Caro Ministro, io me ne fotto
Venerdì il Ministro Lupi ha risposto con un secco NO all’ipotesi di introdurre anche in Italia il senso unico eccetto bici. La cosa non mi ha stupito, ma sicuramente amareggiato.
Vedete, ho vissuto per molti anni in città dell’Europa in cui il controsenso ciclabile è una realtà indiscutibile e, nell’arco di questo lungo periodo, ho avuto modo di rendermi conto di una semplicissima cosa: se procedo in bici su una strada, preferisco di gran lunga essere cosciente di un eventuale pericolo vedendomelo arrivare di fronte piuttosto che trovarmelo alle spalle per rendermene conto quando è troppo tardi. Questo è il motivo principale per cui auspicavo che il ministero delle infrastrutture e (residualmente) dei trasporti accogliesse questa pratica anche nel nostro paese, in modo da legalizzare un comportamento diffuso che genera sicurezza per tutti gli utenti della strada.
Albert Einstein era solito dire “se avessi un’ora di tempo per risolvere un problema trascorrerei 55 minuti per pensare al problema e 5 minuti per pensare alla soluzione”. Il Ministro dei Trasporti, prima di pronunciarsi avrebbe potuto trascorrere 55 minuti informandosi sulle buone pratiche diffuse a livello europeo o semplicemente facendo un giretto in bici per rendersi conto di quale fosse la soluzione più intelligente da adottare in questo contesto. Ma Lupi, che non è certo Einstein, ha preferito dire la prima cosa che gli è venuta in mente seguendo la logica da bar sport che prevede le equazioni “controsenso=pericolo” e “piste ciclabili=sicurezza”.
Personalmente, me ne fotto allegramente della posizione del ministro e continuerò a imboccare in controsenso tutti i sensi unici che riterrò opportuno. Non si tratta di disobbedienza civile, ma di sicurezza personale. Prima che rispettare il codice della strada, il mio dovere è portare a casa la pelle e, per farlo, devo essere in grado di vedere tutto ciò che può rappresentare un pericolo per la mia incolumità.
D’altronde, come fai a prendere sul serio uno che, dopo aver rigettato l’ipotesi di facilitare la circolazione delle biciclette in città, se ne esce con una dichiarazione simile:
Caro Ministro, la prossima volta che vuoi fare una corsetta, vai in autostrada, vedrai che ti troverai più a tuo agio.
SECONDO ME PRESE DI POSIZONE COME QUESTA FANNO MOLTO MALE ALLA “CAUSA” .
NON SI PUO’ DIRE E DECIDERE IN AUTONOMIA QUALI SONO LE PROPRIE PRIORITA? E SE IO RITENESSI CHE PER SALVARE LA MIA VITA FOSSE CORRETTO CONTRAVVENIRE A QUALCHE ALTRA REGOLA A MIO PIACIMENTO? IN QUESTO CASO GIUSTIFICHI IL TUO ANDARE IN CONTROMANO CON IL SALVARTI LA VITA ? SEI UN INCIVILE. SONO ATTEGGIAMENTI DA TALEBANO DELLA BICICLETTA CHE SONO QUELLI CHE A VOLTE (INGIUSTAMENTE) FANNO ODIARE I CICLISTI NELEL GRANDI CITTA’ PER QUESTO RITENERSI SUPER PARTES. ANDANDO CONTROMANO E SVOLTANDO IN UNA VIA CONTROMANO SALVAGUARDI LA TUA VITA? E L’AUTOMOBILISTA CHE T DOVESSE INVESTIRE , AL DI LA DELLA RAGIONE CH E POCO IMPORTAQUANDO SI PARLA DI VITA, CHE COLPA NE AVREBBE DEL FATTO “CHE TE NE FOTTI?” SPERIAMO CHE GLI AUTOMOBILISTI NON SE NE OTTANO DI TE IN CONTROMANO PERCHE’ HAI DECISO UNILATERALMENTE RIPETO DA TALEBANO CHE LA TUA VITA VALE DI PIU’:
Beh allora ti sei spiegato male ;-)
Anche io mi autodenuncio. Violo quotidianamente il codice della strada, sprezzante delle regole e con il solo egoistico obiettivo di riportare a casa la pellaccia. In particolare percorro Viale Aventino e via di S. Gregorio sul marciapiede. I SUV che fanno i 90 sui sanpietrini mi incutono un filo di timore. Ho torto, lo so, ma lo faccio anche per loro! Non vorrei intralciarli finendogli tra le ruote con la mia biciclettina. Che se corrono tanto (mentre parlano col cellulare) sicuramente hanno delle cose importanti da fare, mica come me.
È controproducente per te perché se non è segnalato è probabile che chi si immette guardi in una direzione sola (e son cavoli tuoi).
Non sarebbe male avere delle chiare statistiche sugli incidenti auto-bici (divisi in base alla dinamica dell’incidente). A me pare che l’investimento “da dietro” sia assai più raro di quelli da altre direzioni (auto che si immettono da vie laterali), ma è solo una mia personale impressione data dagli incidenti che QUASI (per fortuna) mi sono capitati in questi anni in bici.
Il senso unico eccetto bici mi pare buono con opportuna segnaletica. Senza di quella, molto meno. Proprio questo venerdì a Torino una ciclista è stata investita in un senso unico da un’auto che vi si immetteva (sorvolo sul fatto che alla guida ci fosse un cavernicolo che l’ha pure presa a pugni; fosse stato anche un angelo, comunque l’incidente ci sarebbe stato).
PS: è anche controproducente per “la causa”. Mi pare il solito “io faccio come cazzo mi pare”. Ma questo è assolutamente secondario.
Non ho capito bene. Si era detto che i sensi unici in cui è consentito andare in direzione opposta in bici dovevano essere opportunamente segnalati (e secondarimaenete che dovevano esistere certe condizioni).
Dire “continuerò a imboccare in controsenso tutti i sensi unici che riterrò opportuno” mi pare controproducente.
“All’estero si fa così” è una bella frase se si tiene anche conto del fatto che lì esiste la segnaletica, non che ognuno fa come cazzo gli pare.
Vedi ad esempio le foto sulla pagina http://en.wikipedia.org/wiki/Contraflow_lane
Controproducente per chi? Per me o per la causa?
Ci sono strade in cui le auto devono andare per forza piano perché la sede stradale è stretta, ci sono dossi, etc. (vedi corso garibaldi a Milano) perché mai io non dovrei percorrerla in senso contrario? Perché mai dovrei avventurarmi in altre strade più pericolose? Perché è vietato?
Mi facciano la multa! sarò lieto d pagarla.
Uso spesso la bici per andare al lavoro, in una città non certo pianeggiante (Cagliari) e a un certo punto del tragitto mi si presentano due possibilità:
1. un giro tortuoso per vie trafficate, quindi pericolose, con arrampicate pesanti. In questo caso seguo scrupolosamente i sensi di marcia.
2. un percorso più diretto, in salita graduale, lungo una via del centro storico in Z.T.L., dove le pochissime auto che passano vanno piano e si vedono da lontano. In questo caso però percorro la via contromano.
Voi al posto mio cosa fareste? Io seguo il secondo percorso. Lo so, commetto un’infrazione, ma purtroppo il codice stradale e il Comune che stabilisce i sensi di marcia ragionano come se le persone circolassero solo in auto.
Ecco, appunto.