Si sa che gli italiani, in quanto all’arte dell’arrangiarsi, sono esperti. Ogni tanto anche gli esperti però possono prendere spunto da ciò che fanno gli altri. In questo caso si tratta di prendere un concetto antico, rimodernarlo un po’, e applicarlo al mondo del ciclismo urbano. È quello che si sta facendo a Memphis, negli Stati Uniti, dove sta nascendo la prima pista ciclabile finanziata con il crowdfunding.
Si potrebbe definire il crowdfunding (parola derivante dall’inglese “crowd”, folla, e “funding”, finanziamento) come la “colletta 2.0”, la colletta in versione moderna appunto. Il funzionamento del crowdfunding (reso famoso dal sito Kickstarter) è semplice: chi ha un’idea la presenta, specificando di quanti soldi ha bisogno per metterla in pratica; chi vuole sostenere questa idea può farlo impegnandosi a versare somme anche molto basse di denaro; l’unione fa la forza, per cui un largo bacino di finanziatori che versano poche decine di euro può portare a finanziare progetti di una certa grandezza. Il pagamento effettivo avviene solamente se la somma delle cifre promesse raggiunge il totale richiesto dall’ideatore del progetto, garantendo così che non si versino soldi invano.
Come si diceva, questo concetto è stato applicato a Memphis per finanziare parte della costruzione di alcune piste ciclabili per le vie della città. Secondo lo stereotipo, agli americani piace fare le cose in grande, e sembra che questo caso lo confermi: il progetto nel complesso costa 4,5 milioni di dollari, e alcuni ingegneri e urbanisti coinvolti nella sua realizzazione sono volati in Olanda per trarre spunto dall’esperienza locale. Ne è risultata una pista ciclabile che a detta degli esperti osserva tutte le migliori regole di sicurezza, soprattutto agli incroci. La Hampline (così è chiamato questo progetto) si collegherà anche a un percorso ciclistico già esistente, la Greenline, e unirà alcuni dei luoghi più importanti di Memphis, fra cui anche cinque scuole.
È interessante notare come il tutto sia nato dalla passione di alcuni attivisti locali, che per anni hanno proposto all’amministrazione locale la costruzione delle piste ciclabili. Solo dopo che i gruppi locali di promozione della bici si sono organizzati e hanno coinvolto dei finanziatori credibili l’amministrazione di Memphis si è seriamente interessata al progetto.
Si è giunti ormai alla fase finale, quella dell’effettiva costruzione, e i soldi sono stati raccolti quasi interamente. La parte mancante, finanziata con il crowdfunding, è in realtà molto piccola rispetto al totale: solo 75.000$. L’idea è comunque interessante.
Che dopo le piste ciclabili autocostruite nascano anche da noi le piste ciclabili autofinanziate? Il crowdfunding potrebbe giocare un ruolo, ma a finanziare le piste ciclabili dovrebbe continuare ad essere principalmente l’amministrazione pubblica: sono pochi i progetti con un migliore rapporto fra costi e benefici per la cittadinanza intera, non certo solo per chi va in bici. Dato l’altissimo livello di tassazione (che in fondo non è altro che una forma particolare di crowdfunding) che c’è nel nostro paese, i soldi sicuramente ci sono, basta spenderli bene.
Si possono leggere maggiori dettagli sul progetto di Memphis qui, mentre da questa pagina è possibile seguire l’andamento delle promesse di donazione.
in Italia da 15 anni c’è una legge che finanzia le piste ciclabili, v.
http://www.ilikebike.org/2009/11/io-mi-ricordo-di-paolo-galletti/