Il GRAB e il Parco dell’Appia Antica

Una petizione chiede al governo italiano di intervenire per liberare dal traffico motorizzato l’Appia Antica, la Regina Viarum con oltre duemila anni di storia che oggi viene percorsa dalle macchine ed è ostaggio dei motori. L’appello ha raccolto quasi 5.500 firme e gli organizzatori invitano a sostenere questo grande progetto di ciclopedonalizzazione a tutela del Parco dell’Appia Antica: “Purtroppo – nonostante già Napoleone sognasse di trasformare in parco archeologico tutta la zona monumentale dall’Appia Antica al Colosseo e ai Fori – la Regina Viarum è ancora oggi spesso soffocata da un intenso traffico motorizzato”.

VELOLOVE_APPIA_ANTICA_PEDONALE_GRAB

Le giornate di chiusura saltuarie decretate a più riprese dai sindaci della Capitale sono servite a poco o a nulla: secondo i promotori della petizione è necessario invertire decisamente rotta e rendere l’Appia Antica totalmente pedonale e ciclabile. L’Appia Antica con i suoi 2.300 anni di storia e il fondo stradale in basolato che in diversi tratti è ancora quello delle origini è una macchina del tempo, un racconto itinerante di secoli di storia tra catacombe, templi e mausolei.

Per far vivere questo museo a cielo aperto, riservando il passaggio solo a pedoni e ciclisti e sfruttando l’enorme potenziale turistico ed economico dell’Appia Antica. La Regina Viarum è il cuore del GRAB, il progetto del Grande Raccordo Anulare delle Bici di Roma portato avanti da VeloLove, Legambiente, Touring Club Italiano e tante altre associazioni. La realizzazione di questa ciclovia su un’Appia Antica libera dal traffico può produrre green economy e green jobs e dare un impulso al cambiamento della città.

Martedì 15 dicembre, a 50 anni dalla prima legge di tutela del Parco dell’Appia Antica, a Roma si terrà una conferenza stampa per fare il punto della situazione in merito a riflessioni sul presente e proposte operative per il futuro:

GRAB_CONFERENZA_STAMPA_15_DICEMBRE_2015

Introdurrà i lavori Alberto Fiorillo (responsabile aree urbane di Legambiente) e interverrano Franco Iseppi (presidente del Touring Club Italiano), Rossella Muroni (direttore generale di Legambiente), Giuseppe Roma (delegazione romana del Touring Club Italiano) e Mario Tozzi (commissario straordinario del Parco Regionale dell’Appia Antica). La battaglia per la ciclopedonalizzazione dell’area archeologica dal Colosseo alla Regina Viarum continua: la petizione online si può firmare qui.

Commenti

  1. Avatar Filippo ha detto:

    Cari amici,
    vorrei provare condividere alcune considerazioni in merito: l’idea di pedonalizzare la Via Appia Antica dal tratto tra via Appia Pignatelli e Via Ardeatina non ha in effetti alcuna motivazione di salvaguardia del turista e/o di creare un percorso “storico”: questo tratto di strada infatti è completamente privo di cenotafi, tombe, mausolei, marmi e/o di reperti di qualsiasi interesse e la pavimentazione è fatta a “sampietrini” e non ci sono tratti di basolato antico. Anzi è un tratto di strada che è costeggiato da alti muri dietro i quali ci sono case e/o terreni privati e di conseguenza il percorso di questo tratto di strada non presenta particolari attrattive di interesse. Ciò peraltro e ampiamente dimostrato dal fatto che nei giorni feriali i turisti che percorrono questo tratto di strada sono inesistenti mentre sono poche decine quelli che la percorrono nei giorni festivi. Peraltro nei giorni festivi già vige un divieto di circolazione ai mezzi privati e questo si che andrebbe monitorato con telecamere, ancor più nel tratto dell’Appia Antica da Cecilia Metella in poi dove realmente insistono numerosi cenotafi e reperti mentre molte macchine sfrecciano li sul basolato antico.
    Inoltre esattamente parallelamente al tratto di Appia Antica tra Appia Pignatelli e Ardeatina si stende il meraviglioso percorso (peraltro pedonale) all’interno del complesso Salesiano delle Catacombe di San Callisto: un percorso di grande interesse, nel verde e decisamente preferito dai turisti rispetto all’Appia.

    Di contro la ripercussione sul traffico per i cittadini sarebbe drammatica obbligandoli ad immettersi obbligatoriamente sulla Via Ardeatina creando un enorme sovraccarico all’incrocio con la Via delle Sette Chiese (Largo dei Martiri delle Fosse Ardeatine), il quale è già ad oggi ampiamente congestionato e rallentando in maniera drammatica i tempi di percorrenza.

