bikenomics

Che la bicicletta facesse bene all’economia è cosa nota: tra risparmio economico individuale, contenimento delle emissioni inquinanti, riduzione della mortalità stradale e del traffico, ma fino a questo momento ci si è basati sul buon senso più che su calcoli definiti.

La European Cyclists’ Federation ha però di recente pubblicato uno studio all’interno del quale sono stai fatti i “conti della serva” per valutare in euro a quanto ammonti il valore economico generato dall’uso della bicicletta nei paesi dell’EU-27.

infograficaI risultati sono impressionanti: secondo lo studio realizzato, l’utilizzo della bicicletta genererebbe ogni anno 200 miliardi di euro, una cifra pari al PIL della Danimarca.

Di questa cifra, oltre la metà (110 miliardi di euro) dipende dal risparmio in termini sanitari derivanti dalla riduzione dell’incidentalità stradale: questa cifra è stata estrapolata utilizzando lo strumento di valutazione HEAT, messo a punto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per valutare il benificio economico derivante da forme di mobilità attiva. Se questa stima può sembrare esagerata, è sufficiente pensare al nostro paese dove ogni anno circa 4000 persone perdono la vita sulle strade generando un danno economico (oltre che sociale, è ovvio) compreso tra i 24  e i 31 miliardi di euro. A questo si aggiunge poi il dato reso noto da uno studio pubblicato da Lancet lo scorso anno che evidenzia come l’inquinamento atmosferico generato dal traffico motorizzato genera ogni anno oltre 5 milioni di morti in tutto il mondo.

Oltre all’aspetto sanitario, lo studio entra nel merito del risparmio generato dalla riduzione della congestione all’interno delle città, stimata attorno ai 24 miliardi di euro. Anche in questo caso la stima sembra essere stata realizzata approssimando il dato per difetto: il Libro Bianco dei Trasporti realizzato da Confcommercio nel 2012 aveva infatti individuato come la congestione stradale nella sola Italia sia responsabile della perdità di oltre 50 miliardi di euro all’anno, pari al 3% dell’intero PIL nazionale.

Un ulteriore risparmio generato dall’uso della bicicletta deriverebbe ovviamente anche dal mancato uso del petrolio che, secondo lo studio in oggetto, ammonterebbe a una cifra compresa tra i 2,8 e i 5,7 miliardi di euro l’anno (ipotesi basata sul petrolio a 100 $ all barile)

Il risparmio generato dalla riduzione dell’inquinamento ambientale e acustico è invece stimata in una cifra complessiva di poco superiore al miliardo di euro.

Al di là di indurre al risparmio economico, però, l’uso della bicicletta è anche in grado di generare crescita economica, come evidenzia il caso del settore cicloturismo che ogni anno in Europa smuove 44 miliardi di euro, 12 dei quali solamente in Germania.

Anche la produzione e vendita di biciclette e accessori entrano nel computo dello studio e che è stimata per una cifra che si aggira attorno ai 18 miliardi di euro all’anno. Proprio l’Italia, in quanto primo produttore europeo di bicilette e accessori, risulterebbe essere quindi tra i principali beneficiari di un aumento della ciclabilità giacché circa 3.500 persone lavorano in questo settore dell’industria metalmeccanica.

L’aspetto più interessante dello studio è però il rapporto costo-benefici individuato: anche nei paesi in cui la bicicletta è più diffusa, l’investimento necessario per godere dei benefici dell’uso della bici è decisamente contenuto. Giusto per capire l’ordine di grandezza, basti pensare che in Olanda ogni anno vengono investiti in ciclabilità 25 € pro-capite, in Gran Bretagna 2,35 €, in Ungheria 3 €. A livello aggregato, in tutta l’Unione Europea vengono investiti una media di 5-6 € pro capite per generare un beneficio economico di 400 € pro-capite. Il rapporto tra costi e benefici è quindi di circa 1:70.

Lo studio presentato dalla Federazione dei Ciclisti Europei non fa quindi che confermare ulteriori studi realizzati in passato sulla materia che potremmo definire bikenomics (bike + economics): l’ultima edizione del Bicycle Account pubblicata dalla città di Copenhagen aveva infatti individuato come ogni km pedalato generasse un beneficio di 0,16 euro per la società, mentre a ogni km percorso in automobile corrispondesse un danno pari a 0,10 euro.

Quello che lo studio presentato omette di considerare sono però i vantaggi per le piccole economie locali delle zone interessate da particolari investimenti in ciclabilità: rivelazioni effettuate a New York lo scorso dicembre avevano evidenziato come le attività commerciali di vendita al dettaglio che si affacciavano su reti ciclabili avessero ottenuto un aumento delle vendite di circa il 49%.

Un’altro aspetto non considerato è quello della creazione di green jobs grazie allo sviluppo della ciclabilità e che solo in Francia vale 16.500 posti di lavoro. Per colmare questa lacuna l’Organizzazione Mondiale della Sanità sta attualmente lavorando alla realizzazione di uno strumento in grado di stimare quanti posti di lavoro possano essere generati da interventi di ciclopedonalizzazione.

Per chi fosse interessato ad approfondimenti, il tema della bikenomics sarà affrontato il 28 ottobre a Milano durante il convegno che si terrà all’interno di CityTech, un evento organizzato dal Comune di Milano e dalla Commissione Europea, durante il quale i delegati dell’Organizzazione Monsiale della Sanità, European Cyclsts’ Federation, FIAB e ANCMA presenteranno i risultati dei propri studi e le proiezioni applicate al nostro paese.

 

 

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