Itinerari

Dintorni di Cosenza in bici e il valico di Potame

Per i cosentini il valico di Potame rappresenta un’ottima alternativa al traffico dei fine settimana estivi per raggiungere le coste tirreniche. La strada è percorribile in bici tutto l’anno. Tornando indietro lungo la Valle del Savuto si concludono i 60 chilometri previsti, che attraversano i vigneti di Donnici, riportandoci a Cosenza. Il percorso è impegnativo per i primi 27 km, ma restituisce in stupore per gli occhi la fatica della salita. Nei mesi invernali, si potrebbe trovare neve nei punti più alti, che raggiungono gli oltre 1100 metri di altitudine.
Da Carolei a Domanico

Cenni storici

Bernardino Telesio, filosofo e naturalista italiano del XVI secolo descriveva con queste parole l’amore verso Cosenza: “La mia diletta città potrebbe benissimo fare a meno di me, ma sono io che non posso fare a meno di essa. Essa mi scorre nelle vene ed amo”.

Cosenza è situata nella Valle del Crati ed eccetto in direzione nord, è circondata da montagne. La provincia è per estensione territoriale la sesta più grande d’Italia e, nonostante i 228 chilometri di costa, circa il 60% del suo territorio è caratterizzato da rilievi, mentre il restante 40% da colline e mare. Ragion per cui qualsiasi itinerario in bici che parte dalla città prevede spesso un dislivello rapido e impegnativo che, a volte, arriva quasi a 1000 metri in non più di una trentina di chilometri.

La città, fondata nel IV secolo a.C. dai Bruzi – antico popolo di stirpe italica – è circondata da sette colli. Riconosciuta nel XV secolo come “Atene di Calabria”, conserva orgogliosamente i segni della sua lunga storia e di un’importante tradizione culturale. I due volti della città, moderno ed antico, sono ben rappresentati dalle due aree in cui essa si sviluppa – centro storico e nuova area urbana – delimitate dai fiumi Crati e Busento, la cui confluenza è una dei luoghi simbolici più suggestivi della città. Il centro storico, anche se un po’ decadente, è tra i più grandi e belli d’Italia. Fu Federico II di Svevia (Stupor Mundi), uomo colto ed energico, che in seguito al terremoto del 1184 ridiede splendore ai monumenti storici della città antica, le cui icone sono rappresentate dal Castello Svevo e dalla Cattedrale. Il suo regno fu caratterizzato principalmente da una forte attività di innovazione artistica e culturale, volta a unificare le terre e i popoli.

Mappa

Altimetria

altimetria-potame

Traccia gps | Mappa kml

Ci diamo appuntamento a Piazza Europa e saliamo in sella seguendo Viale della Repubblica. Superata la rotonda dell’ospedale, dopo circa 100 metri svoltiamo a destra imboccando la SP257 in direzione di Carolei – Domanico. Appena lasciata la città, man mano che aumenta il dislivello, la strada che inizialmente è trafficata diventa piu libera. Anche gli agglomerati di case e di ville vanno esaurendosi.

Attraversando la località Vadue di Carolei è probabile trovare un branco di piccoli cani chiassosi, ma innocui. Arrampicandoci lungo la SP257, percorsi i primi 400 metri di dislivello degli oltre 1200 totali, si arriva a Carolei. La zona un tempo era attraversata dalla via istmica che, negli scambi commerciali del Mediterraneo, costituiva un ponte tra Jonio e Tirreno per le colonie magnogreche.
Il paese è abbastanza abitato, c’è qualche b&b e nella piazza principale troviamo la chiesa dedicata alla Madonna del Carmine, con rosone di epoca barocca.

Chiesa Madonna del Carmine

Chiesa Madonna del Carmine

Lasciando i sanpietrini del centro storico di Carolei – dove nacque Alfonso Rendano, compositore e ideatore del pedale tonale per il pianoforte a corda – le ruote tornano sull’asfalto tradizionale.
Lungo la strada si incontrano diversi “casini” (cascine) di ricche famiglie cosentine spesso in condizioni decadenti, ma ancora ricche di fascino. Mezzo secolo fa erano luoghi di incontri familiari e feste aristocratiche lontane dagli occhi indiscreti della città.
Queste colline, durante il Medioevo, diventarono un importante centro agricolo, grazie alle ricche terre coltivate a uliveti.

La giornata regala colori autunnali spettacolari e la strada che unisce Carolei a Domanico, sembra rimasta come sospesa nel tempo. Lungo questo tratto si conserva intatta l’organizzazione agricola di secoli trascorsi, con distese di alberi da coltura, praterie e pascoli.

