Il Grande Sentiero Anulare

Quasi vent’anni fa, complice la mia prima mountain bike, cominciavo ad esplorare i sentieri interni al parco dell’Appia Antica. Piccoli tratti di raccordo tra aree verdi, separate tra loro dal flusso di automobili, o sentieri in terra battuta di più ampio respiro nei parchi di grandi dimensioni (parco degli Acquedotti, Caffarella, argini del Tevere…). Man mano che la mia padronanza del territorio aumentava cominciò a frullarmi in testa una fantasia: individuare un sentiero (!) che consentisse di spostarsi attraverso la città evitando il traffico, lo smog, i casermoni di cemento. Ci volle più di un decennio, e la realizzazione dei principali assi ciclabili cittadini, perché tutti i pezzi del puzzle andassero al loro posto a formare il disegno del Grande Sentiero Anulare (G.S.A. per gli amici) ed il mio sogno divenisse realtà. Si era nel 2006, e non trovai strumento migliore per dargli corpo che realizzare un patchwork di ritagli delle mappe di Google e disegnarci sopra una linea verde. Questa è la prima bozza del progetto.

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Il 2006 fu anche l’anno in cui cominciai a percorrere l’anello con regolarità, al ritmo di due o tre volte l’anno, con gruppi di amici ciclisti di diverse estrazioni (escursionisti della Fiab, Critical Massers, ciclisti urbani). Nel 2008 finimmo perfino in un servizio del TG2.

Non sto a tediarvi ulteriormente con la storia completa di questo progetto, dato che è stata raccontata in dettaglio sul blog ad esso dedicato, né la quantità di collaborazioni ed integrazioni suggerite dalle persone che hanno voluto contribuire, e nemmeno i dettagli tecnici che ho scelto per gestire la mole di informazioni necessarie per descriverlo in dettaglio, attualmente disponibili sotto forma di un file maneggiabile con il programma gratuito Google Earth (come spiegato qui). Mi interessa piuttosto spiegare il senso di un percorso che si intrufola, seguendo sentieri sconosciuti a più ed ormai semi-dimenticati, fra le pieghe nascoste della città, per restituirci un punto d’osservazione privilegiato ed un momento di sospensione dalla realtà opprimente della grande metropoli. Quello che segue è il testo, contenuto all’interno del file, col quale il Grande Sentiero Anulare si presenta e si descrive:

“L’intenzione è di tenersi il più lontano possibile dal traffico veicolare e dai suoi pericoli, anche a costo di ricercare passaggi semisconosciuti ai margini del tessuto urbano, trovare varchi nelle reti, cancelli aperti ed altri escamotage di questo tipo. Quello che si rende disponibile in questa raccolta di tracciati è una rete dei sentieri effettivamente percorsi nel corso degli anni, nelle diverse edizioni del “giro del G.S.A.” che ho avuto occasione di guidare. “Sentieri effettivamente percorsi” non significa necessariamente che siano facilmente e comodamente percorribili, il G.S.A. nasce con l’idea dell’avventura, e va ribadito che esula dalle possibilità e dalla volontà degli autori garantire che tutto quello che è stato tracciato e percorso in passato possa esserlo ancora in futuro, che le tracce attraversino effettivamente parti di territorio destinate all’uso pubblico, che i cancelli aperti ed i varchi nelle reti di recinzione siano realmente frutto di un uso consolidato che ne giustifichi la percorrenza. In sostanza il G.S.A. afferma che “noi ci siamo passati”, e come noi probabilmente potranno farlo altri. Al tempo stesso non possiamo né vogliamo assumerci la responsabilità di consigliarvi di farlo e garantire il successo dell’impresa. Sennò che “avventura” sarebbe?

