Nel giorno dell’Epifania del 1937 nasceva ad Asti Paolo Conte, uno dei più grandi cantautori italiani, sempre perfettamente in equilibrio tra la canzone d’autore e il jazz d’oltre oceano.
Nel corso della sua carriera ha più volte cantato la bellezza dell’andare in bici e ha raccontato le storie di chi, la bicicletta, l’ha resa grande e indimenticabile.
Una su tutte è Bartali che, rievocando la vittoria al Tour de France del 1948, con il suo beffardo za-za-ra-zzaz, ha rappresentato il sentimento di rivalsa del popolo italiano nei confronti dei cugini francesi.
Ma oltre che di Gino il Pio, Paolo Conte ha anche cantato di Giovanni Gerbi, ciclista professionista astigiano dei primi anni del ‘900 che corse fino alla veneranda età di 56 anni. Il suo soprannome, Diavolo Rosso, è anche il titolo della canzone a lui dedicata, un foxtrot da camera pubblicato nel 1982 che è anche uno dei pezzi più eseguiti dall’artista dal vivo.
Nel 2007 Paolo Conte firma la sigla del Giro d’Italia pubblicando il singolo Velocità silenziosa. In cui perentorio afferma:
“Una bici non si ama, si lubrifica”
Nonostante la presenza ricorrente del mondo della bicicletta all’interno delle sue canzoni, Paolo Conte non è mai stato un appassionato delle due ruote. Nella breve intervista rilasciata a Radiobici nel 2012 ammette infatti che il suo legame con la bicicletta deriva soprattutto dalla mancanza di alternative di trasporto durante la sua gioventù e aggiunge di non seguire più il mondo delle corse.
Le canzoni sul ciclismo di Paolo Conte, quindi, non derivano da una passione per la pratica sportiva, ma da un’attenta analisi dell’Italia che, evidentemente, il ciclismo e la bicicletta ce l’ha nel DNA da sempre.
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