Gps: waypoint, tracce e rotte

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Abbiamo descritto in un precedente articolo come funziona il sistema GPS, che è in grado di rilevare con precisione la posizione in cui si trova un ricevitore GPS. Sappiamo anche che ogni punto sul pianeta può essere espresso con una coordinata. Bastano questi due princìpi per dare ai ricevitori GPS le funzionalità che più ci interessano: quelle relative alla navigazione, grazie alle quali possiamo seguire un percorso in bici.

È ora necessario introdurre alcuni termini fondamentali, attorno ai quali si fa spesso un po’ di confusione. Si tratta dei concetti di waypoint, traccia e rotta.

Che cosa sono i waypoint

Un waypoint, o “punto del percorso” in italiano, è un semplice punto sul pianeta Terra. Può trattarsi della destinazione finale del nostro viaggio; oppure di una tappa intermedia; o ancora di un punto che identifica una risorsa utile che può servirci durante il viaggio, come una fontana per l’acqua; o infine di un luogo interessante per un cicloturista, come ad esempio un monumento. In questi ultimi casi si usa spesso il termine “point of interest”, o “punto di interesse”, spesso abbreviato in POI. In ogni caso, si tratta di un punto che ci è utile per un qualsiasi motivo. Per individuare questo punto sulla superficie terrestre, è sufficiente una coppia di coordinate.

Ogni ricevitore GPS, conoscendo la posizione in cui si trova al momento e le coordinate del waypoint che ci interessa, può fornire alcune semplici e fondamentali indicazioni: la distanza, e la direzione verso cui pedalare per raggiungere il waypoint. A volte questo è tutto ciò che ci serve. Ma spesso abbiamo bisogno di altre informazioni. Guardiamo l’immagine qui sotto.

spiegazione waypoint gps

Ci troviamo nel punto verde, e vogliamo raggiungere il Waypoint rosso (WP1). Conoscendo solamente le coordinate di questi due punti, il GPS è in grado di dirci solamente che dobbiamo seguire la linea blu, quella che li unisce nel modo più diretto possibile. Lungo quella linea blu però potrebbero esserci ostacoli di vario tipo: montagne, fiumi, o un’autostrada invalicabile. Il percorso più veloce e più sicuro fra il punto verde e il punto rosso potrebbe essere molto più tortuoso di quella linea blu. Potrebbe essere ad esempio la linea marrone; ma affidandovi solamente al GPS non lo potreste sapere.

Dovrebbe essere quindi chiaro che i Waypoint sono utili per avere dei punti di riferimento generali sul proprio percorso in bici; se si è sufficientemente vicini da comprendere la disposizione del territorio attorno a sé, possono anche essere utili per la navigazione; poniamo ad esempio che stiate seguendo una pista ciclabile dritta, e che vediate davanti a voi un piccolo paese in cui c’è una fontana segnata da un waypoint: in questa situazione l’informazione fornita dal waypoint è sufficiente per essere utile, e il GPS potrà dirvi con precisione, ad esempio, quante centinaia di metri mancano alla fontana-waypoint.

Il GPS però può essere molto più utile di così. Grazie alle rotte e alle tracce.

Che cos’è una rotta

Una rotta è un insieme di waypoint, e indica la strada da seguire per raggiungerli tutti. Da un waypoint all’altro, la navigazione avviene esattamente come descritto sopra: in linea retta. È chiaro quindi che più i waypoint sono vicini fra loro (soprattutto nelle curve), più la navigazione sarà precisa. Guardiamo quest’altro grafico (cliccare per ingrandire).

spiegazione rotte gps

 

Come al solito ci troviamo nel punto verde e vogliamo seguire la strada gialla (che non conosciamo). I punti rossi sono i waypoint di cui si compone la rotta. Il GPS ci fa procedere da un waypoint all’altro in linea retta (linee blu). Come potete vedere nella prima parte del percorso, se i waypoint sono sufficientemente densi riescono a descrivere bene le curve del percorso, che possiamo seguire facilmente. Quando il percorso è rettilineo, i waypoint possono anche essere molto distanziati fra loro: non è un problema. Guardiamo però cosa succede nella terza parte del percorso: i waypoint sono stati inseriti nella rotta con poca cura, distanziati fra loro. Ad un certo punto la linea retta blu fra un waypoint e l’altro ci potrebbe far sbagliare strada e imboccare il percorso grigio, se non stiamo attenti. Potrebbero passare anche parecchi chilometri prima che ci accorgiamo dell’errore.

Ecco un altro esempio del fatto che il GPS va sempre usato con il cervello acceso, osservando con attenzione l’ambiente in cui ci troviamo e mantenendo sempre un certo grado di dubbio nei confronti delle sue indicazioni.

Le rotte quindi servono a seguire un percorso sul terreno. E le tracce?

Che cosa è una traccia

Con il termine “traccia” si intende la registrazione del percorso che abbiamo seguito. I ricevitori GPS infatti sono in grado non solo di seguire una rotta dandovi indicazioni fra un waypoint e l’altro; allo stesso tempo, possono anche registrare con precisione il percorso seguito da voi sul campo, chiamato “traccia”. La traccia può non corrispondere con la rotta, ad esempio nel caso in cui abbiate fatto una deviazione temporanea. Inoltre, la traccia può contenere maggiori informazioni sul vostro percorso, come ad esempio il tempo di percorrenza e quindi la velocità istantanea, media e massima.

Abilitare la registrazione della propria traccia è quindi utile se volete analizzare la vostra performance una volta tornati a casa; se volete ricordare con precisione il vostro percorso, incluse eventuali deviazioni; può essere utile anche sul campo, specialmente in zone difficili e con rotte poco precise: avrete così la possibilità di tornare sui vostri passi senza problemi.

Rotte = tracce = rotte

La distinzione fra rotte e tracce sta diventando sempre meno marcata. È una distinzione nata agli albori della tecnologia GPS, quando i ricevitori avevano memorie limitate ed era necessario ridurre al minimo indispensabile il numero di waypoint di cui si compone una rotta. Il fatto che anche una traccia registrata può essere immediatamente trasformata in una rotta da seguire sfuma ancora di più le distinzioni fra i due concetti. Un file in cui si trova una traccia inoltre può facilmente contenere anche una serie di waypoint, diminuendo ancora di più l’utilità concettuale delle rotte.

Per questo su Bikeitalia parliamo quasi esclusivamente di tracce, indicando sia quelle registrate sul campo da chi pedala, sia quelle che forniamo ai nostri lettori, i quali possono seguirle durante le loro vacanze in bici.

Nei successivi articoli vedremo meglio come seguire le tracce, come registrarle, e come analizzarle al computer prima e dopo il nostro viaggio in bici. Per ora la cosa più importante da ricordare è che nel sistema GPS ci sono fondamentalmente due tipi di informazioni: i waypoint, che sono singoli punti di interesse; e le tracce, cioè dei percorsi.

Se volete iniziare a “giocare” con le tracce, ne trovate tantissime nelle nostre mappe dei percorsi in bici.

Commenti

  1. Avatar Ferdinando ha detto:

    Ciao Roberto,

    Grazie per l’interessante articolo, mi sarebbe utile una precisazione, come è possibile (se è possibile) gestire una traccia GPS da 1500 punti quando il mio GPS riesce a gestire al massimo 1000. Posso “spezzare” la traccia in due da 750 punti per esempio magari con un programma software cosi da poterla caricare sul mio apparecchio in due tronconi consecutivi?

    Grazie per la tua risposta

    Ferdinando

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