Mobilità

Come pedalare sicuri nel traffico

Come pedalare sicuri nel traffico

Mi muovo prevalentemente in bici da più di 10 anni, ci vado al lavoro, a fare la spesa, in giro per il paese. Ho accumulato un sacco di aneddoti più o meno curiosi, ho vissuto alcune situazioni spiacevoli e ho capito che quello che frena di più la rivoluzione di un’Italia in bicicletta non sia l’amore assoluto degli italiani per l’auto, quanto l’idea che pedalare in città sia pericoloso. In realtà è una cosa pericolosa quanto possa esserlo scendere le scale, farsi la doccia, aprire il frigorifero. Sicuramente qualcuno si sarà infortunato, o addirittura sarà morto, facendo queste cose, ma non per questo evitiamo di farle. Così anche l’andare in bici in mezzo al traffico.

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Pedalare nel traffico

Vorreste tanto provare ma la paura (e l’opinione comune) vi frenano? Ecco i miei consigli, testati tutti durante i miei giri, su come raggiungere un grado di sicurezza soddisfacente. Non parlerò dell’uso del caschetto, perché facoltativo e oggetto di discussione in parecchi articoli. Sta a voi decidere se usarlo oppure no. Così come l’utilizzo delle luci di sera o di notte, cosa che do per scontata.

Indice
Pedalare agili
Evitare le ore di punta
Più breve non significa più sicuro
Usare gli occhi
Farsi vedere e notare
Essere decisi
Testare sempre le strade nuove
Imparare a leggere le situazioni
Essere responsabili di sé stessi
Non essere ossessionati dal pericolo

Pedalare agili

Lo so, pedalare con il rapporto lungo (53×11 per i più tecnici, corona grande davanti-pignone piccolo dietro per i più digiuni) permette di andare più veloci, di percorrere più strada a parità di pedalate e rafforzare le gambe. Di contro però è un rapporto adatto a una bici lanciata in velocità, che può affrontare a tutta birra lunghi rettilinei. Nel traffico è meglio pedalare agili, ovvero con un rapporto che vi permetta di far girare bene le gambe. Il ritmo giusto sta tra le 90 e le 100 pedalate al minuto. Questo tipo di rapporto permette di affrontare con facilità le continue frenate – ripartenze – frenate tipiche del girare in mezzo alle auto e sarete così più svelti a uscire dalle situazioni di potenziale pericolo.

Evitare le ore di punta

Il grosso del traffico si concentra negli orari 6:30-8:00 al mattino e 17:00-20:00 la sera, per il flusso di andata e ritorno dai luoghi di lavoro. Evitare di pedalare in questi orari vi garantisce di percorrer strade più sgombre e quindi più sicure. Come fare per evitare queste fasce, visto che sono anche i vostri orari di spostamento? Basta giocare d’anticipo. Io prima mi alzavo alle 6:00 e alle 6:30 uscivo di casa, incontrando un bel po’ di auto. Ho deciso così di provare a prepararmi più in fretta e alle 6:20 sono fuori di casa. Anticipando di solo dieci minuti il mio percorso incontro meno della metà delle auto, degli autobus e dei camionisti che percorrono il mio tragitto. Senza contare che il pedalare lungo strade quasi addormentate e sgombre da un senso di gioia incredibile.

Più breve non significa più sicuro

Esco da lavoro alle 17:00 e non posso fare nulla per evitare la fascia serale di traffico. Ma ho preso qualche accorgimento per aumentare la mia sicurezza, infatti se il mio percorso al mattino è di 15km, la sera è di 18. Tre chilometri in più che si snodano lungo strade secondarie, meno trafficate, lontano dalle direttrici che portano gli automobilisti verso le strade a percorrenza veloce. Inoltre sono stradine dove non ci sono negozi, solo case, villette e qualche parchetto, cosa che evita anche la presenza di parcheggi a lisca di pesce a lato della strada, pericolosi per la possibilità di incappare in un’auto in retro o in portiere aperte d’improvviso. Quindi il dogma “se il tragitto è più breve ho meno possibilità di incappare in un pericolo” non è assolutamente vero. Allungare di tre chilometri il percorso non è un grande sforzo (mi impegna per sei minuti in più) ma aumenta notevolmente la mia sicurezza.

