La domenica si va a Po!

La domenica si va a Po!
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Non è un caso che la gente di fiume del basso mantovano dica “vado a Po” e non “vado sul Po”. Il Po, altresì chiamato “la Fioema” non è solo il principale corso d’acqua italiano: nella percezione dei suoi abitanti ed estimatori il Po è un vero e proprio topos, un luogo mitico e mistico, perché si va a Po come si va ad Atlantide, a Samarcanda, a Costantinopoli. Certo il clima non sempre incoraggia, nè nelle giornate estive, torride e infestate di zanzare, nè tantomeno in quelle invernali, umide e nebbiose.

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E’ in primavera ed autunno che il Po offre il meglio di sè agli amanti del pedale, della natura, dell’arte e della buona cucina. Dalle sorgenti al delta sono quasi 650 km, in gran parte percorribili in bici attraverso regioni amministrative e mentali assai diverse tra di loro. Uno dei tratti meno battuti, forse perché relativamente lontano dalle grandi città, è quello tra Casalmaggiore (CR) e Ostiglia (MN).

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Entrambi i lati del fiume sono costellati da borghi e paeselli uno più bello ed interessante dell’altro, molti dei quali menzionati nei manuali di storia dell’arte. Sabbioneta (patrimonio UNESCO) Pomponesco dalla bella piazza porticata, Colorno con la reggia dei Farnese, Brescello, il paese di Peppone e Don Camillo, San Benedetto Po con l’abbazia del Polirone, Mantova tra medioevo e rinascimento, sono tutti gioielli artistici a portata di pedale dalle rive del fiume. E poi Gualtieri, Guastalla, Gonzaga, Moglia, borghi antichi purtroppo segnati dal terremoto del 2012 ma che conservano tuttora un fascino indelebile.

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Sugli argini i ciclisti non mancano, ma sono quasi tutti locali, nessuno straniero, pochi di fuori provincia, ed è un gran peccato perchè la zona si presta perfettamente al cicloturismo sportivo. Il territorio è tutto pianeggiante, quindi alla portata di qualunque gamba; in secondo luogo i numerosi punti di interesse culturale rendono piacevoli le soste. La ricettività turistica è adeguata: le campagne mantovane ed emiliane sono disseminate di agriturismi, trattorie tipiche ed osterie dove a prezzi modici si può pernottare e gustare la cucina locale, notoriamente tra le migliori d’Italia.

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Anche in riva al fiume si trovano vari ristoranti con spiaggia e approdo dove assaggiare stranezze indigene come anguille, rane e pescetti di fiume; volendo stare “a Po” è però consigliabile prenotare in quanto la tradizione del pranzo domenicale in famiglia è ancora molto viva e quindi si rischia di non trovare posto. Le linee ferroviarie di collegamento non mancano, e sono tutte regionali quindi con possibilità di trasporto bici: sulla sponda nord (sinistra di Po) Casalmaggiore è collegato sia a Milano che a Mantova via Piadena, e Ostiglia si trova sulla Verona-Bologna.

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Sulla sponda sud la faccenda si complica poichè la linea Suzzara-Ferrara, che teoricamente collegherebbe tutti i paesi intermedi sulla riva destra di Po, è in concessione alle Ferrovie dell’Emilia Romagna, che non consentono il trasporto delle bici sui propri treni regionali: un vero scandalo per un territorio che potrebbe prosperare con il cicloturismo. Tra Suzzara a Parma si va decisamente meglio: Guastalla, Boretto, Brescello sono collegate da Trenitalia; in ogni caso è sempre consigliabile verificare sul sito, treno per treno, l’effettiva possibilità di caricare le bici.

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Gli argini sono in gran parte carrozzabili e assai poco trafficati nel fine settimana; sul lato sud vi sono alcuni tratti di strada bianca o sterrata affrontabili con una normale city bike. Meglio partire attrezzati per le forature perché nonostante il tratto faccia parte dell’Eurovelo, la zona non è ancora organizzata per il cicloturismo e quindi mancano punti di assistenza sulla pista e i meccanici di paese la domenica sono assolutamente irreperibili. La segnaletica su entrambi i lati della ciclovia è a tratti discontinua ed approssimativa ma non bisogna scoraggiarsi: gli argini sono frequentati da pescatori, runners e ciclisti locali che vi indicheranno volentieri, alla Totò e Peppino, “per andare dove dovete andare dove dovete passare”, e soprattutto “per mangiare quello che volete mangiare dove dovete mangiare”.

In cambio della vostra visita il Po vi regalerà una quiete incredibile, con vasti panorami fluviali tagliati da lingue di sabbia candida sospese sull’acqua, argini fioriti, aironi cinerini, fagiani, piccoli rapaci, lepri e conigli; splendide cascine abbandonate o perfettamente ristrutturate, ponti di barche, chiaviche antiche, intersezioni con altri fiumi, canali e diversivi, cappelle e chiesoline sperdute nei prati e circondate dai girasoli. E tornerete a casa sorpresi e felici di aver pedalato in mezzo a tanta bellezza.

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