Il giorno in cui andai a ritirare quel rottame di bici comprata usata su ebay, mai e poi mai avrei pensato che un giorno la bicicletta mi avrebbe sedotto a tal punto da convincermi a lasciare il lavoro, disdire casa e partire per un viaggio lungo diversi mesi attraverso terre sconosciute.
Quel giorno, lasciai i 35 euri pattuiti nel mani del venditore e mi portai via quell’orrendo ammasso di alluminio mal saldato: la marca TOSKANA di fabbricazione rigorosamente cinese, probabilmente il suo precedente proprietario l’aveva comprata per pochi spicci in più in un qualche centro commerciale. Mi ero lasciato sedurre dal freno a disco anteriore, dalla forcella ammortizzata e dal portapacchi che la poteva rendere una degna candidata per l’uso cittadino. In omaggio, un paio di minuscole borse in plastica e stoffa.
Per mia sfortuna, il telaio era almeno di tre misure più piccolo rispetto a quanto abbisognassi io. Pedalai fino a casa sotto una pioggiolina sgradevole: 40 km.
Non avevo mai pedalato per così tanti chilometri in vita mia. Arrivai a casa stremato e con un mal di schiena che era pari solo al mal di culo.
Dopo una settimana di uso cittadino, complice un’occasione (vera questa volta), la abbandonai in favore di una bicicletta da trekking di un’ottima marca, della mia taglia, usata, ma perfettamente funzionante. Pinar ereditò l’orrida TOSKANA che quantomeno era della sua misura. Ciclomuniti, iniziammo a fare dei giretti al parco che diventarono presto gite fuori porta, fino ad arrivare al giorno in cui decidemmo di portarci dietro tenda, materassini e sacchi a pelo e trascorrere un intero fine settimana all’aperto. La gioia fu tale che ripetemmo l’esperienza più e più volte andando alla scoperta dei tesori nascosti intorno alla nostra città e soprattutto godendoci il lusso enorme di passare il tempo in mezzo alla natura.
In occasione del nostro matrimonio, gli amici ci regalarono un set di borse da bici che noi utilizzammo subito per il ostro viaggio di nozze: 500 km in 6 giorni, dal Lago di Costanza al Koenig See seguendo il confine tra Austria e Germania.
Fu proprio al termine del nostro viaggio di nozze che iniziammo a fantasticare e a risparmiare per il Grande Viaggio, pur senza avere bene in mente dove questo ci potesse portare.
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