Provengo da una regione poco nota, ai più sconosciuta, per qualcuno inesistente. Crescere qui, con a volte l’ironico dubbio stesso di esistere, può portare o alla rassegnazione o al desiderio di fuga o ancora a sviluppare idee nate letteralmente dal nulla. Succede che in Molise non succede niente e questa non è solo una voluta ripetizione ma, il più delle volte, un dato di fatto. E quando si vive qui e si è giovani, senza soldi, senza imminenti prospettive, per sfuggire alla noia si pensa a tante soluzioni. In questo la bici mi è sempre stata utile. Perché la bici aiuta anche a viaggiare con la mente. Fin da bambina, è sempre stato così.
E’ una giornata di aprile di diversi anni fa, è il lunedì di pasquetta. Io e un mio amico siamo pronti a trascorrere questa giornata in modo “alternativo”, diciamo così. Niente scampagnate a base di vino, grigliate e collasso post pranzo, niente casino. Decidiamo di prendere la bicicletta e fare un piccolo tratto dal suo paese a uno vicino. Rotello – Montelongo. Secondo Google Maps il percorso è di 5,9 km che in auto scorrono in circa dieci minuti. Il percorso probabilmente risulterà insulso ai veterani delle due ruote, ma questo è solo un piccolo racconto sul perché sia bello viaggiare in bicicletta, anche in luoghi poco noti, decisamente non turistici. Io non vado in bici da un po’, sono fuori allenamento, quindi penso che possa andar bene riprendere in questo modo. C’è il bel sole di primavera, è proprio la giornata ideale per ritornare a pedalare.
L’inizio è carico di entusiasmo, si viaggia in allegria, chiacchierando. Ma da lì a poco avrei ritrovato le difficoltà tipiche, la fatica che, inevitabilmente, si incontra pedalando. Il tratto di strada che in macchina è insignificante in bicicletta è impegnativo, le salite che in macchina sono ridicole adesso sembrano scalate da Tour de France. E poi ci sono loro, gli immancabili e assoluti compagni di percorso: i cani! Quelli che si limitano ad abbaiare e quelli che ti inseguono digrignando i denti, costringendoti a uno scatto felino degno del miglior Pantani. Ma sono cose che subito dimentichi, facilmente tralasci quando, appena arrivata in un punto più tranquillo, una volta sventato il pericolo canino, risulta evidente che la bellezza di andare in bicicletta è di gran lunga più intensa di ogni difficoltà che si possa incontrare nel farlo.
La gioia di una sosta, del riprendere fiato osservando quello stesso panorama che tante volte si è trascurato, gli alberi che forniscono l’ombra rinfrescante, il vento in faccia, la scoperta di dettagli, l’ebbrezza di una discesa, la gioia di ritrovare una fontana con l’acqua potabile, rinfrescarsi, magari fare due chiacchiere con qualcuno, riscoprire davvero che le cose migliori della vita sono offerte da questa gratuitamente.
Ci fermiamo alle porte del paese, soddisfatti comunque di essere arrivati fino a quel punto. Perché l’importante non è la meta, ma il percorso, il viaggiare, il guardarsi attorno.
E infine il ritorno, mentre il sole pian piano si rintana oltre la nostra visuale, portando con sé la luce che ci illuminava la strada. Ed ecco che una giornata che si prospettava carica di noia e di solite cose, si trasforma in qualcosa di piacevole, di unico, di magico…
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