A Montaione e San Gimignano, ospiti della Tenuta Quadrifoglio

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Dopo una settimana di lavoro immersi nel tran tran della vita di città non c’è niente di meglio che partire per il weekend, andando in un posto con aria pulita, poco traffico e itinerari cicloturistici per tutti i gusti. La scelta cade sulla Toscana, terra con strade sinuose che seguono il dolce disegno delle colline regalando panorami con infinite sfumature di verde punteggiate da piccoli borghi medievali. E in particolare San Gimignano che sono curioso di visitare. Parto da Roma la mattina di sabato 19 marzo, sfruttando l’intermodalità bici+treno: Frecciarossa fino a Firenze, poi Regionale per Castelfiorentino con la mia fedele pieghevole al seguito e una borsa in cui ho cercato di portare solo lo stretto necessario.

Nel cuore della Toscana

Alle 11 arrivo a Castelfiorentino, ma la mia mèta finale è un’altra: località Il Castagno, nel Comune di Gambassi Terme, dove sorge la Tenuta Quadrifoglio di 80 ettari immersi nel verde che dalla cima della collina domina la vallata sottostante. Vista l’ora un po’ tarda (la prossima volta prenderò il treno prima!) decido di arrivare in taxi e così i circa 16 chilometri di distanza, con 600 metri di dislivello, vengono coperti in una ventina di minuti. Alle 11:30 arrivo alla Tenuta, sistemo le mie cose nel miniappartamento e mi cambio: ho in programma una bella uscita in mountain bike con la guida locale Franco Paternoster.

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Tenuta Quadrifoglio – Offerta Bike

 

Il primo percorso è abbastanza tecnico e destinato agli amanti del free ride e delle discese in mezzo ai boschi, con salti, sterrato e ruscelletti. Lo hanno realizzato all’interno della Tenuta Quadrifoglio ed è aperto agli ospiti della struttura ma anche agli esterni (previa iscrizione alla Quadrifoglio Free Ride) e le bici possono essere noleggiate anche in loco. La mia pieghevole resta a riposare in camera e salgo su una mtb front equipaggiata con freni a disco meccanici, ruote da 29” e un solido cambio adatto a essere maltrattato. Di solito non pedalo su percorsi off road così estremi perché nella giungla d’asfalto urbana preferisco muovermi con una scattofisso, una bici da passeggio vintage o con la pieghevole: ma sono qui con la voglia di sperimentare e quindi mi butto a capofitto in questa discesa di circa 3 chilometri con curve paraboliche, saliscendi in mezzo alle radici e sterrato con qualche passaggio fangoso.

La forcella ammortizzata aiuta ad attutire le asperità del terreno, ma devo prendere confidenza con i freni a disco – che hanno una frenata molto più potente di quelli a pattino – e soprattutto con la tecnica base: Franco mi dà ottimi consigli “in discesa braccia stese e culo basso”, “col davanti frena poco e dietro frena pinzando”… insomma, si deve trovare il proprio equilibrio in sella e non bisogna inchiodare altrimenti si rischia di cadere, nonostante le coperture generose (2,2” davanti e 2” dietro) perché le buche e le radici vanno prese dal verso giusto. In alcuni tratti, scendo dalla bici: un po’ per fermarmi a immortalare il panorama e il percorso, un po’ perché come primo approccio con lo sterrato va bene così.

Dopo circa una ventina di minuti raggiungiamo il laghetto che si trova al centro della Tenuta Quadrifoglio: sul fango secco ci sono le impronte dei cinghiali della riserva di caccia che ora sono nascosti nel bosco. Con la bici a mano guadiamo un piccolo torrentello e poi passiamo sull’altro versante della collina: mezza banana per recuperare le forze e si sale su.

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Arriviamo al cancello in circa un quarto d’ora e poi usciamo dalla Tenuta per pedalare su un nuovo percorso. Il primo tratto è una classica strada bianca, con qualche strappetto in cui bisogna mettere il rapporto più leggero e andare anche fuorisella per spingere meglio sui pedali. Dopo un po’ comincia l’asfalto, ben tenuto soprattutto rispetto alle buche di Roma che io e la mia schiena conosciamo (purtroppo) molto bene. Qualche chilometro di strada ci porta sull’itinerario per mtb n. 4, nel Comune di Montaione: si tratta di uno sterrato abbastanza facile con qualche modesto dislivello che conduce al Santuario della Pietrina in circa 4 km. Il panorama che si apre sulla valle vale la pena dello sforzo necessario per arrivare a fotografarlo: con Franco dividiamo una barretta energetica, beviamo un sorso d’acqua e poi ci rimettiamo in sella per tornare alla Tenuta.

