#30eLode per chi decide con la testa e per chi decide con il cuore
Ieri il movimento #salvaiciclisti ha lanciato una petizione online per chiedere al Parlamento di ridurre la velocità massima all’interno delle aree residenziali a 30 km/h con l’eccezione delle arterie a scorrimento veloce.
Ho scritto e pubblicato un articolo sul mio blog sul Fatto Quotidiano spiegando le ragioni per cui ho deciso di firmare, ma leggendo i commenti, mi è stato subito chiaro che ben pochi abbiano capito di cosa si stesse realmente parlando. Mi hanno chiamato “talebano”, hanno scritto che a 30 km/h in auto si rischia di addormentarsi alla guida, che non ci sono reali differenze tra un impatto con un pedone/ciclista a 30 km/h e a 50 km/h, che spesso sono i pedoni a suicidarsi gettandosi sotto le auto.
Questo nonostante le statistiche parlino di oltre 10.000 morti tra ciclisti e pedoni in 10 anni, nonostante sia comprovato che ridurre la velocità a 30 km/h dimezzerebbe il numero dei morti sulle strade aumentando, in questo modo, il PIL nazionale dell’1%.
Bene, ci sono due modi per capire le cose, con la testa o con il cuore.
Chi è più portato a prendere le decisioni con il cuore dovrebbe guardare bene la foto qui sopra: si chiamava Alessia Calvani, 15 anni, falciata ieri a Latina da un’auto mentre attraversava la strada. Molto probabilmente se l’impatto fosse avvenuto a 30 km/h sarebbe sopravvissuta anche se con qualche ammaccatura.
Chi è portato a prendere le decisioni più con la testa può dare una lettura alla presentazione qui sotto dove si spiegano le ragioni tecniche del limite di 30 km/h e le sue implicazioni.
In ogni caso, voglio invitare tutti i lettori di questo blog a firmare la petizione che trovate al link: change.org/30eLode. Perché, alla fine, la strada, l’attraversiamo tutti e vogliamo tutti arrivare sani e salvi dall’altra parte.
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