Per Brumotti niente Everest: scalata in bicicletta annullata

Per Brumotti niente Everest: scalata in bicicletta annullata

brumotti-everestBrumotti torna a casa. Senza aver neppure dato il via all’impresa che lo avrebbe visto sul tetto del mondo in bicicletta, l’inviato di Striscia e campione di bike trial è stato costretto a fare i bagagli con largo anticipo.

Per “Mountaineering Section”, il Ministero del Turismo nepalese, l’ascensione all’Everest non s’ha da fare. Stando a fonti governative il motivo pare sia un presunto scandalo internazionale che avrebbe coinvolto un’azienda statunitense, rea di aver messo sul mercato degli orologi con incastonati nei quadranti alcuni frammenti di pietre trafugate sulla cima dell’Everest. La scoperta ha quindi portato il governo nepalese ad aprire una commissione d’inchiesta sull’accaduto e negare temporaneamente i permessi per tutte le imprese con fini non prettamente alpinistici.

Quando ha appreso la notizia il biker ligure si trovava già a Kathmandu in compagnia di Simone Moro, l’alpinista che lo avrebbe condotto sul più alto degli Ottomila, il quale ha provato a spiegare la vicenda in questo comunicato:

Sono stati giorni concitati, caratterizzati da trasferimenti, sdoganamenti di materiale, preparazione delle attrezzature con le relative prime riprese video. Come un macigno ci è piombata addosso questa brutta sorpresa, inaspettata, imprevedibile. Al regolare e classico permesso di raggiungere la cima dell’Everest a piedi è stata allegata una specifica appendice per la bicicletta con il limite però di 7.900 metri di quota, che rappresenta il colle sud, l’ultimo campo alto prima del balzo finale verso la cima. A Brumotti sarebbe dunque stato permesso di salire l’Everest portandosi ed utilizzando parzialmente la sua bici ma solo fino a quella quota. Da lì avrebbe potuto continuare esclusivamente a piedi senza il trasporto o l’impiego del mezzo a due ruote. Nessuna azione di convincimento e trattative serrate hanno portato al cambiamento della decisione delle autorità nepalesi“.

Brumotti ha così deciso di non accontentarsi del limite dei 7900 metri impostogli dalle autorità nepalesi e rinunciare all’impresa.
Nei giorni precedenti la partenza per il Nepal sono state diverse le polemiche sollevate sull’opportunità di una scalata del genere, in particolare dal CAI (Club Alpino Italiano), che aveva definito quella di Moro e Brumotti “un’idea fuorviante“, una presa in giro alla sacralità della montagna.

Foto | ivg.it

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