Tutto quello che Matteo Renzi ha promesso, e non ha fatto, per la mobilità ciclistica a Firenze

Dal “patto con gli italiani” al “patto per la bicicletta”, promettere è lo sport preferito dei nostri politici. Presunti rottamatori inclusi.

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Il magro bilancio dell’amministrazione Renzi riguardo la promozione della mobilità ciclistica a Firenze è già stato evidenziato dall’associazione FIAB FirenzeInBici nel marzo e nell’ottobre del 2012. Oggi, a quasi un anno di distanza e ben 4 dalla sottoscrizione del “patto per la bicicletta” firmato dal “rottamatore”, non è cambiato molto, al netto dell’introduzione del trasporto bici sulla tranvia.

Era il 16 maggio 2009 quando Matteo Renzi, candidato a sindaco di Firenze, firmava il manifesto di 12 punti proposto dalla associazione FIAB FirenzeInBici. In una nota introduttiva Renzi, allora trentaquattrenne, scriveva:

Alla luce del fatto che la mobilità ciclistica rappresenta già oggi il 10% degli spostamenti cittadini […] affermo la necessità di incentivarla ulteriormente con interventi e misure che ne amplino lo spazio e la sicurezza.“.

Questi sono i 12 punti del patto (solo 3 su 12 sono stati applicati):

1) Mantenimento dell’ufficio bici con risorse umane e finanziarie e coinvolgimento delle associazioni nella fase di decisione –>”NI” (solo in parte)

2) Finanziamento minimo alla mobilità ciclistica come indicato dall’Unione Europea (5 euro per abitante per anno) –> NO 

3) Completamento del piano per la mobilità ciclistica –> NO

4) Realizzazione di almeno 10 km di nuove piste ciclabili l’anno con priorità per le principali direttrici della città per ora sprovviste –> NO

5) Piano per la sosta bici –> NO

6) Installazione di 2000 posti l’anno per il parcheggio bici –> SI

7) Estensione delle aree ciclopedonali nel centro storico –> SI

8) Interventi di moderazione del traffico –> NO

9) Abbonamento integrato mensile e annuale bici + treno –> NO

10) Trasporto bici sulla tranvia –> SI (qualche settimana fa, qui la notizia)

11) Bike sharing –> NO

12) Considerare la mobilità ciclistica come parte integrante della mobilità generale –> NO (questo punto è la risultante di quelli sopra, e visti i soli 3 applicati è decisamente un NO)

Ora, è vero che manca ancora un anno alla scadenza del mandato, eppure il 25% degli impegni mantenuti sul totale – i meno coraggiosi tra l’altro, no piste ciclabili richieste ed interventi di moderazione del traffico – non sono un ottimo biglietto da visita per colui che si proclama un innovatore e si candida alla guida del Paese. Ad ogni modo, il sindaco di Firenze ha ancora a disposizione 12 mesi per portare a termine gli interventi promessi e riacquistare la fiducia dei ciclisti fiorentini che, nel frattempo, è inevitabilmente venuta meno.

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