Mauritius in bici, alle origini

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Texel, Olanda, 1° maggio 1598. E’ un venerdì di primavera, il cielo è sereno e il vento del Mare del Nord spazza via le ultime nuvole. L’ammiraglio Cornelius Van Neck e il suo vice Wybrandt Van Warwyck salpano dall’isola di Texel al comando di una flotta commerciale di otto navi. Destinazione: Bantam, isola di Giava, Indonesia.

Poudre d’Or, Mauritius, 7 novembre 2015, ore 10. L’estate mauriziana tarda ad arrivare, la brezza spira verso l’entroterra e l’aria è fresca. Mi dirigo a sud con l’intenzione di percorrere la costa est dell’isola. Per una distrazione, all’altezza di Roches Noires proseguo dritto e invece di seguire il litorale mi ritrovo all’interno del Bras d’Eau National Park. La strada taglia il parco all’ombra degli alberi, le nuvole sono cariche e poche gocce d’acqua filtrano dalle chiome, una piazzola indica la partenza di un sentiero: è il Nature Trail dell’omonimo parco. Lo imbocco e mi regalo un fuoripista inatteso, pedalando ora sul sentiero sterrato ora su cumuli di foglie secche.

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Capo di Buona Speranza, primi di agosto 1598. La navigazione procede regolare. Van Neck e Van Warwyck seguono le rotte marittime tracciate dal cartografo Petrus Plancius nella sua “Nova et exacta Terrarum Tabula geographica et hydrographica”. Dopo aver costeggiato l’Africa attraverso l’Oceano Atlantico, circumnavigano il Capo di Buona Speranza e puntano in direzione del Madagascar. Sono trascorsi tre mesi da quando i due ammiragli olandesi sono salpati da Texel, isola del Mare del Nord. La rotta verso l’Indonesia è ancora lunga e piena di insidie, ma ne varrà la pena – si dicono a vicenda – torneranno in patria da eroi e con le navi cariche di prodotti esotici da vendere nei mercati di tutta Europa.

Belle Mare, Mauritius, ore 12. Riprendo a pedalare lungo la costa, il cielo si è aperto ed è diventato di un blu intenso, le poche nuvole sono basse, il vento soffia dal mare adesso leggermente increspato. A Belle Mare la sabbia è bianca e la spiaggia deserta.

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Île Sainte-Marie, Oceano Indiano, 28 agosto 1598. Il mare è inquieto, le acque sono agitate da giorni. A largo del Madagascar una tempesta si abbatte sulle otto navi della Compagnia olandese delle Indie orientali. I due ammiragli non riescono a tenere insieme i pezzi e la flotta è costretta a separarsi. Van Neck, al comando di tre delle otto navi riesce a sbarcare in Madagascar, da cui riprenderà il viaggio verso l’Indonesia. Van Warwyck e le tre navi restanti sono ancora in balìa del mare.

Trou d’Eau Douce, Mauritius, ore 14. Un piacevole silenzio avvolge questa tranquilla località costiera, al cui centro si trova una chiesa gotica che è anche il sito di maggiore interesse. Alla spicciolata arrivano comitive di turisti, qui solamente di passaggio e in attesa di prendere un traghetto verso Île aux Cerfs, a un pugno di miglia a largo della costa. Dopo i primi 30 chilometri è ora di uno spuntino, all’altezza della chiesa gotica la strada devia a sinistra dove sorgono alcuni modesti ristoranti locali; ne scelgo uno che sarà poco più grande di una stanza, tutto in legno e con l’esterno pitturato di celeste.

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A largo del Madagascar, 17 settembre 1598. Le acque sembrano essersi placate ma le cinque imbarcazioni al comando di Van Warwyck, Amsterdam, Zeeland, Geldria, Utrecht e Vriesland sono danneggiate. La rotta è stata smarrita e tra l’equipaggio regnano lo sconcerto e la desolazione. All’alba dell’ennesima giornata senza destinazione, il vice ammiraglio intravede un profilo all’orizzonte: un’isola, Terra!

Grand River South East, Mauritius, ore 16. La strada ripiega all’interno, collinosa per brevi tratti e sempre più prossima alle montagne a ovest. Il sole è basso e coperto dalle vette delle Bambous Mountains, i raggi si riflettono sulle acque dell’insenatura da cui proviene il fiume Grand River South East prima di gettarsi nell’oceano. I pescatori hanno smontato da un pezzo e le barche dondolano al ritmo leggero delle onde.

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Grand Port, 20 settembre 1598, domenica. A bordo dell’imbarcazione Amsterdam, quella capitanata da Van Warwyck, è tornata un briciolo di speranza. L’ammiraglio ordina ai suoi ufficiali Bower e Jolinck di far attraccare le navi e cercare un riparo sicuro. Sulla rotta verso l’Indonesia, dopo quasi cinque mesi di navigazione la spedizione olandese sbarca su un’isola deserta. Le darà il nome “Maurits”, in onore del principe Maurice di Nassau.

Vieux Grand Port, Mauritius, ore 17. Arrivo in questo piccolo villaggio di pescatori nel tardo pomeriggio. E’ qui che gli olandesi, primi abitanti dell’isola, devono essersi insediati dopo il loro arrivo oltre quattro secoli fa.
Ascolto il mare scuro, adesso calmo, svelarmi i suoi segreti: storie e avventure di viaggiatori di ogni epoca arrivati fin qui.

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Mappe

Antica mappa Mauritius

Antica mappa della costa di Mauritius del navigatore Johannes van Keule | fonte: wikipedia

Nota già in passato agli arabi e ai malesi, Mauritius rimase disabitata fino all’arrivo degli olandesi nel 1598. Nel 1507 furono i portoghesi ad avvistarla per primi, ma l’isola non fu ritenuta utile ai fini commerciali dell’impero e venne dimenticata per quasi un secolo.

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