Dopo la COP21, la conferenza del clima delle Nazioni Unite tenutasi a Parigi a ottobre 2015, il tema della qualità dell’aria e dei cambiamenti climatici è stato via via marginalizzato dal sistema dei media generalisti, lasciando le prime pagine alla cronaca e tornando nell’alveo delle sezioni “ambiente”, “scienza”, “ricerca” lontano insomma dai temi caldi che producono migliaia di condivisioni e alimentano il dibattito. Più recentemente, a febbraio 2016, la decisione del Parlamento Europeo di consentire alle nuovi motori alimentati a diesel di superare del 110% le soglie delle emissioni di ossidi d’azoto (NOx) ha fatto tornare d’attualità il tema: il provvedimento, a favore della lobby delle auto, è passato con pochi voti di scarto (grazie al voto favorevole del drappello leghista capitanato da Matteo Salvini, ma anche all’assenza di un discreto numero di europarlamentari del Pd che non partecipando al voto hanno di fatto consentito che il provvedimento passasse).
Anne Hidalgo sostiene quindi che “per mantenere questo grande impegno abbiamo bisogno di una regolamentazione ambiziosa e coraggiosa a livello europeo”. A sottoscrivere l’appello anche altri primi cittadini di città europee: Amsterdam, Atene, Barcellona, Bruxelles e per l’Italia al momento l’unica adesione è quella del sindaco di Milano Giuliano Pisapia. Per proteggere la salute dei cittadini, la petizione chiede che la qualità dell’aria delle città sia preservata con azioni mirate a partire dall’imporre alle case automobilistiche parametri più stringenti per inquinare sempre meno. E lo scandalo che ha travolto la Volkswagen ha dimostrato che c’era anche chi barava, dichiarando emissioni inquinanti molto minori di quelle reali.
“Come possiamo proteggere la nostra salute – prosegue il testo della petizione – se l’Unione europea legalizza la possibilità di inquinare ai danni della salute pubblica? Come devono reagire i genitori di quei bambini che soffrono di gravi problemi respiratori, le persone anziane e quelle più fragili? Devono pensare che al loro governo stia più a cuore la salute dell’industria automobilistica rispetto alla loro? Pensiamo che questa decisione sia ingiusta e sbagliata. Come si possono instaurare delle soglie di emissione e poi legalizzare la violazione di quelle stesse soglie? Non è concepibile imporre alle istituzioni pubbliche di rispettare le norme sull’inquinamento dell’aria dando alle case automobilistiche il via libera a violarle“.