L’ingresso nel paese di Domanico non è poi così accogliente…arrivando da Cosenza la prima costruzione che incontriamo è il cimitero del paese, il cui portale in pietra locale però è davvero bello e pare rianimare radici, storia e misticismo.

Girando lo sguardo verso sud si riconoscono su un piccolo promontorio i resti dell’antico borgo di Motta di Domanico. Per chi vuole riposare le gambe, prima dell’ultimo strappo che porta in cima, consiglio una visita in questo borgo rupestre (basta seguire la segnaletica).

Motta di Domanico

Motta di Domanico

Noi facciamo una semplice pausa al bar e poi ripartiamo, lasciando verso sud la valle del Fiume Busento, affluente del Crati con il quale confluisce ai piedi del centro storico di Cosenza. Questa vallata è un luogo leggendario per via del mito di Alarico, Re dei Visigoti, che diretto in Africa, dopo il Sacco di Roma, venne bloccato da una malattia in Calabria dove morì.

Valle del Busento

Valle del Busento

E’ proprio alla confluenza dei due fiumi che si narra sia stato sepolto dal suo esercito il Re, con tutto il suo tesoro. Secondo la leggenda le truppe deviarono il corso originale del fiume per far perdere le tracce del patrimonio nascosto.
Attraversato Scorticati, si passa su un ponte di pietra e si prosegue in salita tra boschi di faggio e querce. Quando si vedono i primi pini si può tirare un sospiro di sollievo, qualche altro centinaio di metri e si giunge al cartello d’ingresso di Potame.

La vista sulla Valle da Potame

La vista sulla Valle da Potame

La frazione montana di Domanico è un crocevia di opzioni panoramiche da scegliere.
Una segnaletica ad esempio ci indica la possibilità di raggiungere Monte Cocuzzo, un percorso spettacolare che in dieci chilometri, lungo il crinale della montagna, porta ai piedi della cima più alta della Catena Costiera Tirrenica, per poi scendere fino a Cosenza. Per chi volesse scegliere un ritorno differente dal nostro è un’ottima alternativa.

Monte Cocuzzo visto da Potame

Monte Cocuzzo visto da Potame

Invece procedendo lungo la SP257 si svalica e lo sforzo viene ripagato da una discesa mozzafiato verso la costa tirrenica fino a giungere ad Amantea.
I nostri sensi però ci guidano verso una terza alternativa e giunti alla fine del villaggio, imbocchiamo la SP58 e restiamo avvolti nei colori dell’autunno. Il territorio di Potame segna per noi, con i 1165 metri di altitudine e 27 chilometri percorsi, quasi tutti in salita, il Gran Premio della montagna del giorno!
L’autunno sembra una seconda primavera ed ogni foglia assomiglia ad un fiore.

La strada tra Domanico e Potame

La strada tra Domanico e Potame

Quando ha inizio la discesa, la SP58 diventa SP59. Comincia così un po’ di riposo per le gambe, tra tornanti panoramici e gallerie create dai rami degli alberi. L’asfalto è pericoloso per le bici solo in pochi tratti.

Tornanti

Tornanti

L’unico mezzo che incontriamo è un camion salito per rifornirsi di legna, poi solo silenzio e natura incontaminata.
In mezzo a questa cornice troviamo un angolo di paradiso dove le pecore belano, una poiana sorvola sulla testa e un villaggio di poche case ordinate e decoroso, sembra orgoglioso di mostrare la propria identità. Un luogo bucolico in cui l’uomo ha trovato il suo equilibro con la natura. Una piccola azienda agricola, con arnie, uliveti, maiali e pecore. Il panorama è stupendo. Guardando verso sud-ovest si intravede anche il riflesso del mar Tirreno incanalarsi tra i rilievi.

Arnie

Arnie

Arrivati a fondo valle svoltiamo a sinistra imboccando la più trafficata SP245, direzione Cosenza – A3 Sa-Rc. Quando la strada giunge sulla SP241, la percorriamo sempre in direzione Cosenza, seguendo il rettilineo di Piano Lago; un falsopiano di 4 chilometri, sede principalmente di aziende agroalimentari del territorio.
Attraverso uliveti e vigneti giungiamo a Donnici Inferiore. Negli ultimi anni la zona sta diventando di notevole cultura enologica grazie alla produzione di uve autoctone – gaglioppo e magliocco – da cui maturano pregiati vini calabresi.

Un altro leggero falsopiano di un paio di chilometri prima dell’ultima discesa che, ammirando il Castello Svevo dall’alto, ci riporta a Cosenza, su corso Mazzini; la centrale via pedonale della parte nuova della città dove è installato ormai da anni il MAB, Museo all’Aperto Bilotti, con sculture di artisti come Manzù, De Chirico, Dalì e Modigliani.

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