Steve Quam: cicloviaggiatore nonostante il Parkinson

steve-quamDavanti a sé altri 4.000 chilometri da percorrere in bicicletta. Ma Steve Quam ha già preparato tutto: l’attrezzatura per la neve nel caso lo dovesse cogliere sulle montagne ed un buon equipaggiamento gps nel caso si dovesse perdere. Il tutto caricato sul suo carrellino su cui campeggia la scritta “Sostieni la mia battaglia“.
Steve Quam ha 66 anni ed il morbo di Parkinson, diagnosticatogli quattro anni fa.
A causa della malattia soffre di tremori in tutta la parte destra del corpo e a volte anche alcuni semplici compiti come allacciarsi le scarpe risultano complicati.

Il 15 aprile ha in programma la partenza per un nuovo viaggio in bicicletta, il terzo dopo che è gli è stata diagnosticata la malattia, che stavolta lo porterà da Edisto Island a Newport, nell’Oregon.
Steve ha ammesso di aver fatto una fatica terribile l’ultima volta che ha dovuto pedalare per le montagne, così ha deciso che d’ora in poi penserà solo 100 miglia alla volta. “100 miglia è una distanza che sono in grado di percorrere, allora mi toccherà pensare di dividere mentalmente il viaggio di 4.000 miglia in 40 piccoli viaggi, e ogni volta ricominciare. Così ce la posso fare, proprio come nel viaggio in Oregon del 2010.

Steve lavora ancora part-time presso la ditta dove un tempo era direttore. Suona una grande varietà di strumenti e porterà in viaggio il suo inseparabile flauto, con cui si tiene compagnia da 45 anni. Ha visto come l’avanzare della malattia che ha colpito lui stesso abbia in passato cambiato il padre, che nell’ultimo periodo aveva difficoltà anche a riconoscere la figlia. Il padre è morto poi nel 2003 all’età di 88 anni, gli ultimi sette dei quali trascorsi a combattere il Parkinson. Sa che sono rischi che corre anche lui: la depressione, l’indebolimento della memoria, la difficoltà nel deglutire, sintomi che in parte ha già conosciuto ma a cui ora non vuole proprio pensare. “So benissimo che prima o poi sarò costretto su una sedia a rotelle“.

Quam, che porta i lunghi capelli grigi raccolti in una coda, sembra un uomo felice nonostante tutto, e riconosce che la malattia lo ha portato a fare esperienze che a 40 anni non avrebbe nemmeno immaginato.
Nell’arco dei diversi viaggi il ciclista americano ha inoltre raccolto fondi per più di 10.000 dollari, soldi devoluti alla Davis Phinney Foundation, associazione che si occupa di assistere i malati di Parkinson, con l’obiettivo di offrire un sostegno economico ed incoraggiare chi è affetto dal Parkinson a non abbandonarsi alla malattia.
Viaggi del genere sono qualcosa di più grande di me, sono “la carota” che mi fa andare avanti nella vita“.

Sito web | Kintera

Commenti

  1. Avatar felino ha detto:

    alla faccia dei medici che ti ospedalizzano psicologicamente……………

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *