5. Costruire una ruota: le tipologie di raggiatura

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Con il termine raggiatura si indica il numero di incroci che effettua un raggio prima di giungere al cerchio. Dato che la scelta di un tipo di raggiatura rispetto a un’altra influisce sulla lunghezza dei raggi, è bene capirne le differenze e le destinazioni d’uso, in modo da definire la migliore per noi e per la ruota che andremo a costruire.

Le diverse tipologie di raggiatura

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C’è un termine inglese che definisce in modo immediato cosa sia una raggiatura, poiché nel mondo anglosassone si usa la parola “pattern”, che si traduce come “disposizione”. Infatti la raggiatura non è nient’altro che la disposizione dei raggi nell’insieme della ruota. Sulla base del numero di incroci (o “cross pattern”, per mantenere la dicitura inglese), esistono differenti tipi di raggiatura:

fonte: bikerumor.com

fonte: bikerumor.com

Radiale: il raggio non incrocia alcun altro raggio prima di giungere al cerchio. Si tratta di una tipologia di raggiatura molto usata nelle ruote anteriori per bici da corsa, poichè consente di usare pochi raggi e quindi di alleggerire il tutto. Non è però consigliata per le ruote posteriori (che sono più stressate dalla presenza della cassetta) né per le ruote con freni a disco;
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Seconda: il raggio incrocia altri due raggi prima di giungere al cerchio. Gli incroci si realizzano sempre nel medesimo modo, ovvero il raggio passa davanti al primo raggio e dietro al secondo incrocio. La raggiatura in seconda è una scelta ottimale per costruire ruote con mozzi e cerchi con pochi fori;
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Terza: un raggio incrocia tre altri raggi prima di arrivare al cerchio (passando davanti ai primi due raggi e dietro all’ultimo). Si tratta della raggiatura più diffusa, che consente di costruire ruote solide, reattive e contenendo comunque il peso. Il suo utilizzo va bene anche per ruote per freni a disco;
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Quarta: un raggio incrocio altri quattro raggi prima di raggiungere il cerchio (passando davanti ai primi tre e dietro all’ultimo, come consuetudine). E’ una raggiuatura che veniva molto utilizzata in passato (quasi tutte le ruote posteriori delle bici da passeggio sono raggiate in quarta) ma che ultimamente sta vivendo un momento di abbandono. Infatti è opinione comune che una raggiatura in quarta offra maggiori prestazioni e un sostegno maggiore rispetto a una ruota raggiata in terza ma grazie all’utilizzo di raggi sfinati ad elevata resistenza a flessione, questo assioma è venuto meno. Ormai la raggiatura in quarta si effettua solo per le ruote posteriori delle bici da cicloturismo, che devono supportare il peso delle borse, oppure per ruote particolari come quelle per bici cruiser, trial o bmx. Non è comunque conveniente usarla su mozzi e cerchi con meno di 36 fori;

Scegliere la raggiatura idonea

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Non esiste una raggiatura perfetta, poiché ogni tipologia ha i suoi pro e i suoi contro. Inoltre esistono delle specifiche situazioni che necessitano di raggiature particolari (è il caso delle 11 velocità al posteriore, che stressano notevolmente la ruota). Per questo solitamente si sceglie di effettuare un tipo di raggiatura sulla base del numero dei fori del cerchio e del mozzo (che devono essere sempre identici), giusto per avere una tabella da seguire nelle diverse situazioni.

N° foriConsigliataOpzionale
24SecondaRadiale
28TerzaSeconda
32TerzaSeconda
36TerzaQuarta

La scelta dei raggi “puntoni” e “tiranti”

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Oltre alla definizione del pattern di raggiatura della ruota, c’è un ulteriore aspetto di cui tener conto, ovvero la scelta di quali raggi destinare a essere “puntoni” e quali “tiranti”. La definizione di queste due tipologie è già stata data nel primo articolo di questa serie sulla costruzione di una ruota, ma è bene rinfrescare la memoria:
Raggi “tiranti”: osservando la ruota di lato, sono quelli che raggiungono il cerchio seguendo una direttiva contraria al senso di rotazione della ruota. Hanno il compito di tirare la forza impressa al mozzo;
Raggi “puntoni”: sono quelli che raggiungono il cerchio seguendo una direttrice che ha il medesimo verso del senso di rotazione della ruota e hanno il compito di “spingere” la forza impressa sul mozzo;

Definire quali raggi destinare alla funzione di “puntoni” e quali di “tiranti” influisce sulla disposizione dei raggi durante la fase di costruzione della ruota. Esistono tre scelte possibili:
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Opzione esterna: sia sulla flangia sinistra che sulla flangia destra i raggi “puntoni” sono quelli esterni, ovvero quelli che poggiano sulla faccia esterna della flangia. Si tratta dell’opzione usata nel 90% dei casi e che si rivela spesso la scelta più consona;
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Opzione interna: i raggi “puntoni” sono quelli che poggiano sulla faccia interna di entrambe le flange del mozzo;

fonte: cyclingnews.com

fonte: cyclingnews.com

Opzione “Shimano”: standard costruttivo definito dalla casa giapponese per le sue ruote a disco, indica che i raggi “puntoni” della flangia destra devono essere esterni mentre quelli della flangia sinistra devono essere interni.

Shimano courtesy

Shimano courtesy

Questa scelta deve essere effettuata per la costruzione di ruote posteriori con mozzi e cerchi Shimano predisposte per freni a disco. Nel caso di ruote anteriori a disco, si può usare l’opzione esterna senza grossi problemi.

Concludendo

Abbiamo quindi approfondito il discorso delle tipologie di raggiatura e della disposizione dei raggi “puntoni”. Ora che abbiamo le idee più chiare possiamo scegliere quale disposizione faccia al caso nostro e finalmente calcolare la lunghezza dei raggi per la nostra prima ruota.

Commenti

  1. Avatar Mario Milliaccio ha detto:

    Apprezzo la tua serietà. Sono sempre a disposizione per conversare sull’argomento ruote, un capitolo della meccanica ciclistica che mi ha sempre affascinato.
    Mario

  2. Avatar Mario Milliaccio ha detto:

    Buon giorno Omar
    un paio di giorni fa avevo scritto un commento evidenziando due grossi errori che hai commesso scrivendo l’articolo sulla raggiatura. Vedo che non è stato pubblicato. Capisco il tuo imbarazzo, però potevi mandarmi una risposta via e.mail anche per intraprendere eventualmente una conversazione sul tema. Leggi il libro “The bicycle Wheel” di Jobst Brant: ci sono cose interessanti da imparare.
    Ti saluto
    Mario

    1. Omar Gatti Omar Gatti ha detto:

      Grazie per i tuoi commenti Mario, ne faremo tesoro per migliorarci continuamente.
      Non sono stati approvati solo perché eravamo occupati nelle altre attività della nostra azienda e non avevamo il tempo di leggere tutti i commenti.
      A disposizione

      Omar Gatti

  3. Avatar Mario Milliaccio ha detto:

    perchè non avete pubblicato il mio commento di oggi?

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