“La maggior parte dei ciclisti sono uomini bianchi e giovani, per cui promuovere la mobilità in bicicletta vuol dire essenzialmente favorire una sola parte dei cittadini. A parte qualche eccezione, le persone anziane non andranno mai in bici, così come le donne di diverse nazionalità che desiderano indossare vestiti modesti, e io sono tra queste. Per questo credo che la bicicletta sia un mezzo di trasporto discriminatorio.”
La dichiarazione che ha fatto discutere molto in questi giorni è di Deirdre Alden, assessore britannica della città di Birmingham, che proprio lo scorso anno ha beneficiato di un importante finanziamento (17 milioni di sterline) per la realizzazione di strategie ed infrastrutture volte a favorire la mobilità ciclistica, tra cui il neonato bike sharing.
Immediata la risposta di Sustrans, associazione inglese di riferimento di ciclisti urbani e cicloturisti, che tramite il direttore regionale per le West Midlands, Yvonne Gilligan, ha dichiarato: “Le parole dell’assessore Alden sono sconcertanti, non ci sarebbe nemmeno bisogno di ricordare che le uniche alternative all’uso della bicicletta nel quotidiano sono i mezzi pubblici o l’auto privata, che essendo più costosi sono semmai essi stessi discriminatori verso i meno benestanti. La bicicletta non ha bisogno di alte spese di manutenzione e costa di gran lunga meno di un’auto o di un abbonamento ai mezzi pubblici.”
Sustrans ha poi ribadito che grazie al recente finanziamento la promozione della mobilità in bicicletta andrà a beneficio di tutti, dai bambini di 8 anni agli anziani di 80. Inoltre, rivolgendosi all’assessore Alden, Sustrans ha ricordato proprio l’esistenza de progetto “East Birmingham Active Families & Communities”, con cui l’associazione è impegnata a portare più persone possibile in bicicletta. In questo progetto sol l’11% dei coinvolti sono uomini bianchi di età compresa tra i 14 e i 75 anni, mentre il restante 89% è costituito da persone di altra età e gruppo etnico per cui la bicicletta è diventata ormai parte integrante della loro vita.
Sustrans ha poi invitato l’assessore Deirdre Alden a conoscere di persona il progetto in questione e a parlare con le persone coinvolte per conoscere il loro parere.
Come era prevedibile, le dichiarazioni della Alden hanno suscitato indignazione non solo tra i vertici dell’associazione Sustrans ma tra tutti i ciclisti che in massa, attraverso i social network, hanno chiesto all’assessore di rivedere le sue dichiarazioni.
Forse la traduzione ha complicato la cosa, ma….cosa voleva dire con “donne che vogliono indossare vestiti modesti”???
E allora tutte le donne (giovani o meno) che vanno in bicicletta nei Paesi Bassi o in Danimarca?
Alden non ha mai visto cycle-chic? O il sito Lovely Bicycle?
E la quantita’ di persone anziane che si muovono con le biciclette elettriche?
Questa ha ricevuto i soldi per promuovere una mobilita’ che non conosce!
Qui a Trento in bicicletta vedo donne e uomini, giovani e anziani, molte persone di diverse etnie, neri africani e magrebini, indiani, sudamericani.
Al contrario di questa signora britannica che evidentemente si è bruciata il cervello pensando ad occupare la sua poltrona, ritengo che la bicicletta sia l’unico mezzo di trasporto che oltre a non essere assolutamente discriminatorio avvicina le persone.
Secondo gli stereotipi che esistono attualmente, un nordafricano col macchinone è sicuramente uno spacciatore, mentre se gira in bici ci sono buone possibilità che sia considerato una persona che sta cercando di integrarsi.
Non credo sia questa la politica da fare intorno alla bicicletta, quanto insistere, come sta facendo in modo egregio questo sito, sulla sostenibilità ambientale e sull’effetto positivo che ha sulle persone.