Ecco l’editoriale di Sette Green del Corsera su bici e @salvaiciclisti
Le città italiane si rimettono in bici. A Milano e a Roma, così come nel Mezzogiorno, forse si fatica a credere a una decisa ripartenza del movimento lento. Ma basta spostarsi a Pesaro o Piacenza, per capire come le due ruote, emarginate dalle strade dalla motorizzazione di massa, si stiano prendendo la loro rivincita sul traffico. Dieci anni pedalava quotidianamente verso il posto di lavoro o la scuola il 2,9% della popolazione; oggi un sondaggio di Ipr per Legambiente rivela che quel numero è triplicato, sfiora il 9%: 5 milioni di frequent biker a cui vanno aggiunti 9 milioni di utenti saltuari. A conti fatti, insomma, un quarto degli italiani usa la bici come mezzo di trasporto, un record che ci riporta al periodo in cui Delia Scala e Silvana Pampanini si chiedevano “ma dove vai bellezza in bicicletta”?
Sarà la crisi e la benzina a due euro, sarà lo stress da ingorgo o il desiderio di una giornata meno sedentaria, sarà la moda e la voglia di rimpiazzare lo stantio status symbol con un più fresco motus symbol o, magari, saranno tutte queste cose insieme. Fatto sta che il bici boom dimostra che le gambe “tornite e belle” della canzone, sia a piedi che a pedali, possono soddisfare una parte importante della domanda di mobilità urbana e che il legame italiano-auto può essere sciolto, non è un vincolo né del destino né della genetica.
Bolzano, Ferrara e Pesaro già adesso ricordano le più ciclabili capitali europee come Berlino o Copenaghen e il loro esempio può forse tirare la volata dei centri urbani dove per veder passare tanti ciclisti bisogna ancora aspettare il Giro d’Italia. Il successo della bici propone ora due sfide. La prima è quella della sicurezza, come sottolineano le migliaia di persone che hanno recentemente dato vita a un movimento trasversale e spontaneo – #salvaiciclisti – proprio con l’obiettivo di far tendere a zero le vittime di incidenti stradali. Si tratta di una mobilitazione virtuale (nata su twitter e facebook) che sta ottenendo risultati concreti: è stata infatti presentata una proposta di legge bipartisan (primo firmatario il senatore Francesco Ferrante) per rendere le strade meno pericolose per i ciclisti. La seconda sfida riguarda i sindaci. Devono tirar fuori il coraggio che è mancato negli ultimi anni. Devono dare prova, coi fatti, che pensano prima di tutto al futuro della città e non al loro futuro elettorale.