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La salita più lunga del mondo in bici: da Paramonga a Conococha

La salita più lunga del mondo, in bici. Era preventivata durante il nostro ultimo viaggio in Perù ed Ecuador e l’abbiamo affrontata.
È un po’ un mito per chi viaggia in bici, come l’Everest per chi va in montagna o Capo Horn per chi va per mare.

Altimetria di Paramonga
La salita più lunga del mondo in bici

Sono 123 Km di ascesa, che da zero portano a 4.100 metri del passo vicino al minuscolo villaggio di Conococha. Raccontata cosi fa quasi paura e sembra un’impresa epocale. Invece tutto sommato è fattibile, impegnativa ma fattibile. In teoria la pendenza media dovrebbe collocarsi intorno al 3, 3,5%… ma questa è la teoria.
Le cose sono un poco diverse. Infatti per i primi 50 chilometri la pendenza quasi non si avverte. Si passa dal livello del mare fino a circa 750 metri. Una pendenza davvero minima, raramente oltre il 2% , che infatti abbiamo affrontato con rapporti quasi da pianura.
Sono gli altri 63 chilometri che rendono la salita impegnativa. È vero che le pendenze arrivano al massimo all’8%, ma farli quando la quota passa i 3.500 metri rende il procedere decisamente più difficoltoso. Inoltre non c’è respiro. Non esiste un solo metro in piano e men che meno in discesa.

Da tenere molto bene a mente che si sale dal livello del mare a oltre 4.000 metri in poco tempo, per cui l’adattamento all’alta quota in sostanza non viene fatto. Il rischio del mal di montagna è alto, il mio consiglio personale è di cominciare l’assunzione del Diamox almeno un giorno prima di cominciare la salita (ricordiamo di assumere farmaci solo sotto stretta sorveglianza medica, ndr e, nel caso si iniziassero ad avvertire primi sintomi del mal di montagna, invertire la rotta o per lo meno fermarsi. È anche uno dei motivi per cui personalmente consiglio di affrontarla dividendola in due giornate.

Si trovano almeno due villaggi lungo il percorso dove ci sono strutture alberghiere. Il primo a Chasquitambo. Albergo carino e moderno con ristorante annesso. Impossibile sbagliare perché si trova un paio di km prima della cittadina e proprio a destra adiacente la strada. Il secondo, come già accennato, quello di Catac. Qui però si deve abbandonare la via principale ed entrare nel villaggio.


Esiste più di una struttura ma tutte piuttosto basic e prive di riscaldamento. Ci si trova già a oltre i 3.000 metri e la notte, quale che sia la stagione, è fredda. Ma soprattutto molto umida soprattutto nei mesi di dicembre gennaio e febbraio per via delle frequenti piogge.

strada con due bici
La salita più lunga del mondo in bici: 123 chilometri per 4.100 metri di dislivello

Va da sé che i mesi migliori per la salita sono i nostri mesi estivi, dove le piogge sono quasi assenti. Altrimenti mettete in preventivo che, soprattutto nel pomeriggio, l’acqua in testa non ve la toglie nessuno. Ma soprattutto le nubi basse lasciano l’impressione di viaggiare avvolti in una coltre di nebbia e tolgono la visuale del panorama, che pur non essendo straordinario val sempre la pena di essere visto, soprattutto alla fine dove compare la laguna di Conococha e le altissime cime Andine della Cordillera Blanca con vette oltre i 6.000 metri. Lungo tutto il percorso fortunatamente esistono piccoli chioschi dove è possibile ripararsi in caso di necessità e soprattutto alimentarsi e bere.

Se si decide di affrontarla è bene ricordare che al villaggio di Conococha non c’è nessuna possibilità di trovare un luogo ove dormire per cui, per coricarsi, occorre aggiungere altri 44 km fino al villaggio di Catac.
E purtroppo il tragitto, pur in leggera discesa, presenta altre salite, per la verità non impegnative, ma siamo sempre oltre i 4.000 metri slm. E a questa quota tutto è più complicato.
È proprio la mancanza di un posto dove dormire le principale ragione che ci ha impedito di organizzare la salita in un giorno solo. Ma credo che sarebbe stato parecchio difficile lo stesso perché, rischi del mal di montagna a parte, viaggiando con i bagagli le salite diventano, ovviamente, più lente e richiedo uno sforzo decisamente maggiore.
Inoltre essendo in zona equatoriale le giornate vengono parimenti divise tra giorno e notte, 12 ore di luce e 12 di buio. Dopo svariate esperienze in Sud America mi viene naturale sconsigliare di viaggiare col buio da quelle parti. In ogni caso io non lo faccio mai.

Se a qualcuno arrivasse notizia che esistono salite più lunghe, cortesemente, evitate di comunicarmelo . Io ho già dato!

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Articolo aggiornato a marzo 2023

Commenti

  1. Avatar Sergio Borroni ha detto:

    studiare medicina e fisiologia prima di scrivere sarebbe meglio…

  2. Avatar Paolo B. ha detto:

    Ma come si fa a consigliare l’assunzione di un farmaco come il Diamox con la stessa naturalezza di un gel isotonico.
    Il Diamox è un farmaco, vero e serio, che può dare effetti collaterali anche devastanti e permanenti, sì, anche se assunto sotto stretto controllo medico.
    Questo si chiama doping e caratterizza non l’atleta ma l’uomo mediocre, quello che cerca la prestazione con la chimica e non con le proprie capacità emulando, con i farmaci, il vero atleta.
    In quota come negli altri sport non si deve usare il doping, si deve acclimatare il corpo ed essere preparati atleticamente. Stop.
    Si mediti attentamente prima di pubblicare certe scemenze, gravi e puerili che possono danneggiare le persone, quelle fragili, che cadono nella trappola del consigliere “so tutto io, fidatevi”.

    Paolo, atleta e alpinista d’alta quota

    1. Paolo Volpato Paolo Volpato ha detto:

      Ciao Paolo, grazie per il tuo commento. Abbiamo aggiunto un avviso nel testo.

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