La strada del ritorno, come capita spesso, dà l’impressione di essere più corta di quella dell’andata: fatto sta che in una mezz’ora facciamo rientro alla base dove ci aspetta un pranzo leggero ma energetico (pasta al forno con ragù di carne e pollo arrosto con patate). Dopo pranzo un po’ di riposo non guasta e la quiete che regna nella Tenuta è l’ideale per ritemprarsi e rimettersi in forma. I primi 28 km sono andati.
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Pomeriggio all’insegna del relax e aperitivo serale a Montaione con la mia guida di mtb Franco, che mi passa a prendere intorno alle 18:30. Il tramonto che rosseggia sulle colline ci accompagna fino all’arrivo nella cittadina dove Franco mi mostra il negozio di noleggio e vendita di bici che gestisce: Land Hill, dove i turisti di passaggio possono affittare il mezzo più adatto alle proprie esigenze e pedalare nella terra delle colline da soli o accompagnati dalla guida alla scoperta del territorio.

Il (buon) lato enogastronomico

A piedi, Franco ed io raggiungiamo la parte storica della città, che è un antico borgo medievale: in via Roma pedonale i bambini giocano per la strada, pochi passi e raggiungiamo piazza della Repubblica dove mi appunto lo stomaco con una birra artigianale locale e un misto di bruschette presso l’Antica Vineria che, con l’arrivo della bella stagione, davanti al dehors mette le rastrelliere per far parcheggiare comodamente le bici a chi si ferma a mangiare.

Per la cena ho prenotato al Ristorante Boscotondo sulla via Volterrana – a circa 3 chilometri della Tenuta Quadrifoglio – e Franco mi accompagna in auto: entro con la mia pieghevole sottobraccio e do un’occhiata al menu. Cucina tipica toscana e atmosfera familiare: da bere mi faccio portare un rosso della casa e comincio con un antipasto “norcino” misto con salumi e formaggi; di primo pici con sugo bianco di chianina seguiti da cinghiale in umido con olive nere e contorno di patate al forno. Dulcis in fundo una mattonella di gelato ai pinoli presentata con decorazioni di frutta, da guarnire a piacere con il miele. Caffè e conto (con piccolo sconto): 40 euro, cifra tonda e vado via contento.

Sono quasi le 23, la serata è fresca: apro la mia pieghevole e salgo in sella per tornare alla Tenuta Quadrifoglio. La strada è deserta e senza illuminazione: la luna è quasi piena ma rischiara solo qualche tratto, indosso uno smanicato catarifrangente arancione stile lavoratore dell’Anas e le poche macchine che incontro in senso contrario abbassano gli abbaglianti appena il fascio luminoso mi raggiunge. Arrivo a destinazione sano e salvo: come primo giorno posso ritenermi soddisfatto e vado a dormire.

Saliscendi verso San Gimignano

Dopo un buon sonno ristoratore mi sveglio senza fretta: so che il tempo è poco perché ho già fissato il treno di rientro per le 16:06 da Castelfiorentino – ma voglio prendermi i miei tempi perché stare in un luogo così ti fa dimenticare del caos cittadino e ti riconcilia con ritmi più umani: né troppo lenti né troppo veloci, come una bicicletta che procede su un leggero falsopiano. Dopo un’abbondante colazione, mi preparo per il secondo giorno di ciclovacanza: destinazione San Gimignano, città medievale che non ha bisogno di presentazioni e in cui mi sono ritagliato almeno due ore di tempo per una prima visita, con l’obiettivo di tornarci con calma e visitare nel dettaglio le tante bellezze che offre.

