La colpa è sempre dei ciclisti (mai dei giornalisti)

Scrivo da oltre un anno su questa testata giornalistica, ma ogni volta che qualcuno mi chiama “giornalista” mi corre un brivido lungo la schiena.

Non sono un giornalista: non ho il tesserino e non ho mai neppure tentato di diventare pubblicista. La mia formazione accademica e postaccademica mi ha portato a imparare molte cose, tra queste, non rientra il giornalismo, ovvero la capacità di riportare le notizie per come sono.

Preferisco dire che mi occupo di marketing e di comunicazione, ovvero di raccontare come le cose dovrebbero essere e diventare, perché la realtà, alle volte, è troppo orripilante per essere presa in considerazione.

Oggi ho appreso della morte di un ragazzino di 16 anni investito a Monza mentre tornava in  bicicletta dalla riunione con gli scout. Pare che il conducente che l’ha investito facesse uso di sostanze stupefacenti. Questa cosa è già di per sé abbastanza agghiacciante, a metterci il carico da 11 è arrivato un tweet inviato da uno dei principali quotidiani nazionali, repubblica.it.

La storia è quindi che un ragazzino di 16 anni è stato investito e ucciso da un’automobilista (drogato) mentre (probabilmente) attraversava la strada sulle strisce e, dopo l’impatto, è stato sbalzato di una decina di metri.
Il tweet riporta, invece, che il ragazzino avrebbe sbandato e che per questo sarebbe stato investito (cazzi suoi, se l’è cercata).

Ecco, io non sono un giornalista, ma se lo fossi e, ancora di più se fossi un giornalista di repubblica.it, chiederei che colui che ha scritto quel tweet venga cacciato pubblicamente dalla redazione, per lo meno per la salvaguardia del buon nome della testata giornalistica e dei giornalisti tutti (per poi mettere on line il video della cacciata).

Ma questa sarebbe un’operazione di marketing e non di giornalismo.

Commenti

  1. Avatar ExAndrea ha detto:

    Infatti io non facevo differenze di veicolo ma solo un appello al rispetto altrui che sia su strada, in un condominio, in fila alle poste ecc. ecc. ma tanto so perfettamente di chiedere l’impossibile.

  2. Avatar ExAndrea ha detto:

    Perdonate l’intromissione ma secondo me il problema non sono le auto o le moto o le biciclette ma le persone. Io sono automobilista da 30 anni, sono stato motociclista per 25 anni e uso la bicicletta 2 o 3 volte la settimana per cui non faccio il portabandiera di nessuna categoria.
    Quello che mi sento in dovere di denunciare è la totale assenza di rispetto ed educazione nei confronti del prossimo da parte della stragrande maggioranza degli utenti della strada (pedoni compresi), vige la regola del furbo e cioè; io faccio quello che mi pare e se agli altri non sta bene che vadano aff….ulo.
    Bisognerebbe cambiare la mentalità dell’ italiano medio (cosa impossibile) per ottenere qualcosa, fino a che la violazione delle regole, il menefreghismo, l’arroganza e la mancanza di rispetto saranno un motivo di vanto e un modo per dimostrare quanto sono”furbo”, continueranno ad esserci sempre più incidenti con le ovvie conseguenze.
    Ho perso molti amici sulle strade sopratutto tra motociclisti sempre uccisi da veicoli che non avevano rispettato la precedenza o non avevano segnalato una svolta ecc. ecc.
    Le persone devono capire che non sono le sole al mondo ma ci sono anche gli altri e se uno pretende rispetto deve essere anche il primo a darlo.
    Scusate lo sfogo.

    1. Avatar Pedalare ha detto:

      ExAndrea: anche col massimo rispetto delle regole del codice della strada può capitare un incidente. Se sto guidando un’auto le conseguenze saranno inevitabilmente più gravi rispetto alla bici. Non si possono omogeneizzare tutti i mezzi di trasporto, riconducendo il tutto alla mancanza di educazione. Se ci si mette alla guida di un’auto, al posto della bici, si sta accettando automaticamente di far correre un rischio maggiore agli altri. Inoltre il rispetto è molte cose: è evitare di far respirare sostanze cancerogene agli altri (al massimo in bici produco sudore, puzzolente quanto vuoi ma non ha mai ucciso nessuno, al contrario dei gas di scarico), rispetto è evitare di fare rumore (preferiresti avere una camera da letto vicino ad un’autostrada trafficatissima o a una pista ciclabile trafficatissima?). Davvero, l’auto e la bici non sono paragonabili nel rispetto al prossimo.

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