Cicloeremia, viaggio in bici fra i paesi abbandonati dell’appennino abruzzese

bici su prato

foto di Ezio Colanzi

Non è facile scrivere la recensione di un libro come questo. Forse la cosa migliore è iniziare citandone un passaggio:

Dalla mulattiera scendo alle Pagliare di Fontecchio. Lo stridore del freno incide il silenzio molte volte. Pochi edifici, alcuni sono stati recuperati, compreso la chiesa che è chiusa. Il portone sembra in legno buono e ben rifinito. Mi accontento di fare qualche foto all’esterno.
C’è una cappa umida che impedisce di vedere il cielo. In un borgo abbandonato nella nebbia si può pensare ai fantasmi. Dovrei stare attento a notare lenzuoli bianchi sospesi a mezz’aria. Ma no. Quassù, ora, pure un fantasma si sentirebbe solo. O magari sono presenza simpatiche, di quelle che ti nascondono il cappello mentre ti volti. E poi perché dovrebbero odiare uno che viaggia in bicicletta.
Ho sempre pensato a un paese abbandonato come a un luogo di passaggio, un luogo nel quale le persone sono arrivate, sono rimaste e sono partite ancora verso molte mete, Italia del Nord, Stati Uniti, Argentina. Di più mi ha spinto la voglia di esserci. In bicicletta è meglio perché serve uno sforzo corporale, la velocità giusta, nessun finestrino mi separa da questo. Ora conta stare nell’Appennino, lasciarsi contagiare da questo silenzio ampio, attraversare l’abbandono in una volta e uscirne illeso.

Ecco, il libro è così. Cosa aggiungere?

È un testo semplice, ma denso come solo la semplicità sa essere. Poche parole, frasi brevi, spesso senza verbo.

I protagonisti sono fantasmi, alcuni eterei, alcuni in carne ed ossa.

Si vedono boschi, prati e case abbandonate. Si odora il fumo di qualche raro caminetto, o la terra bagnata dopo un temporale. Si toccano con rispetto gli oggetti abbandonati nelle case da chi ha scelto di lasciare l’appennino. Si gusta il cibo offerto da chi ha invece scelto di restare. Si ode il vento… o era l’ululare di un lupo?

Potreste leggere questo libro in un’ora, ma sbagliereste. È un libro che invita alla riflessione: ogni capitolo dura solo due o tre pagine, ma quanti ricordi, sensazioni, scambi e pedalate ci sono dietro!

Il libro è stato scritto da Ezio Colanzi, ed è un diario del suo viaggio in bici fra i paesi abbandonati dell’appennino abruzzese. Avevamo già conosciuto Ezio quando ci aveva mandato questo articolo, una versione ridotta del suo diario. Potete seguire il progetto di Ezio sul suo sito www.cicloeremia.com. Qui sotto un video di presentazione del libro e la scheda con tutti i dati per l’acquisto:

Ezio Colanzi, Dove tornano le nuvole bianche – Viaggio in bicicletta nell’Abruzzo abbandonato, UAO Edizioni 2015, 110 p. 9€, in vendita anche su amazon.it

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