1700 chilometri in mountain bike dal Canada al Polo Nord. E’ questa l’ultima impresa dei due amici Dario Valsesia, avventuriero originario di Borgomanero, in provincia di Novara, dove gestisce insieme al fratello Nico un negozio di biciclette, e Tony Frezza, veterinario di Belluno. La prima parte del percorso si è snodata da Whitehorse, capoluogo della provincia dello Yukon, a Tuktoyaktuk, il centro abitato più vicino al Polo Nord, e da qui è proseguito sino all’Artico, pedalando per gli ultimi 180 chilometri sul fiume Mckenzie ghiacciato e poi sulla banchisa.
Innumerevoli – come spiega Dario in un’intervista a La Stampa – le difficoltà del viaggio: il clima rigido, con temperature fino a 50 gradi sotto lo zero, il trasporto del bagaglio, cercando comunque di non esagerare e caricarsi troppo (12 chili in tutto tra tenda, sacco a pelo, fornelletto, ricambi per la bici e abbigliamento), e infine un principio di congelamento alle dita a Engineer Creek. Non solo disagi, però, tanti anche i momenti piacevoli, su tutti l’ospitalità delle famiglie inuit conosciute lungo la strada che hanno offerto ai due cicloviaggiatori italiani un pasto caldo ed un alloggio per la notte. E poi l’aurora boreale, spettacolo della natura che vale l’intero viaggio.
Tornato a casa, Dario non ha intenzione di fermarsi troppo a lungo. E’ già in preparazione, infatti, la prossima avventura, partenza prevista per fine luglio, sempre di natura sportiva: una randonnée di 1400 chilometri Londra-Edimburgo-Londra da percorrere in cinque giorni. E ancora, l’Iditarod, gara invernale di 1800 chilometri che si svolge ogni anno in Alaska. “Dopo il Polo – spiega Dario – sono pronto a tutto“. Come dargli torto.
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