Al di là del “successo di pubblico” tributatogli dai ciclisti, l’idea di sistemare il G.S.A. come una struttura fisicamente al servizio delle esigenze dei ciclisti romani non è tuttavia riuscita a scalfire l’indifferenza della macchina amministrativa comunale. Con una spesa ridicola si potevano sistemare i punti più ostici e dotare l’intero percorso di una segnaletica che consentisse a tutti, non solo ai ciclisti dotati di GPS, di percorrere il tracciato, mettendo a disposizione della città un’infrastruttura ciclabile realmente in grado di collegare tra loro aree diverse e lontane (tutto il contrario della politica di segmenti e spezzoni di piste scollegate tra loro che si è avuta fin qui), ma in sette anni nulla è stato fatto.

Che altro posso fare, a questo punto, se non mostrarvelo dalla prospettiva del ciclista? Ecco quindi quello che viene definito “l’anello base” (all’interno ed all’esterno del quale si sviluppano le ulteriori “varianti”), filmato nel dicembre 2011 e successivamente caricato su Youtube. Settatelo in alta definizione (480px) se la vostra connessione lo consente, mandatelo a tutto schermo e mettetevi comodi in poltrona perché è un po’ lunghetto… (dura tre quarti d’ora!) in compenso vi mostrerà una Roma semisconosciuta agli stessi romani.

Commenti

  1. Avatar Luca Tognoli ha detto:

    Fratello!!! Non sapevo di questo tuo progetto. Nel 2011 ne ho fatto uno anche io analogo a Milano e l’ho chiamato Ignoto Metropolitano. La filosofia è la stessa, un anello attorno alla città di parchi, campi, sentieri, attraversamenti di reti, stradine di campagna, ciclabili, ponti da fare a mano.. il tutto il più lontano possibile dal traffico a scoprire luoghi sconosciuti della città. La mappa è qui http://goo.gl/maps/BKico ed il blog è questo http://ignotometropolitano.wordpress.com/
    Se hai voglia ti provarlo ti ci porto!!

    1. Ciao Luca, incredibile coincidenza di idee ed intenti!!!
      (scusa se ti rispondo così tardi, questo commento mi era sfuggito…)
      Dobbiamo fare un gemellaggio, anzi, meglio , lanciamo il format: “un anello in ogni città italiana”. Ignoto Metropolitano è un bel nome, ma come G.S.A. (che rifà il verso al G.R.A.) poco esportabile fuori dalle metropoli. Suggerirei “Sentieri Urbani” se come nome non è stato già registrato. ^_^

  2. Avatar felino ha detto:

    certo che è impossibile per me se verrò a roma……ma quello che mi ha impressionato sono alcune cose. innanzitutto il racconto di uno che ama la sua città e che città. ma questa città è aggredita dai suoi stessi abitanti. quando vedo zone verdi ancora selvagge non mi esalto. se si lasciano così creano una idea di disordine che aiuta ad abbandonare cartacce e immondizie varie. sono zone verdi enormi che andrebbero curate ancora prima della ciclabile.
    e’ così in tutta italia. c’è chi viene in montagna, si fa la salita con le bottiglie piene e poi non ce la fa a portarle vuote a casa….è insopportabile. Roma vale almeno quanto le nostre montagne.

    1. Io sono dell’idea che non tutto debba essere sistemato ed “aggraziato”. Di selvaggio nel video non c’è nulla, mentre c’è molto di trasandatezza ed abbandono. Per muoversi nei parchi non servono autostrade ciclabili: i sentieri in terra battuta, se fatti a mestiere, vanno benissimo. ;-)

      1. Avatar ulisse ha detto:

        Ciao ma è possibile scaricare la traccia del grande sentiero anulare? Grazie mille

        1. La traccia del GSA è stata rivista nel momento in cui il GSA ha dato origine al GRAB. Puoi trovare la versione più recente qui: https://gsaroma.wordpress.com/guida-alluso/ con le istruzioni per visualizzarla sul pc. Nel frattempo i lettori GPS sono stati integrati negli smartphone, cosa che ha reso il mio lavoro di ‘restituzione’ per pc relativamente inutile. Le tracce GPX della prima versione del GRAB (quella più simile al GSA) le puoi trovare qui: https://mammiferobipede.wordpress.com/2015/06/09/aspettando-lapp-del-grab/

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