In bici da Martina Franca a Cisternino

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Martina Franca, sull’orlo estremo delle Murge sud-orientali, forte di quasi 50.000 abitanti, centro più popoloso della Valle d’Itria, domina con eleganza, dall’alto dei suoi 431 metri sul livello del mare, la splendida distesa verde costellata di trulli e muretti a secco.
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L’antico borgo è senz’altro la maggiore attrattiva dell’intera città. Uno dei pochi centri storici giunto sino a noi attraverso i secoli pressoché intatto. Ricco di stradine caratteristiche, bianche viuzze, palazzi sfarzosi e solenni chiese, è un magnifico esempio di arte barocca.
La presenza umana sin dal neolitico è testimoniata dai ritrovamenti presso uno degli insediamenti più antichi, Monte Fellone.

Le origini di Martina Franca, come borgo, risalirebbero al X secolo, quando sul Monte di San Martino sorse un piccolo villaggio di profughi tarantini, sfuggiti alle continue devastazioni saracene, ed ai quali successivamente si aggiunsero vari gruppi di pastori.

La fondazione giuridica risale invece al 1300 circa, quando Martina Franca fu eletta comune su ordine del Principe di Taranto, Filippo I d’Angiò. Il suo territorio, storicamente situato nella zona che attualmente è denominata Vico Montedoro, consisteva in un castello e nelle due miglia limitrofe di terre, abitate all’epoca da comunità contadine.

Nonostante già agli inizi dell’anno 1000 si abbiano notizie del cosiddetto “Castrum Martinae”, (Castello di Martina), non ci sono comunque solide certezze sulla provenienza del toponimo “Martina”, mentre sembra meno dubbioso il fatto che il termine “Franca” faccia riferimento alle franchigie fiscali concesse ai suoi abitanti per favorire il popolamento di quell’area all’epoca arida, sassosa e boscosa.

Orto delle bici, Martina Franca

Orto delle bici, Martina Franca

Nel corso del tempo la città fu dotata di una muraglia lunga oltre 1.500 metri, e di altre strutture quali torri difensive, porte fortificate e fossati; di queste alcune sono ancor oggi identificabili nell’attuale tessuto urbano.

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Altimetria

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Arrivando da via Carmine e percorrendo via Giambattista Pergolesi e poi via Vincenzo Bellini, arriviamo su piazza XX Settembre, ampia e luminosa. Facciamo il nostro ingresso nel borgo antico passando sotto il bellissimo Arco di Santo Stefano. Prendiamo fiato. Subito piazza Roma ci investe con la sobria eleganza di palazzo Martucci sulla sinistra e con l’imponente fascino di palazzo Ducale sulla destra, sede oggi del Comune.

Porta Santo Stefano, Martina Franca

Porta Santo Stefano, Martina Franca


Palazzo Martucci, Martina Franca

Palazzo Martucci, Martina Franca


Palazzo Ducale, Martina Franca

Palazzo Ducale, Martina Franca

Siamo su via Vittorio Emanuele, splendida, importante e vitale arteria del centro storico sulla quale si affacciano magnifici palazzi. Percorrendola, dopo poche pedalate, arriviamo in piazza Plebiscito, dove sorge la fastosa Basilica di San Martino, perla del barocco martinese.

Piazza Plebiscito, Martina Franca

Piazza Plebiscito, Martina Franca


Basilica di San Martino, Martina Franca

Basilica di San Martino, Martina Franca

Ci lasciamo alle spalle il palazzo dell’Università e la Torre Civica. Proseguendo, poco più avanti, lo spettacolo continua: veniamo accolti, quasi abbracciati, dal raffinato porticato di piazza Immacolata. Il tour non può non continuare. Infatti ad attenderci sono ora i caratteristici edifici che sorgono tra i bianchi vicoli di via Principe Umberto, impreziositi da ricchi balconi adornati da colonnine e doccioni.

Lasciamo Martina con gli occhi colmi di bellezza. La cittadina è ben collegata con le altre realtà della Valle d’Itria. Soprattutto con veloci Strade Provinciali. Mentre in direzione Locorotondo è ben individuabile ed anche segnalato un itinerario ciclabile, così non è invece se si vuole chiudere il cerchio su Cisternino. Potremmo prendere la strada Crocifisso, ma così allungheremmo forse troppo il nostro percorso. Optiamo allora per la breve via Ostuni e la successiva strada Carlo. Pochi chilometri, appena 4, non eccessivamente trafficati e completamente in discesa. In men che non si dica arriviamo all’incrocio con la strada Sor-Luca/Cicerone, e lì comincia il nostro silenzioso paradiso ciclabile personale fatto di pietre, verde e bianco di calce.
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6 chilometri letteralmente immersi nella bellezza attraversando le contrade Portarino, Fantese e San Salvatore. Prima della meta, una sosta su contrada Tanzarella ci regalerà uno scorcio degno del più epico dei selfie: davanti noi, con la faccia forse un po’ stravolta dai continui sali-scendi ma comunque raggiante, alle nostre spalle Cisternino, baldanzosamente arroccata su terrazzamenti a più livelli dal sicuro effetto scenografico.

L’itinerario descritto si sviluppa complessivamente su quasi 10 chilometri. Come già accennato, i primi 4 veloci ed in discesa su strade asfaltate e leggermente trafficate, gli ultimi 6 su placide viuzze di campagna dal buon fondo stradale e caratterizzate dal continuo alternarsi di brevi salite e discese, alcune lievi, altre più impegnative.

Nell’insieme il percorso è facilmente abbordabile da qualsiasi pedalatore munito di una bici in buone condizioni. Alla fine, se la fatica prende il sopravvento, mettete un piede a terra. Non ci sono maglie da conquistare, cronometri da fermare, o classifiche da scalare… Siete in Valle d’Itria, godetevi lo spettacolo.
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