Usare gli occhi

Inteso non solo come guardare a destra e sinistra prima di attraversare la strada, bensì di usarli come un’arma di dissuasione. Se state affrontando una rotonda e l’auto a sinistra sembra non fermarsi allo stop, lanciate un’occhiata al conducente. Fissatelo dritto negli occhi, anche se non vi sta osservando. Lo farà presto. Infatti nel nostro cervello accade una cosa curiosa: l’amigdala, la parte del cervello relativa all’istinto, si attiva se ci si sente osservati. E’ un retaggio di quando l’uomo viveva nelle caverne e doveva guardarsi dagli innumerevoli pericoli. L’amigdala dell’automobilista si attiverà e il suo livello di attenzione crescerà e finalmente si accorgerà di voi e del vostro sguardo insistente. Funziona, provatelo.

Farsi vedere e notare

La strada non è fatta solo per le auto. Questa è una brutta consuetudine italiana. La strada è di tutti e chiunque la utilizza ha gli stessi doveri e diritti. Per cui non abbiate paura di farvi vedere e notare dalle auto. Non state troppo sulla destra solo per permettere alle auto di sorpassarvi agevolmente, inoltre sulla destra di solito si trovano i tombini di scolo, pericolosi soprattutto con la pioggia). Prendetevi il vostro spazio in carreggiata, segnalate con decisione le vostre svolte, sappiate far valere le vostre ragioni. Siete dei ciclisti non degli intralci in mezzo alla strada, tenetelo bene a mente!

Essere decisi

Quando decidete di sorpassare un’auto che sta viaggiando piano, volete svoltare a sinistra a un incrocio, infilarvi a destra per poi svoltare, fatelo con decisione. Essere titubanti non serve a niente, perché essere decisi non significa essere irresponsabili, bensì vuol dire essere sicuri di ciò che si sta facendo o che si vuole fare. Alzatevi sulla bici, date un bel colpo di pedali e via oltre quell’auto, lanciate uno sguardo indietro, mettete fuori il braccio sinistro e girate. La sicurezza in ciò che si fa è il primo passo per abbassare drasticamente il livello di pericolosità dei vostri spostamenti.

Testare sempre le strade nuove

Dopo parecchi mesi passati ad attraversare sempre le stesse strade, è naturale che venga voglia di provare qualcosa di nuovo. Per cercare di spezzare la routine, di accorciare il percorso o semplicemente il gusto di scoprire cose e posti nuovi. Il mio consiglio è di provare prima i nuovi percorsi lontano dalle fasce orarie più trafficate. Magari una domenica mattina, o una sera dopo cena, affrontate il nuovo percorso senza l’assillo del tempo o delle preoccupazioni quotidiane. Fatelo con occhio vigile, osservate quanti incroci e quante rotonde ci sono, lo stato delle strade. la presenza di passi carrai che danno direttamente sulle strade, l’affollamento dei parcheggi, la presenza o meno di piste ciclabili, lo stato dell’illuminazione pubblica. Dopodiché date un valore di pericolosità a quel tragitto. Magari potrà anche essere più breve ma non altrettanto sicuro. Valutate e informatevi anche attraverso internet sul traffico presente su quelle strade. E poi decidete.