    Queste considerazioni partono dalla SPERANZA CHE NON SI VOGLIA REALMENTE TAGLIARE L’APPIA ANTICA E L’ARDEATINA IN DUE all’altezza dell’incrocio tra queste due strade.
    Se realmente l’Appia e l’Ardeatina venissero interrotte, come qualcuno paventa, sette giorni su sette, allora sarebbe un totale disastro per il flusso cittadino.
    Gran parte del traffico si riverserebbe su Via Ardeatina, Via delle Sette Chiese e Via Cristoforo Colombo con conseguenze realmente preoccupanti.

    Purtroppo ci tocca constatare che queste operazioni sono molto spesso operazioni di facciata, “gridate”, ma che non prendono in considerazione oltre ai benefici anche le problematiche che arrecano alla cittadinanza.
    Sarebbe stato utile confrontarsi con i comitati di quartiere e studiare meglio il traffico del quadrante e magari immaginare anche soluzioni alternative e/o di aiuto, non solo decidere “pedonalizziamo!” e punto.

    Grazie dell’attenzione.
    Filippo Antonacci

    1. Avatar Manuel Massimo ha detto:

      Gentile Filippo Antonacci, in merito alla sua riflessione le inoltro la risposta che ci ha inviato Alberto Fiorillo (responsabile aree urbane di Legambiente e coordinatore del Progetto Grab).

      Caro Antonacci,

      il tratto che va dall’Arco di Costantino al primo miglio dell’Appia Antica e poi alla chiesa Domine Quo Vadis? – a piedi sono circa 3.000 metri – è quello più importante ai fini dell’accessibilità e della fruibilità dell’intera area archeologica. Il traffico, costante e pericoloso, rappresenta un elemento di degrado e soprattutto una frattura tra il sistema museale a cielo aperto Fori-Colosseo-Palatino-Circo Massimo e il museo a cielo aperto dell’Appia Antica. E’ come se per passare da un’ala all’altra del Louvre o degli Uffizi si fosse costretti ad attraversare una strada ad alto scorrimento. La Roma antica, dalla colonna Traiana all’Appia Antica è un ininterrotto museo a cielo aperto. E in un museo un Paese civile non può più permettere che entrino le automobili.

      Sul fatto che il percorso di questo tratto di strada non presenti particolari attrattive di interesse direi che abbiamo opinioni estremamente contrastanti. Sepolcro degli Scipioni, Domine Quo Vadis, Catacombe di San Sebastiano, Arco di Druso, il Museo delle Mura… e l’elenco potrebbe continuare.

      Grazie del suo intervento

      Alberto Fiorillo
      Responsabile Aree Urbane Legambiente
      Coordinatore Progetto Grab

      1. Avatar Filippo ha detto:

        Buonasera Alberto Fiorillo,
        sono d’accordo con lei e prendere atto che Roma è tutta un “museo”, ma di certo non posso seguirla nel ragionamento che “non si può entrare in automobile in un museo” quando parliamo in effetti di una città, quando parliamo di circa 4,5 milioni di persone che giornalmente la frequentano, ci vivono, ci lavorano e la devono inevitabilmente attraversare.
        Il paragone con il percorso di poche decine di metri da fare per spostarsi da un’ala all’altra del Louvre mi sembra un po forzato. Se veramente volessimo seguire questo ragionamento allora dovermmo completamente chiudere la città e farne un museo a cielo aperto, sfrattando tutti i residenti.

        Tralasciando quindi questa provocazione, sottolineo che il mio intervento riguardava il tratto di Appia Antica che va dall’innesto di via Appia Pignatelli e l’incrocio di Via Ardeatina. Ribadisco che in questo tratto non ci sono elementi di particolare interesse: tutti quelli che lei cita, mi spiace contraddirla, non insistono su questo tratto, tranne le Catacome di San Sebastiano che però sono all’interno del meraviglioso percorso (che corre esattamente parallelamente al tratto di Appia Antica ed è peraltro già pedonale) all’interno del complesso Salesiano delle Catacombe di San Callisto: un percorso di grande interesse, nel verde e decisamente preferito dai ciclo-turisti rispetto all’Appia.

        Questi (il GRAB) sono interventi indubbiamente di grande valore e utilità per la città, ma devono essere fatti considerando, oltre ai benefici, anche le problematiche che arrecano alla cittadinanza. Sarebbe utile studiare meglio il traffico del quadrante e magari immaginare anche soluzioni alternative altrimenti si rischia di farsi belli facendo felici pochi ciclisti domenicali, complicando però la vita di centinaia di migliaia di cittadini.

        Saluti
        Filippo Antonacci

  2. Avatar Stefano ha detto:

    La Regina Viarum è il cuore del GRAB? Ma se dal percorso “ufficiale” del GRAB l’Appia Antica viene percorsa per i primi 2 km che sono marginali e, ad eccezzione di PSS, privi di attrattive. Il Parco Archeologico e le vere bellezze sono state (inspiegabilmente) tagliate dal GRAB.

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