Ignazio Marino, nuovo mandato nel segno della bici

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E’ salito al Campidoglio su una bicicletta rossa facendosi largo tra curiosi e fotografi, come nelle migliori tappe del Giro d’italia. Ignazio Marino, nuovo sindaco di Roma eletto domenica scorsa, si è presentato così al passaggio di consegne con il primo cittadino uscente Gianni Alemanno. E sulla salita di San Pietro in Carcere è rimasto per un buon tratto alzato sui pedali, segno che con il mezzo ha una certa confidenza. Un mandato, almeno nel suo primo giorno, sotto il segno della bicicletta, quello del chirurgo dem, la cui campagna elettorale è stata giocata in buona parte sul terreno della mobilità. Già, perché vuoi il traffico, l’inefficienza del trasporto pubblico, la pericolosità di andare in bicicletta in sicurezza e le buche, il problema annoso dei romani è il traffico.

Non si tratta di una passerella, ha assicurato Marino, che ha promesso di utilizzare la bici tutti i giorni per andare al lavoro, dando per primo il buon esempio ai cittadini e rispondendo così ad uno dei punti del manifesto “Caro sindaco” stilato lo scorso anno dal movimento #salvaiciclisti. Anche uno dei primi interventi promessi da Marino in campagna elettorale, e annunciato per il 15 agosto, è stato uno dei cavalli di battaglia del movimento dei ciclisti urbani e di molte associazioni ambientaliste, su tutte Legambiente: la pedonalizzazione dei Fori Imperiali, un progetto iniziato nel 1980 dall’allora sindaco Luigi Petroselli e mai portato a termine dai suoi successori.

Ma ai romani questo primo atto non basterà, gli interventi per decongestionare la città più motorizzata d’Europa, in cui ci si muove a velocità medie del 1700, non possono finire qui: servono percorsi ciclabili e zone 30, certo, ma anche un trasporto pubblico da rendere finalmente efficiente, il bike sharing di rifondare, le strade piene di buche da rattoppare. Il tutto, facendo i conti con l’arbitro più severo: il consenso. Insomma, la salita più difficile per Marino deve ancora venire.

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