Imparare a leggere le situazioni

Dopo anni di quotidiano commuting ormai mi posso reputare un esperto nel leggere le situazioni che mi si parano di fronte. L’atteggiamento degli automobilisti, dei pedoni o degli autisti di mezzi pesanti è più o meno standardizzato e saper riconoscere le varie situazioni innalzerà la vostra sicurezza a livelli incredibili. L’auto davanti continua a rallentare, poi riparte a una velocità esasperante? Magari si tratta di una persona che non conosce la strada oppure del classico vecchietto che guida in maniera assurda. Evitate di sorpassarlo, potrebbe girare a sinistra senza mettere la freccia. Guardando nell’abitacolo dell’auto che arriva dalla strada a destra non riuscite a fissare gli occhi del conducente? Probabilmente sta mandando un messaggio su Whatsapp e ha gli occhi fissi sullo smartphone. Rallentate e attendete che dia un’occhiata alla strada. La signora in bici di fronte a voi ha il cestino ingombro di borse della spesa? Prendetela un po’ più larga quando la sorpassate, è portata a sbandare per il peso. Ben presto saprete leggere e codificare queste e altre situazioni e la vostra sicurezza raggiungerà livelli impensabili.

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Essere responsabili di sé stessi

I primi responsabili della vostra sicurezza siete voi stessi, ricordatevelo. Per questo questo evitate di bruciare i semafori, di tagliare la strada alle auto o di compiere manovre senza segnalarle. Siate decisi in ciò che fate: se volete svoltare a sinistra, stendete fuori il braccio, portatevi al centro della carreggiata e fate rallentare i mezzi che sopraggiungono da dietro. Il fatto che nessun utente della strada sembri rispettare il CdS non esula noi ciclisti dal farlo.

Non essere ossessionati dal pericolo

“Se quando affronti una curva guardi fisso l’albero a lato del sentiero e continui a pensare che devi evitarlo, finirai per sbatterci contro”. Così dice sempre un mio amico, maestro di mountain bike, ai ragazzi del suo gruppo. Ed è vero. Quando il cervello si focalizza su un oggetto, tutta la concentrazione viene rivolta verso di esso. Se siete costantemente preoccupati dal pericolo, se vi ripetete che le strade sono pericolose, se andate a vedere sui giornali quanti ciclisti muoiono nel mondo vittime di incidenti, non fate altro che aumentare la vostra insicurezza, che si traduce in una capacità maggiore di commettere errori. Come ho già detto, andare in bici in città è pericoloso come qualsiasi altra attività umana. Anche dormire lo è, c’è gente che è morta nel sonno, ma non credo che siate assillati da questa paura. Vi racconto la mie esperienza: in un anno non ho mai vissuto grosse situazioni di pericolo e l’unico incidente in cui sono incappato ha dell’incredibile. Il conducente di un SUV mi ha investito mentre mi trovavo sulla pista ciclabile, perché convinto che fosse un parcheggio! Può capitare. Toglietevi dalla testa il tarlo del pericolo dunque e godetevi la bellezza di fare della bicicletta la vostra compagna di vita.

Di seguito puoi leggere ulteriori 8 consigli per pedalare in sicurezza.

Articolo aggiornato ad aprile 2024

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Commenti

  1. Ettore ha detto:

    Evitare le ore di punta… Un po’ non posso, un po’ le auto stanno ferme in colonna e le supero più facilmente! Mi piace pensare che sono belli incolonnati!

  2. Penna Riccardo ha detto:

    sE POSSO aggiungere ancora una cosa, che incide comunque in citta / traffico ‘ è questa : attenzione a mandare al diavolo chi guida se abbiamo ricevuto un’ infrazione , ho avuto persone che mi hanno inseguito con rabbia cercando di buttarmi fuori strada ,…quindi è vero essere autorevoli ma chi è in auto scarica la frustazione con rabbia se riceve del ” contradditorio”, da un ciclsista ! a differenza comunque tra automobilisti diciamo che si scambiano opinioni
    Quindi aggiungo stare calmi ! ed evitare se si riesce discussioni !

