La Live Chat su Twitter del 14 marzo organizzata dalla redazione di Ferrara Bike Lovers (#TFBL) è stata l’occasione per parlare di cicloturismo, in particolare nella città di Ferrara e provincia, e del suo percorso più rappresentativo: la Ciclovia Destra Po.
La moderatrice @lidiamarongiu ha posto 6 domande alle quali tutti gli utenti di Twitter hanno potuto rispondere marcando il proprio cinguettio con l’hashtag #TFBL.
Grazie ad una partecipazione numerosa ed il raggiungimento indiretto di oltre 20 mila utenti, #TFBL è stato durante la giornata uno dei trending topic (gli argomenti più discussi) del social network. La Twitter Live Chat è solo una delle numerose iniziative che rientrano nell’ambito del progetto Slow Tourism finanziato dal programma per la cooperazione transfrontaliera tra Italia e Slovenia, che prevede inoltre per il 2013 la realizzazione di una ciclovia da Ravenna a Kranjska Gora.
Di seguito le domande poste dalla moderatrice e qualche considerazione personale a caldo.
D1 Un percorso è perfetto per i cicloturisti se è…?
Il primo requisito di qualsiasi itinerario turistico o cicloturistico che si rispetti è la bellezza del paesaggio, la rilevanza storica ecc…insomma il luogo. Esempio: i quasi 1000 km in Germania su piste ciclabili sono stati noiosi paesaggisticamente ed il fatto che ci siano percorsi attrezzati e ben segnalati, sebbene cosa gradita, non è detto che invogli a tornarci.
Il secondo requisito è la sicurezza e la scorrevolezza del percorso. Una ciclovia turistica deve essere realizzata e mantenuta perché ci si possa pedalare a 30 km/h senza paletti, dossi, interruzioni e con delle buone indicazioni in modo che non ci si debba fermare ad ogni bivio per controllare la mappa. Altrimenti il cicloturista se ne va sulla statale, rischiando tra l’altro una multa visto che il Codice della Strada gli impone di usare la ciclabile quando presente. Risultato: se ne va da un’altra parte.
Differentemente da quella che è stata la tendenza delle risposte, solo al terzo posto metterei i servizi, le strutture ecc…
D2 Quali requisiti deve avere una struttura ricettiva specializzata in cicloturismo?
Un attimo, a chi è rivolta la domanda? Siamo sicuri di stare parlando alle stesse persone? Se intendiamo il cicloturista colui che dopo una pedalata di 80 chilometri cena, dorme e la mattina riparte per la sua strada, perché una struttura sia “bike friendly” è necessario semplicemente:
– posto sicuro in cui lasciare la bici anche non legata
– servizio di lavanderia veloce ed economico
– mappa turistica nel caso di una sosta per una visita
– cena e colazione abbondante (eventuale merenda take away da portare via la mattina)
– gradito sconto, almeno del 10%, applicato del resto già da alcune strutture
Quest’ultimo un modo di incentivare il cicloturismo e con un gesto minimo (il 10% è davvero un’inezia) avere anche un buon ritorno di immagine.
Nel caso invece in cui ci si rivolga alla famiglia che sta una settimana in hotel e vuole farsi le passeggiate in bicicletta, allora ai servizi elencati sopra vanno aggiunti:
– noleggio biciclette e accessori
– guida o accompagnatore per escursioni in bici e mtb
– mappa dettagliata con percorsi di interesse turistico ciclabili o a basso traffico
Il punto è: quanti sono i cicloturisti itineranti e quelli per così dire, “stanziali”? Quello che si sa è che entrambi i numeri sono in forte crescita, vuoi la crisi, vuoi la moda, vuoi il boom di tutto ciò che è “green“, “slow“, e altre parolacce simili. Ora, mentre per gruppi e famiglie ci sono bike hotel che offrono una infinità di servizi, possibilità di escursioni ecc… un minimo di accoglienza la deve garantire anche la piccola struttura. Di certo non è più possibile per un cicloturista sentirsi dire che non c’è un locale per la bicicletta e, se va bene, doverla portare in spalla fino in camera.
D3 Il cicloturista è disposto a spendere di più per un albergo che gli offre…?
Ha detto bene @robiveltroni: “tutte le risposte sono false”. In effetti partire col presupposto di spendere di più già taglierebbe fuori una larga fascia di persone. La questione invece potrebbe essere ribaltata: a cosa è disposto a rinunciare per spendere di meno?
D4 Un itinerario che preveda l’andata in bicicletta e il ritorno via treno interessa ai cicloturisti?
Certo che interessa, e sono così quasi tutte le ciclovie, organizzate lungo un itinerario A-B, e non “ad anello”. Il problema ovviamente, sollevato anche nella twittata, è il treno. In Italia come si sa Trenitalia è nemico giurato dei ciclisti ed è consentito caricare la bicicletta solo sui treni regionali, in cui è riservato un vagone apposito. In tutte le altre situazioni invece è obbligatorio smontare la bici di entrambe le ruote e metterla in una sacca: condizione di svantaggio per i cicloturisti poco pratici che ogni volta sarebbero costretti a smontarla e rimontarla.
D5 Dovendo scegliere tra avere fontanelle o punti di assistenza/manutenzione a pagamento lungo i percorsi cosa preferireste?
La risposta è: “bicigrill”. Ne esiste uno a Levico Terme e un altro paio altrove. Niente di particolarmente speciale: punti di ristoro con ciclofficina, area di sosta, kit medico di primo soccorso, ed eventualmente, come nel caso di Levico Terme, anche sede di parco giochi e attività ricreative. Certo, a dover proprio scegliere tra le due è senz’altro più utile un punto per l’assistenza meccanica, o indicazioni su dove trovarla nei paraggi. Le fontanelle? Va bene ma il più delle volte un bar si trova e poi ogni buon cicloturista ha sempre con sé una scorta d’acqua minima.
D6 Quali sono le località della Destra Po che promuoveresti per attrarre i cicloturisti?
Ferrara a parte, il castello di Mesola, la riserva naturale Bosco della Mesola, Oasi Isola Bianca, il parco regionale del Delta del Po (Patrimonio dell’Umanità UNESCO) sono tutti luoghi della Ciclovia oggettivamente non ancora valorizzati al massimo, tant’è che erano sconosciuti ai più. Come ha suggerito la stessa moderatrice c’è ancora tanto da lavorare, o meglio, da pedalare.
Grazie infine ai partecipanti e alla Redazione di Ferrara Bike Lovers che ha scelto il sottoscritto come utente più partecipativo a cui assegnare un piccolo omaggio.
Ciao Leo, si peccato davvero, è stata una bella chat perché hanno partecipato tante persone e molti blogger importanti ma in effetti era forse povera di cicloviaggiatori! il giorno prima non mi è nemmeno venuto in mente di radunarne qualcuno in effetti…vabè sarà per la prossima.
si anche roma è più o meno come il trentino… ;-)
Ciao Ale,
interessante articolo… peccato essermi perso la #tfbl anche perchè a Pasqua le alternative sono le dolomiti friulane ed il delta del po’ (rigorosamente in bici!)
Ti segnalo che in Trentino-Alto Adige esistono già numerosi bici-grill oltre a quello di Levico che hai segnalato: quello storico di Nomi e poi a Salorno e Novaledo ed alcuni sono in progetto…
la rete ciclabile è in continua espansione e non mancano di certo le strutture bike friendly… da questo punto di vista non posso che essere felice di vivere in questa regione!