La Gran Bretagna fa sul serio: soldi e riforme per la ciclabilità

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La campagna “#Cyclesafe”, iniziata dal Times un anno fa, sta prendendo sempre più slancio. L’inchiesta “Get Britain Cycling” della commissione parlamentare continua nei suoi lavori, e il governo conservatore-liberale di David Cameron sembra avere preso sul serio la questione.
Un gruppo di parlamentari provenienti dai principali partiti britannici ha lanciato un’inchiesta, finanziata dal Times, per studiare quali siano le misure necessarie per aumentare il numero di ciclisti in Gran Bretagna. La settimana scorsa, c’è stato il primo di una serie di incontri fra i parlamentari e alcuni esponenti della società civile. Si è trattato di un incontro introduttivo, in cui si è guardato alla “big picture”, alla strategia da seguire per raggiungere gli obiettivi preposti, avendo ad esempio soprattutto la situazione olandese, di cui sono stati presentati alcuni dettagli.

Ieri invece c’è stata la prima delle cinque riunioni finalizzate a studiare alcuni aspetti particolari dell’uso della bici in Gran Bretagna. Più in particolare, ieri si è parlato di sicurezza nelle strade. Erano presenti non solo esponenti di movimenti pro-bici, ma anche rappresentanti del mondo dell’automobile. La discussione è stata concentrata soprattutto sulla necessità di inasprire le pene per chi provoca incidenti con una guida pericolosa; a questo proposito, è stato fatto notare che da quando è stato introdotto il reato di “omicidio colposo per guida disattenta” c’è stata una riduzione di fatto delle pene, in quanto questa fattispecie di reato viene ora applicata più spesso di quella, più grave e fino a poco tempo fa unica, di “omicidio colposo per guida pericolosa”. Come detto dal parlamentare Ian Austin, “il sistema di giustizia non protegge i ciclisti, quando le cose vanno male”.

Alla riunione si è parlato anche di altri aspetti, come la necessità di apportare migliorie all’infrastruttura stradale (soprattutto nella progettazione degli incroci); l’opportunità di migliorare la preparazione degli automobilisti, inserendo test di “consapevolezza della presenza dei ciclisti sulla strada” negli esami di guida – una proposta con la quale i rappresentanti del mondo dell’automobile si sono detti d’accordo; e, parallelamente, migliorare la preparazione dei ciclisti (a questo proposito ricordiamo che la città di Londra offre dei corsi gratuiti o a prezzo ridotto di uso della bici in ambiente urbano, per bambini e adulti).

I prossimi incontri della commissione parlamentare saranno focalizzati rispettivamente, sulla progettazione delle città, sulla promozione di stili di vita attivi, sulle iniziative che possono coinvolgere gli enti locali e su quelle che possono essere promosse dal governo. Alla fine di queste settimane di incontri, verrà steso un rapporto che sarà pubblicato verso la metà di aprile. Il rapporto conterrà delle precise proposte che verranno messe all’ordine del giorno del Parlamento britannico.

Nel frattempo comunque il governo di coalizione guidato da David Cameron sembra aver preso sul serio le necessità dei ciclisti. Come preannunciato dalla blogosfera nei giorni scorsi, Norman Baker, a capo della sezione ciclismo nel dipartimento dei trasporti, ha annunciato lo stanziamento di ben 62 milioni di sterline (più di 72 milioni di euro) a favore della ciclabilità in Inghilterra. Più in particolare, 30 milioni verranno dedicati al miglioramento dell’infrastruttura stradale e ciclistica in 3 città inglesi (non ancora specificate, ma sicuramente esclusa Londra); 12 milioni saranno messi a disposizione dei comuni che collaborano con i Parchi Nazionali; 15 milioni andranno a una serie di progetti che puntano a migliorare l’integrazione treno/bici; altri fondi andranno ad altri progetti minori.

La notizia è stata naturalmente bene accolta dai rappresentanti di gruppi di pressione in favore della bicicletta come British Cycling e Sustrans, che hanno tuttavia espresso la speranza che i fondi siano dati in base a una strategia di lungo termine ben definita. In effetti, l’unica perplessità riguardo all’iniziativa del governo è proprio questa: perché, prima di stanziare fondi così ingenti, non aspettare aprile, quando i risultati dell’inchiesta parlamentare saranno disponibili? Avessimo anche noi in Italia questo tipo di problemi…

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