  3. Omar Omar ha detto:

    Ciao Antonio,
    io rimango un po’ più al centro della carreggiata e così anche chi arriva sparato deve rallentare per sorpassarmi e la prende più larga. Questo piccolo accorgimento aumenta notevolmente la mia sicurezza. E se a volte qualcuno mi suona, il problema è suo.
    Il casco e lo uso sempre, il gilet riflettente non sempre…mettiti in fila alle Poste con il gilet riflettente e farai la stessa figura di un giapponese vestito da gondoliere a Venezia

  4. Antonio ha detto:

    Sono un ciclista privo di patente :) la mia esperienza ogni giorno mi dice di indossare sempre il casco ed il gilet riflettente che è efficacie anche in giorno, se volete frenare l’auto dietro troppo vicina, rispondete procedere a zig zag… l’automobilista prende paura…. :) La bici è Pace le Auto sono Guerra.

  5. Carlo ha detto:

    Ecco…dopo una situazione simile, il SUV va dritto dritto da carglass…

  6. Omar Omar ha detto:

    Ciao Riccardo,
    anche a me sono capitate molte situazioni simili. La più buffa (perché non mi sono fatto male, sennò non faceva così ridere) è successa una mattina, dove una signora con un SUV mi ha completamente tagliato la strada, facendomi entrare in un’aiuola sulla destra. Questo solo per accompagnare il figlio (sedicenne!) fin sotto l’ingresso della scuola. Non contenta di avermi quasi investito, si è piantata in mezzo e mi ha urlato dal finestrino:
    “La strada non è per le bici”
    Poi ha fatto scendere con calma il pargolo, senza la benché minima preoccupazione per me.
    Capitano e penso che ognuno di noi ne possa raccontare a carriolate

  7. Riccardo ha detto:

    Anche io vado a lavorare in bici tutti i giorni ed è il mio principale mezzo di locomozione. Concordo pienamente con l’articolo.
    Vivo a Bologna dove la situazione traffico non è da panico ma non consente di abbassare la guardia.
    A voi capita di subire suonate e/o sorpassi da granprix per poi vedere la stessa auto fermarsi in coda o ai semafori pochi metri dopo?
    Parlo di ostacoli per l’automobilista preesistenti che rendono inutile ma, a quanto pare, irresistibile il sorpasso.
    Perché è irresistibile? Se ho tempo e voglia busso al finestrino e chiedo educatamente.
    Non ho mai avuto risposte sensate, qualche volta scuse, raramente risposte civili.

  8. Paolo ha detto:

    Concordo con i consigli, non riesco a dubitare dell’intento di infondere prudenza dell’autore, forse la citazione di alcune tipologie di comportamento andavano circostanziate maggiormente nell’articolo.
    Indosso sempre gli occhiali da sole per evitare fastidiosi “tamponamenti” con innocenti insetti di varie specie, quindi non posso usare lo sguardo nel modo descritto, ma indubbiamente il linguaggio del corpo che ha a disposizione il ciclista, può essere utile per trasmettere efficacemente le nostre intenzioni sulla strada.

  9. Omar Omar ha detto:

    Intendo che a volte scatto qualche secondo prima che diventi verde, in modo da anticipare la partenza delle auto. Questo intendo bruciare i semafori, non certopassare quando le auto arrivano da destra. Passare sotto le sbarre e certo pericoloso infatti mi limito a farlo solo quandonvedo le sbarre chiudersi di fronte a me. Per questo intendevo usare il buonsenso. Vedo ciclisti sfrecciare con il rosso pieno o usare le srisce pedonali per tagliare gli incroci. Come ho scritto nell.articolo e.mi spiace che sia passato il messaggio opposto, la sicurezza dipende dal nostro atteggiamento

  10. Fabrizio ha detto:

    Scusa, non ho capito quali sono le ragioni che ti portano a “bruciare i semafori”. Io mi fermo ai semafori, sempre. Innanzitutto sei passibile di contravvenzione, perché le bici non sono dispensate dai semafori e poi, in secondo luogo, la faccenda di passare sotto ai passaggi a livello è assai pericolosa: nella mia zona in media una persona all’anno muore travolta da un treno.

