Albania in Bicicletta

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Durazzo – Gramsh – Maliq – Librazhd – Tirana – Durazzo | 4 giorni, 300 km pedalati |
29/12/2011 – 02/01/2012

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Diario di viaggio

albania-in-biciclettaGiorno 1) Durazzo – Gramsh: la nave arriva con due ore di ritardo e comincio a pedalare per le 9 passate con il sole già alto. La periferia di Durazzo è abbastanza povera di panorami, sulla strada piatta procedo veloce senza soste. Ogni chilometro, anche meno, incontro un servizio di lavaggio automobili (lavazh), e gli albanesi sono spesso indaffarati a far brillare le loro vecchie Mercedes. Il paesino di Gose è colorato dalle bancarelle di frutta, insieme con prodotti di ogni genere. Lasciando la costiera per l’interno la strada sale leggermente costeggiando un fiume, l’asfalto è in condizioni pessime, così come le case e gli edifici in generale. Qualche signore mi ferma per chiacchierare ma la comunicazione è davvero difficile. Per le 5 è già buio ma continuo a pedalare nell’intento di raggiungere Gramsh, dove dovrebbe esserci un istituto di monache italiane in cui conto di passare la notte. Nel buio totale l’ennesima Mercedes nera mi affianca, accosta, poi riparte e si ferma di nuovo: mentre io temo chissà cosa esce un ragazzo dall’aspetto tranquillo che mi invita a fermarmi in casa sua per la cena e la notte. E’ un missionario tedesco qui con la moglie e una figlia piccola. Trascorro una piacevole serata in compagnia di Alexander che mi racconta del suo primo anno in Albania.

albania-stradaGiorno 2) Gramsh – Maliq: Alle 6:30 dopo una ricca colazione preparata dal gentile Alexander, mi avvio sulla strada con ancora il buio. Quelli che mi separano da Maliq saranno 80 e piu’ chilometri di ripidi sentieri prima fangosi e poi ghiacciati. Salgo per la montagna senza mai superare i 10 km/h, durante le poche frenate necessarie la bicicletta “scoda” incontrollabile sull’asfalto ghiacciato. Senza alcun copertone da neve, in alcuni tratti sono obbligato a scendere dalla bici e spingere. Risparmiato dal maltempo indicato dalle previsioni, mi ritengo comunque fortunato: non nevica, ed è già molto. Nuovamente in ritardo sulla tabella di marcia, mi ritrovo a pedalare immerso nel buio piu totale. Faccio di tutto però per raggiungere Maliq, paesino di montagna a quasi 1000 metri di quota, dove mi aspetta Algent, un ciclista albanese conosciuto su Warmshowers e con cui mi sono dato appuntamento da Roma. Non potrà ospitarmi ma mi invita comunque per un thè e quattro chiacchiere. Quando entro a Maliq lo trovo nella piazza principale che gira infreddolito mentre mi aspetta. Mi scuso del ritardo e spiego che non mi aspettavo una strada in condizioni così disastrose. Sorride, deve esserci abituato lui. Prendiamo il thè nella locanda di un suo amico dove poi rimango per la notte. Ceno insieme al proprietario e mangio fino a scoppiare. Vado a dormire mentre inizia a nevicare.

albania-ohridGiorno 3) Maliq – Librazhd: Nella camera senza riscaldamenti mi sveglio infreddolito e con voglia di pedalare sotto le scarpe. Scendo per la colazione nella sala dove il termometro segna una rassicurante temperatura esterna di -10°C. Salgo in sella sognando mete esotiche e comodi viaggi in automobile con aria condizionata. Per fortuna la strada dopo Maliq è finalmente degna di questo nome, asfaltata e spalata dalla neve che sui lati invece abbonda. E soprattutto, più o meno piatta. Ogni ora o meno mi fermo per un thè in qualche bar lungo la strada. La temperatura è salita ma fa comunque freddissimo, che avverto soprattutto su mani e piedi. Una breve discesa conduce a Pogradec, in riva al lago di Ohrid. La cittadina è abbastanza turistica (lo è ancora di più l’estate) ma a mio parere non così bella come viene descritta. Dopo un paio d’ore costeggiando il lago si scende a valle verso Librazhd, dove giungo verso le 4 del pomeriggio.
Da qui prendo un autobus che mi porta a Tirana…
Ecco, ora potrei dire che gli 80 chilometri che ancora mi separavano dalla capitale albanese non li ho voluti percorrere perchè dissuaso dalle tante persone che mi hanno avvertito della pericolosità della strada, oppure per avere più tempo di visitarla, per passarci il Capodanno. Beh, balle, la verità è che ero stanco, stremato dal freddo di questa giornata e quella precedente, e con poca voglia di faticare anche il giorno seguente. Non ricordo di esser stato così provato fisicamente da quando nel 2009 valicai un giorno dopo l’atro il Gavia e lo Stelvio. Evidentemente ho sottovalutato il freddo, oppure sono io a non essere più il ciclista dei bei tempi (tre Capodanni fa in Croazia pedalavo senza guanti e dormivo in tenda…)
A Tirana ho giusto il tempo di cenare e crollare dal sonno prima della mezzanotte.

tiranaGiorno 4) Visita di Tirana: dedico la giornata ad una passeggiata in bicicletta nel centro di Tirana, mezzo vuoto per via dei festeggiamenti della notte precedente. Rimando a prossimamente una lettura di approfondimento su “Cosa visitare a Tirana”.
Giorno 5) Tirana – Durazzo: la mattina mi concedo un altro giro per la capitale, ora piu’ frequentata e viva come in un normale giorno feriale. Prendo a pedalare per Durazzo solo nel primo pomeriggio. Come mi aspettavo perdo un bel po’ di tempo prima di trovare la giusta strada. I 40 km che separano le due città sono pressochè anonimi, rivedo comparire come in un film già visto le periferie depresse, le grosse auto con targhe italiane, i lavaggi, ed infine, il mare.

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Commenti

  1. Avatar salvatore quattrocchi ha detto:

    Leggo solo ora il tuo articolo …. essendo intenzionato ad una scorribanda bikepacking da quelle parti vorrei chiederti… Dalla mappa che hai pubblicato sembra tu abbia percorso la maggior parte dei km usando strade statali…è così ?… E un pulman di linea per un trasferimento fino a Tirana …Se puoi mi puoi confermare . Grazie Salvatore

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