TENUTA_QUADRIFOGLIO_BROMPTONIntorno alle 11 parto dalla Tenuta Quadrifoglio che, noto, si trova esattamente a metà strada tra Firenze e Siena e in una posizione strategica per poter raggiungere in giornata, pedalando, città come Empoli e Volterra, oltreché i numerosi borghi medievali disseminati in cima alle colline. Centri cresciuti e sviluppatisi nei secoli nelle vicinanze della via Francigena che ogni tanto spunta fuori e s’interseca con il cammino e le pedalate dei turisti di passaggio. Di domenica mattina il traffico di auto è pressoché assente, incontro invece numerosi ciclisti con bici da strada, da soli e in gruppo, che rientrano dal giretto mattutino: con la mia pieghevole cicloturistica equipaggiata con borsone anteriore suscito un po’ di curiosità.
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Qualcuno risponde al mio saluto con un cenno del capo, altri continuano a pedalare a testa bassa. La strada è tutta un saliscendi, ma in fondo con modesti dislivelli e poco impegnativa per chi è abituato a pedalare: in circa 45 minuti, compresa qualche pausa fotografica, faccio i 15 chilometri che mi portano a San Gimignano.

Si è fatto quasi mezzogiorno: la gente cammina recando in mano ramoscelli d’ulivo, è la domenica delle Palme e io faccio il mio ingresso nella città da Porta San Matteo, percorrendo la salita che conduce a piazza del Duomo con la bici a mano. Tanta gente, qualche turista arrivato come me, pedalando. Non ho qualcosa da vedere in particolare: il posto è abbastanza raccolto, soprattutto per chi è abituato alle distanze di una grande città, quindi comincio a girare per le stradine facendo qualche foto e andando nei luoghi più caratteristici come il belvedere e il giardino della rocca. Nel frattempo mi faccio anche guidare dal mio naso e fiuto l’indirizzo di qualche posto che potrà venir buono per il pranzo, visto che tra una cosa e l’altra si è fatta quasi l’ora di mettere di nuovo qualcosa sotto i denti. Prendo qualche appunto sulle cose da vedere la prossima volta, quando ritornerò con un po’ più di tempo a disposizione e faccio un salto all’ufficio di informazioni turistiche per prendere qualche dépliant.

Incontro un gatto soriano accoccolato su un muretto ma, come si evince dal risultato, non ha tanta voglia di farsi fotografare. Salgo in sella e comincio a pedalare per le strette viuzze, ma in alcuni punti è impossibile per via delle pendenze e della pavimentazione a gradini: però il periplo delle mura, in parte su leggero sterrato, lo riesco a pedalare quasi tutto e rientro a San Gimignano da Porta San Giovanni. Per pranzo la mia scelta cade su Pane e Pomodoro in vicolo dell’Oro, un po’ nascosto ma frequentato anche dai locali: il che depone a suo favore. Bruschettone con funghi porcini e lardo accompagnato da un generoso calice di Vernaccia, il vino bianco tipico del posto, il tutto per 10 euro. E per il dolce faccio qualche passo fino alla Gelateria Dondoli in Piazza della Cisterna: crema Santa Fina (allo zafferano e pinoli, da provare), cioccolato fondente e panna per un cono artigianale in cialda che vale i suoi 2,50 euro.

Arrivederci a presto

CONFINE_FIRENZE_SIENA_CERTALDOSi è fatta l’ora di ripartire: secondo i miei calcoli, che poi per fortuna si riveleranno esatti, impiegherò almeno un’oretta e mezza per arrivare a Castelfiorentino pedalando per circa 25 chilometri e il mio treno parte alle 16:06. Alle 14:15 salgo in sella e comincio a pedalare in direzione Certaldo: primo tratto tutto in discesa, poi un po’ di saliscendi con qualche tratto di sterrato – causa frane – e poi tutta pianura. Il paesaggio, con l’avvicinarsi alla superstrada si fa via via meno bucolico e il traffico di auto aumenta: dopo mezz’ora raggiungo il confine tra la provincia di Siena e quella di Firenze e arrivo a Certaldo, Comune che diede i natali a Giovanni Boccaccio, ma non ho tempo a sufficienza per fermarmi e lo attraverso velocemente: un altro buon motivo per ritornare.
CASTELFIORENTINO_SALITAPer arrivare a Castelfiorentino ci sono due possibilità: la nuova superstrada o la vecchia statale, più lunga ma meno trafficata. Opto per la seconda e in circa una mezz’ora arrivo a destinazione. Giusto il tempo per un caffè e per scattare qualche foto e poi è ora di raggiungere la stazione. Solo due binari, pochi treni in arrivo sulla minitabella luminosa: il mio c’è ed è in orario. Chiudo la bici pieghevole e salgo in carrozza: sono appena ripartito e non vedo l’ora di ritornare. Naturalmente in bici.

 

Tenuta Quadrifoglio – Offerta Bike

 

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Commenti

  1. Avatar Daccordi ha detto:

    Aria di casa…

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