Dopo l’incidente che è costato la vita a Ahmed, 31 anni, investito da un furgone ieri a Milano dopo aver evitato la portiera di un’auto parcheggiata spalancatasi all’improvviso davanti a se, questa mattina centinaia di ciclisti si sono raccolti per un presidio davanti al luogo dell’incidente in Corso Europa di cui vi proponiamo alcuni scatti (si ringrazia Alberta Schiatti per le foto).
Molti dei presenti indossavano una fascia rossa al braccio come segno di lutto che i ciclisti Milanesi indosseranno nei prossimi giorni e fino alla tradizionale pedalata prenatalizia di San Lazzaro (il cui motto è “alzati e pedala”), momento durante il quale sarà posta una ghost bike sul luogo dell’incidente che è costato la vita ad Ahmed. Il ritrovo sarà sabato 21 dicembre alle 14:30 al Planetario.
Alle 8:30, i ciclisti milanesi hanno occupato la sede stradale improvvisando una “sdraiata” allo scopo di manifestare in modo silenzioso e con la propria fisicità il pericolo incombente su tutti coloro che si muovono in bici in città.
Al presidio era presente anche l’Assessore alla Mobilità del Comune di Milano, Pierfrancesco Maran che commentando l’accaduto ha sottolineato l’esigenza di provvedere a una riforma del codice della strada attualmente al centro di un braccio di ferro tra l’ANCI e il Ministero dei Trasporti: “Il codice della strada è vecchio e lo dimostra anche quest’obbligo di tenere il margine destro, ragionevole su strade extraurbane, ma invece ben pericoloso laddove c’è sosta e il principale pericolo deriva dalle portiere. E’ un tema che va affrontato nella riforma del codice assieme a un altro, più profondo e difficile, cioè che indipendentemente da quale siano le regole, ognuno di noi deve impegnarsi a rispettare gli altri in strada. Anche su questo c’è molto da lavorare”
Parole sicuramente condivisibili, ma che rischiano di restare lettera morta finché il rispetto dimostrato in strada da chi dovrebbe per primo occuparsi del rispetto delle regole è facilmente riassunto dalla foto che potete vedere qui sotto:

Foto scattata il 16/12/2013 da Olaf Pignataro
mi ripeto: se un ciclista ha colpa..muore. se non ha colpe muore. una legge deve assolutamente partire da qui se vuole ridurre questa quotidiana tragedia. assistiamo invece tutti ad una bestiale discussione del tipo: se l’è cercata, non si vedono , schizzano da tutte le parti. insomma il ciclista è condannato da tutti il sistema comunque si comporti. insomma ci mettono sull’avviso e non gliene ne frega niente a chi ha i potere si sistemare le cose. guardare la moto del vigile per capire. sicuramente a questo qui non gliene frega niente. facciamo foto, su foto, sempre che almeno vedano quanto sono fuori.