L’inferno delle Fiandre è il paradiso dei ciclisti / Parte 2

La seconda giornata si è aperta con l’incontro con il due volte campione del mondo Freddy Maertens, anima del museo del giro delle Fiandre. Ha risposto alle nostre domande con grande cordialità e ha manifestato ancora passione parlando di corse che ha vinto e perso, di campioni avversari con cui ha corso. Qualche volta ha vinto e qualche volta ha perso. Nella vetrina del museo che da sulla strada ci sono i nomi dei vincitori dei giri delle Fiandre scritti sulle pietre che servono per il pavé. Ma una è doppia e mi ha molto incuriosito:

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Nel 1977 vince Roger de Vlaeminck e Freddy Maerstens arriva secondo e sul sasso c’è scritto vincitore morale. Quando gli ho chiesto cosa fosse successo mi ha domandato se conoscevo Roger, non ha gradito e ho capito chiaramente che quella ferita era ancora aperta e non ho insistito, ma mi sono molto incuriosito. Cosa era successo?
All’arrivo non esultò nessuno, neppure de Vlaeminck. Maerstens, che correva con la maglia di campione del mondo, era stato squalificato in corsa perché aveva cambiato la bici durante la gara. Ma nonostante questo non si fermò e tirò de Vlaeminck fino al traguardo. Non fece la volata. Due fiamminghi primo e secondo e nessuno esultò, e non si è dimenticato nulla.

fiandre-2135 anni dopo ancora la cosa lo ferisce. E’ stata comunque una gioia conoscerlo perché poi ci siamo incontrati di nuovo al di fuori dell’intervista che io dopo la domanda antipatica ho preferito interrompere ed ascoltare cosa rispondeva agli altri.
Aveva il polso destro fasciato. La sua croce. In testa al giro d’Italia del 1977 si ruppe un polso nella tappa del Mugello e da lì non fu più lui e quel polso ancora lo disturba. Detiene il record di tappe vinte in un solo giro. Ne vinse ben 13 nella vuelta del 1977. Davvero per lui il 1977 fu un anno indimenticabile , gioie, trionfi, sconfitte e drammi…tutti insieme in quell’anno con la maglia di campione del mondo.
Nel pomeriggio abbiamo invece visitato Oudenaarde circondata dall’acqua dei suoi canali e dei suoi giardini sull’acqua.

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Spicca come opera architettonica la cosiddetta Town Hall che è un museo che narra tutta la storia della città. Ho trovato molto interessanti alcune cose come un tavolo multimediale su cui si poteva ricostruire virtualmente la città antica con i bastioni e le difese ad acqua: per difesa molte zone della città attraverso chiuse e canali potevano allagare la città. Ma sono stato attratto dagli arazzi che sono stati la ricchezza di questa città che li costruiva per tutto l’Europa. Eccone uno dei più belli.

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La dimensione è circa 4 metri per tre.
Sono rimasto affascinato anche dalle statue lignee che sono esposte.

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Alla sera, dopo cena, siamo andati ad una festa vintage. Data la mia età partivo ultrafavorito, in quanto essendo vintage di mio non dovevo impegnarmi più di tanto, mentre i giovani dovevano dare molto per farcela e hanno fatto fatica, tanta.

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Ecco la prova, mi sa che per invecchiarsi sia più difficile che ringiovanirsi. Da sinistra a destra: Veronica, Leo, Enrico, Giovanna, io, Irene, Cabiria e Tama.
Terzo giorno. è qui la festa!!!
La festeggiata era sì la gara, ma tutti le hanno fatto festa con la bici. Qualcuno ha confuso questa festa con l’Eroica italiana. Sono proprio due cose diverse. All’Eroica partecipano personaggi e bici quasi tutte da corsa, con atleti vecchi e giovani su un percorso molto impegnativo. Alla retro ronde invece c’è anche la sciura Maria con il suo bambino o la sposina in tandem . Tutti rigorosamente vestiti old style e con biciclette d’epoca di tutti i tipi. Tutti insieme nelle stradine in tre percorsi da 100, 70 e 40 km. Abbiamo seguito la “corsa “ a bordo di una due cavalli citroen e una amy8, macchine adattissime a queste strade. Ecco i modelli, così possiamo chiamare certi individui in bicicletta, con loro le stradine fantastiche.

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Sul cartellino giallo c’è l’anno di costruzione, coincide con la mia nascita, 1951. Bici molto vecchia quindi ma con portapacchi posteriore integrato al telaio altro che portapacchi tubus o chissà che altro. Pulitissima e tenuta da maniaco, basta guardare l’interno dei parafanghi. Ad occhio un vero mulo a due ruote, con una faro senza risparmio e il simbolo della fabbrica sul davanti, manco fosse una mercedes. Sella Brooks e freni potenti, telaio in acciaio. Adesso ecco una serie di modelli e tipi.

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Ecco una signora con una bici restauratissima in modo maniacale e a destra una finta bici restaurata in realtà nuovissima ma ci sta anche lui nella festa e fa la sua porca figura.

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Molto inglesi ma di madre lingua fiamminga. A destra un duro con una durissima bici in acciaio.

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Leo tutto italiano con bici vecchia da turismo Bianchi . A destra Bianchi rosa da giro d’italia con ciclista italiano madrelingua tedesca.

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Lui very perfect, lei aveva freddo . ecco la sua bici vecchia e restaurata per davvero. La borsetta è per la pistola.

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Questo le basette le fa crescere tutto l’anno, ecco un bambino con famiglia orgoglioso della sua legnano d’epoca.

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Tutti sul palco a presentarsi e a presentare la loro bicicletta al microfono dello speaker, accolti dal sindaco.
E poi via nella bellissima campagna fiamminga.

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Un sorriso così fa scoppiare il cuore, e se sei in salita, con il cuore in quello stato, il tandem si deve spingere. In testa al gruppo c’è il bimbo grintone con la Legnano.

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Ecco un altro bimbo grintone e siamo al primo rifornimento dove siamo stati accolti con una fisarmonica ed altre amenità tra cui questo simpaticissimo cartello per WC con una mucca un po’ curiosona. E vista la fretta era a questo che puntavano gli sposini?

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Da bordo della due cavalli sul pavè e nei pressi di un vecchio mulino, ed eccolo incastonato nel verde da lontano.

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La festa del popolo fiammingo è continuata con altre manifestazioni ma mi è sembrata molto significativa questa perché c’erano tutte le bici, da corsa rigorosamente vecchie ed in acciaio con persone che le accudiscono in modo maniacale, da passeggio vecchissime non restaurate, restaurate, da carico e cosi via . tutto parla di una passione coltivata e tramandata. Vi abbiamo partecipato con gioia e con il desiderio di tornarci per la possibilità di pedalare in un infinito dedalo di stradine dove il traffico è praticamente inesistente. Le Fiandre sono state una autentica sorpresa. Se volete pedalare di più, e il di più c’è, ecco due siti interessanti ed utili.

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L’inferno delle Fiandre è il paradiso dei ciclisti / Parte 1

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