Simona Pergola e Daniele Carletti sono partiti da Roma per un giro del mondo in bicicletta di quattro anni, con l’obiettivo di valicare i passi più alti di ogni continente. Dopo sei mesi li abbiamo contattati per sapere come sta andando.
Simona e Daniele, sono passati 6 mesi, dove siete?
Siamo arrivati a Baku, Azerbaijan, da qualche giorno. Abbiamo finalmente “messo i piedi” nel Mar Caspio dopo ben 7500 km di pedalate!
In tempo con la tabella di marcia che avevate previsto?
Nonostante vari ritardi accumulati dovuti ad attese di visti che non sono mai arrivati, siamo comunque più o meno in linea con il tempo che avevamo previsto.
Avete dovuto “saltare” un passo, perché?
In realtà più che “saltare” l’abbiamo dovuto “cambiare”. Il passo previsto da principio era il Jvari Pass (2370 m), che si trova esattamente al confine tra Georgia e Russia. Non avendo potuto ottenere il visto per la Russia, abbiamo dovuto modificare il percorso scegliendo di fare l’Ilgar Dagi (2550 m) in Turchia, anche più alto del Jvari. Simbolicamente avremmo preferito fare il Jvari, l’avevamo scelto in quanto si trova sul Caucaso e segna il confine tra Europa ed Asia, attraversando una delle catene montuose più importanti al mondo. Ma fare l’Ilgar Dagi nelle montagne del Kackar in pieno inverno è stato comunque meraviglioso e molto molto duro!
E’ stato un problema imprevisto o già lo immaginavate?
Sapevamo che ottenere il visto per la Russia, soprattutto considerando che avremmo attraversato la Cecenia ed il Daghestan, sarebbe stato difficile. È considerata una zona pericolosa, anche se dai racconti di molti viaggiatori sembra non essere così…Ma abbiamo lo stesso tentato, chiedendo persino il supporto all’Ambasciata Generale d’Italia a Mosca, che si è dimostrata molto disponibile ma che ha confermato l’impossibilità di emettere un visto per quella zona. Per cui imprevisto, sì, ma sapevamo sarebbe stata difficile dal punto di vista della burocrazia.
Il prossimo passo?
Il prossimo passo si trova in Himalaya, previsto per agosto/settembre. Anche in questo caso la burocrazia ed i delicati equilibri politici determineranno la fattibilità o meno di questa scalata, in quanto il passo si trova in Tibet e dovremmo accedervi via terra dalla Cina!
Come va con la fatica, il freddo?
La fatica la sentiamo di più quando siamo fermi che quando pedaliamo, dopo due giorni in casa già sentiamo il bisogno di tornare a vivere la strada, pedalare, dormire in tenda e godere delle esperienze che facciamo ad ogni pedalata.
Pedalare e campeggiare al freddo è davvero molto dura, finora ce la siaml cavata ed ancora non abbiamo pensato o detto “ma chi ce l’ha fatto fare!”… Quindi va bene!
Altri problemi, meccanici o di altra natura?
Facendo tutti gli scongiuri del caso,ad oggi non abbiamo avuto problemi meccanici seri. Due ruote bucate, tra l’altro non mentre pedalavamo ma stando fermi in casa. L’unica grana che abbiamo cominciato ad avere, a causa del clima e delle zone in cui stiamo pedalando, è il fango. Che ci costringe a continue pulizie per evitare che si blocchino le ruote o che si rovinino gli ingranaggi (catena, pacco pignoni, deragliatore, ecc…).
Come sta andando con il budget? Con quanto riuscite a vivere?
Dal punto di vista del mangiare e dormire ce la caviamo tranquillamente con 5€ al giorno a testa, ma è una media naturalmente. Capitano giorni in cui non spendi nulla (come i primi 6 giorni in Azerbaijan dove non abbiamo nemmeno trovato un bancomat funzionante per prendere i Manat), e poi arriva il momento in cui fai la spesa per mangiare nei supermercati più forniti. Poi ci sono le spese extra, come i visti, che sono purtroppo la parte più onerosa.
Come va con la ricerca di ospitalità per la notte?
Va oltre quanto avevamo immaginato, le persone che incontriamo in strada sono curiose, disponibili ed aperte. Abbiamo ricevuto molte proposte di ospitalità da completi sconosciuti e fino ad oggi la Turchia è il paese dove questo fenomeno si è verificato quasi ogni giorno!
Dove avete trascorso il Natale?
Poiché è capitato subito dopo il secondo passo (Ilgar Dagi, in Turchia) abbiamo deciso di concederci qualche giorno di riposo e caldo, nella piccola cittadina di Akhaltsikhe, che si trova in Georgia a circa 20 km dal confine con la Turchia. E praticamente la vigilia ed il Natale li abbiamo trascorsi dormendo e lavorando al sito!
Bilancio generale dei primi 6 mesi. Siete felici?
Impossibile dirvi che non siamo felici! Pedalare, conoscere diverse culture, far nascere nuove amicizie, vedere ogni giorno posti nuovi, dormire in tenda magari nella steppa, o sul ciglio di un canyon con la sola compagnia delle aquile…insomma, come si fa a non essere felici?
Contatti
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Bravissimi, avete un paio di palle tutti e due, un augurio da Tenerife.