  11. Omar Omar ha detto:

    Ciao Fabrizio,
    purtroppo (o per fortuna?) non ho esperienza in bici a Milano nelle ore di punta. Il mio consiglio si basa sul fatto che durante l’imbottigliamento gli altri mezzi sono ben più numerosi, aumentando così il numero di persone che possono commettere un errore (come diceva mio papà quando uscivo di sera da ragazzino con la macchina:”io mi fido di te, è degli altri che non mi fido”)
    Inoltre destreggiarsi nel traffico richiede attenzione e malizia, e può rivelarsi stressante fare attenzione a tutto e tutti.
    Ovviamente ogni consiglio andrebbe calibrato in base alla realtà che si affronta.

  12. Fabrizio ha detto:

    Tutto giusto. Non concordo però sul fatto che sia più sicuro guidare con meno traffico. Credo (anzi ne ho esperienza) che in città come Milano guidare nelle ore di punta sia più sicuro perché, come descrive l’autore, ci si ritrova in tutte quelle situazioni “standard”, le auto sono molto lente e le dinamiche sono assolutamente prevedibili dopo un po’ che si gira. Al contrario con strade sgombre e automobilisti che sui viali e circumvallazioni si sentono legittimati ad andare anche a 70-80 Km/h, il tutto è molto meno prevedibile e sicuro.

    1. giovanni ha detto:

      condivido. Il meglio sta nel mezzo. Un traffico che rallenti le auto ma che mi lasci lo spazio per passare è l’ideale. Mi spaventa la velocità delle auto. il traffico meno.

  13. Omar Omar ha detto:

    Mi spiace che il punto 9 sia stato accolto così male, infatti il mio intento era quello di “dare un freno” a questi atteggiamenti, non incoraggiarli. Scrivere “dovete fermarvi a tutti i semafori rossi, non dovete andare contromano, tenete sempre la destra” mi sembrava banale e soprattutto ipocrita, poiché io in primis non lo faccio. Però ci sono situazioni che si possono affrontare e altre no, dipende appunto dal buonsenso. Chi non abbia mai bruciato un rosso o non sia passato sotto le sbarre di un passaggio a livello merita il mio totale rispetto, ma non credo ne esista uno.
    Il fatto che alcuni comuni abbiano permesso alle biciclette di circolare contromano SOLO in alcune vie va in questa direzione.

    1. Francesco ha detto:

      Concordo con Omar. Il senso non è di infrangere le regole. Ma quando l’incrocio è libero, rispetto all’auto puoi partire e ti avvantaggi rispetto alla situazione di trovarti in testa al semaforo, ma con il mezzo più lento. La bici come sottolineato bene, si guida prima ancora che con il codice stradale con la testa. Dunque aiuta molto ad aumentare la concentrazione e la reazione rispetto alle situazioni in cui ci si trova nel traffico. E appunto, es. il semaforo di attraversamento meramente pedonale, se non vi sono pedoni ed è rosso, l’auto comunque si ferma, il ciclista può continuare. E altrettanto l’incrocio se è sgombro, se son defluite tutte le auto e ancora è rosso, il ciclista prende e parte. E’ il comportamento che anche io reputo più sicuro

  14. MARCO ha detto:

    Concordo pienamente con Mauro; trovo il punto 9 fondamentalmente diseducativo e controproducente. Personalmente trovo inoltre stupido “bruciare i semafori rossi, passare sotto le sbarre dei passaggi a livello, andare contromano per risparmiare” pochi minuti (e talora persino secondi) mettendo in pericolo la propria e l’altrui incolumità. Avevo pensato di condividere questo articolo, ma credo proprio che NON ne valga la pena (e questo mi dispiace). Sinceramente mi aspettavo consigli più utili / sensati su Bikeitalia.

  15. mauro ha detto:

    Ciao!
    complimenti per tutto l’ articolo…tranne, il punto 9: il codice della strada vale per tutti, altro che “buon senso”; uno dei motivi di mal sopportazione dei velocipedi, in città, da parte degl’ automobilisti, è proprio l’ indisciplina dei primi.
    Diamo il buon esempio, e saremo accettati e seguiti!

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