Recensioni e Test

Rossignoli Garibaldi 71, la bicicletta alla milanese

Milano è una città pianeggiante e con un’antica tradizione nell’uso della bicicletta. Qui, già dalla fine del XIX secolo diverse botteghe di artigiani iniziarono a contendersi la clientela offrendo biciclette solide, in grado di resistere ai rigidi e umidi inverni lombardi, al pavè e a un uso quotidiano particolarmente intensivo.
Tra queste c’è Rossignoli che, dal 1900 vende e ripara biciclette e accessori nella bottega di via Garibaldi.

Proprio dall’indirizzo del negozio nasce la Garibaldi 71, il modello storico di casa Rossignoli, una bici da città che (anche a giudicare dal numero di esemplari in circolazione) può essere considerata l’archetipo della “bicicletta alla milanese”.
Ho avuto modo di utilizzarne una per poco più di 6 mesi, durante tutto l’inverno e la primavera, con cui ho percorso circa 2.500 km ed ecco le mie impressioni.

Indice
Telaio
Geometria
Componenti
Prezzo
Concludendo

Telaio


Il telaio è in acciaio a congiunzioni, realizzato a mano in Italia. Solido e robusto, non può essere certo considerato un esempio di leggerezza. Piuttosto, sembra rimandare alla vecchia concezione (ormai abbandonata dai più) di un prodotto nato per durare e resistere a qualsiasi cosa. L’impostazione vintage è ribadita dalla serie sterzo filettata da un pollice, ma presenta anche elementi innovativi per una city bike che strizza l’occhio al passato come il passaggio dei cavi interno al tubo obliquo che rende esteticamente pulita la bicicletta.

Geometria


La geometria è estremamente comoda, la Garibaldi 71 è una bicicletta che non è stata pensata per correre e scattare, ma piuttosto per procedere a velocità costanti: il passo lungo del carro posteriore rende la pedalata sempre morbida e priva di scossoni, esattamente come l’inclinazione della forcella che offre un rake abbondante e quindi di sterzare senza scossoni. L’aspetto negativo della geometria è che le ripartenze ai semafori e agli stop sono lente e la possibilità di driblare le auto perennemente incolonnate nel traffico non è particolarmente agile.

La geometria costringe a una posizione in sella col busto eretto, quindi con una buona visuale su tutto quanto circonda ed è pensata per procedere con eleganza e disinvoltura, proprio da sciuro, si direbbe a Milano. Anche il manubrio, largo, è pensato per offrire stabilità nella guida a scapito dell’agilità.

Componenti


La componentistica della Garibaldi 71 è di discreta qualità. Niente top di gamma, ma tutto quanto serve per funzionare come deve.
I freni sono a doppio perno e le leve in alluminio, prodotte dall’azienda italiana Saccon.

Il cambio è uno Shimano Nexus a 5 velocità interno al mozzo che quindi lascia la linea pulita e che si attiva con il comando Revo situato sulla manopola destra. Nonostante Milano sia una città piatta come un’asse da stiro, il cambio diventa uno strumento utile per le ripartenze in cui, come visto, la Garibaldi 71 si presenta un po’ pigra.

Il cambio interno al mozzo, associato all’abbondante carter paracatena, mette al sicuro l’utilizzatore dalla possibilità di sporcarsi la gamba destra mentre si pedala, ma anche dalla manutenzione: tutto quello che occorre fare è ricordarsi, di tanto in tanto, di mettere qualche goccia d’olio sulla catena e via.

I parafanghi sono anch’essi in acciaio, soluzione che appesantisce ulteriormente la bicicletta, ma, allo stesso tempo, rende esteticamente gradevole la bicicletta nel suo complesso.
La sella è una Brooks B66 e qui c’è poco da dire: le selle Brooks le si ama o le si odia. Personalmente non sono un grande fan delle selle in cuoio che trovo superate, ma in questo caso (visto che non si parla di una bicicletta sulla quale si sta in sella per ore), la soluzione sembra vincente, soprattutto per le molle montate sulla parte posteriore che rendono meno spiacevole la percorrenza dei brutti tratti in pavé milanesi.

Le coperture sono delle Schwalbe Road Plus antiforatura da 28″ x 1,75″. Probabilmente è la scelta più felice che si potesse fare, poiché riescono a coniugare durevolezza, protezione e assorbimento degli urti/vibrazioni. In 6 mesi non ho mai forato. Probabilmente non ho mai trovato chiodi sporgenti per strada, ma in ogni caso la scelta è ottima.

L’impianto illuminante all’anteriore e al posteriore è a led alimentati a batteria. La lanterna all’anteriore ha un aspetto gradevole e classico che fa pendant col resto della bicicletta. Personalmente non sono un fan dell’illuminazione a batteria perché le batterie non si esauriscono di schianto, ma affievoliscono l’approvvigionamento di energia lasciandoti con una luce sempre più flebile senza che tu te ne renda conto.

Prezzo


La Garibaldi 71 in versione base (come quella testata) costa di listino 469 €

Concludendo


Nei 6 mesi di utilizzo, non ho mai riscontrato un singolo problema nell’utilizzo della Garibaldi 71. Mai una sbavatura meccanica, mai una regolazione. A dirla tutta non ho mai neppure messso olio sulla catena perché l’ho voluta trattare con la massima ignoranza possibile, quindi lasciandola sotto la pioggia, scendendo a tutta velocità dai marciapiedi con i miei leggiadri 100 kg.

Insomma, la Garibaldi 71 è una bicicletta da città vera, di quelle che non fanno false promesse e che servono per spostarsi con la massima efficienza da A a B mantenendo un certo stile ed eleganza. È pensata per il milanese tipo che vuole un mezzo affidabile, sempre efficiente e che non vuole scocciature di manutenzione o altre robe varie. Parlo di Milanese tipo perché è una bicicletta che ha uno stile classico ben pronunciato e che sembra richiedere di essere abbinata a vestiti di una certa eleganza.

Per i grammomaniaci ribadisco che si tratta di un veicolo a tutti gli effetti da usare in strada, non un articolo sportivo per performance. Serve per andare al lavoro, per fare una passeggiata o per andare a fare la spesa, non per macinare km e neppure per fare gare nelle alleycat.

Sicuramente sul mercato si trovano prodotti analoghi a prezzi anche più bassi, ma che non offrono lo stesso gusto nella composizione e la stessa attenzione al dettaglio. Quindi il prezzo è un non tema perché la Garibaldi 71 è una bicicletta per chi non ha paura di spendere 30 euro in più per avere un prodotto fatto in Italia e per soddisfare il proprio gusto estetico applicato al proprio desiderio di mobilità intelligente in città.

Ovviamente, però, non mancano gli aspetti negativi: avrei gradito fortemente un sistema di illuminazione differente, con una dinamo al mozzo che non richieda di cambiare le batterie e, soprattutto, avrei optato per un pignone leggermente più grande per ottenere una pedalata più agile in modo da utilizzare in modo più efficiente il cambio a 5 marce perché anche se non a Milano, nel mondo esistono anche le salite e, senza il giusto rapporto, è facile perdere il gusto di andare in bici.

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