico Balugani ha detto:

    Le 2 differenze grosse tra Olanda ed altri posti sono, infatti, che:
    1) in Olanda chi disegna le piste ciclabili, spesso, e’ una persona che va in bicicletta;
    2) c’e’ un manuale che regola a livello nazionale lo standard delle piste ciclabili.

    Anche in Olanda a volte si costruiscono piste ciclabili fatte male, ma e’ un’eccezzione proprio per questi motivi. Invece a Cesena, mia citta’ natale, per esempio, ci sono variazioni in qualita’ incredibili tra piste ciclabili bellissime (tipo un tratto di quella del fiume Savio) ed altre pergiunta pericolose, tipo quella per andare a Cesenatico.

  4. Avatar roberto ha detto:

    é da parecchio tempo che volevo commentare la mia disapprovazione sui criteri di costruzioni delle nostre “ciclabili” sono veramente incazz…con amministratori comunali che si riempiono la bocca della parola “ciclabile” abbiamo realizzato ecc.,ecc…chiamatela con il suo vero nome marciapiede. Abito nella zone del novarese ci sono parecchi comuni che con cartellistiche invitano o obligano i ciclisti a servirsi di questi tratti di strada,io mi chiedo ma questi dotti ingegnieri sono mai saliti su una bicicletta? evidentemente NO altrimenti non si spiegherebbe perche utilizzano quelle ridicole corsie per installare pozzetti di ispezione dell’illuminazione,i pali stessi dell’illuminazione stradale,poi pozzetti del gas e qualcuno più illuminato ci fà passare anche le griglie fognarie,queste pseudo piste finiscono poi tutte in un punto morto non si capisce bene il perchè!? Vogliamo poi parlare degli avvallamenti che accedono alle proprietà private? vogliamo chiederci perchè queste ciclabili sono sporche?Insomma sono dei veri percorsi di guerra.Un altra cosa che andrebbe rivista a livello nazionale sono i dossi artificiali per intederci quelli larghi circa 60 cm sono per i ciclisti veramente pericolosi è possibile che a nessuno venga in mente di posizionarli in maniera da lasciare spazio per il passaggio di un velocipede? a chì dobbiamo rivolgerci per far pressione su queste tematiche? Scusate per lo sfogo spero solo che parlarne possa smuovere la coscinza di qualcuno.

  5. Avatar Enrico Balugani ha detto:

    In Olanda, le autostrade-ciclabili sono usate soprattutto per le lunghe distanze, per le piccole distanze le normali piste ciclabili sono piu’ che accettabili. La qualita’ e’ molto alta, come evidenziato in questo post: http://www.aviewfromthecyclepath.com/search/label/superhighways. Invece, a Londra e in molte altre parti, le autostrade-ciclabili sono solo delle normalissime piste ciclabili di mediocre qualita’ (per gli standard Olandesi); il punto di vista di un inglese che ora vive in Olanda si puo’ trovare qui http://www.aviewfromthecyclepath.com/search/label/london%20superhighways

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