Sin dall’esaltante esperienza del 4° Cimento Invernale, la Ciclonotturna del Brembo del 2013, organizzata dal Forum del Cicloviaggiatore, sezione Martesana, mi son chiesto se il territorio veneto si prestasse ad un evento simile. L’anno successivo ripeto l’esperienza con la Ciclonotturna del Vacchelli.
Quest’anno l’appuntamento si allontana di ulteriori chilometri da casa, inoltre il percorso: il sentiero della Valtellina, non è nuovo per me. E’ il momento di rispondere alla domanda ed attivarsi per realizzare. “Per non morire devo vivere!” queste parole sono risuonate nella mente… quasi un esclamazione del cuore, quando l’idea s’è intrufolata, riaccendendo la passione e l’entusiasmo. In uno di quei momenti tendenti alla depressione.
Immergo il mio essere nella nuova avventura, il pensiero si scatena, rovista nei ricordi, raccoglie tratti di strada, gli unisce, il percorso inizia a delinearsi. “Mauro organizziamo una notturna?” il ragazzo non esita e mi accompagna. Iniziano le ricognizioni. L’anello previsto chiude con un centinaio abbondante di chilometri, temo siano troppi, ma il mio fedele compagno cancella ogni timore, incoraggiandomi ad attuare il progetto mantenendo la traccia ideata. Dal Parco di San Giuliano di Mestre: Campalto,Tessera, Bosco di Mestre, Dese, Zuccarello, San Liberale, Quarto D’Altino, Greenway del Sile, Casale sul Sile, Casier, Treviso, ciclabile Treviso Ostiglia, Silvelle, Sant’Ambrogio, Scorzè, Martellago, Trivignano, Zelarino, Chirgnago, Catene. Percorso prevalentemente su ciclabili, per metà su sterrato e due brevi tratti su argine e campo.
Nelle varie uscite ricognitive, oltre a calcolare tempi e distanze, individuiamo i punti di ristoro, chiediamo ai responsabili e otteniamo il permesso all’utilizzo delle aree destinate. La collaborazione e la generosità di queste persone mi fa star bene… è bellissimo chiedere e ricevere, senza riserve, un semplice gesto che può far felici tante persone.
Ci siamo dedicati per quasi due mesi, oggi 31 gennaio 2015 siamo pronti, emozionati e trepidanti! Con una buona dose di preoccupazione, in primis il meteo, poi la difficoltà di certi tratti pesanti e la distanza da coprire. Un primo gruppo si incontra a Catene, un altro nei pressi della stazione ferroviaria di Mestre per convogliare definitivamente sul ponte strallato del Parco di San Giuliano, dove i trentadue partecipanti si riuniscono per iniziare l’escursione nella notte della merla. Onorati dalla partecipazione di personaggi noti come Alberto Fiorin, Sebastiano Favaro, Ausilia Vistarini, Caterina Borgato e salutati dal grande Amico Silvano Pavan (Pipa) che diserta perseguito dall’indisposizione influenzale… peccato!
Dalla spettacolare vista di Venezia che rispecchia le luci tremolanti sulla laguna, all’impegnativo single track sull’argine dell’Osellino a seguire alcune centinaia di metri di terreno morbido, molto morbido, appiccicoso… fango intenso per dirla in parole semplici. Chi impreca, chi ride, chi mette il piede a terra, chi sprofonda ed io in testa a guidare sento il peso della responsabilità, ma entrare nel Bosco di Mestre, spegnere i fari per apprezzare il chiaro di luna che illumina la bianca stradina tra il fitto degli alberi, mette pace e rincuora. L’allegra brigata esulta alla deliziosa sorpresa riservataci da Nadia e Oriella: un tè caldo! Per far dimenticare le asperità e ricaricarsi di nuova energia, siamo appena a quota 20… una tacca come dice qualcuno, ne mancano altre cinque.
Casier è addormentata da un paio d’ore quando piombiamo nella piazza per banchettare; per gentile concessione del titolare, le generose bisacce possono vuotare il loro contenuto sui tavoli, nella veranda della Trattoria al Sile, offrendo bibite e vivande. Combattiamo il freddo con fette di salame, scaglie di pecorino e stravecchio, pane, vino, birra, coca ed anche i biscottini di Caterina, che non son niente male, e il cordiale? C’è pure, evviva! La Più felice di tutti è Isotta la giovanissima mascotte, arrivata in riserva… finalmente può far rifornimento. Quante belle foto arricchite dalla bellezza di queste gaie persone che hanno dimenticato il sonno, quante stelle nel cielo e otto tra di noi a rispecchiarsi nelle quiete acque del Sile che ci abbraccia e ci accompagna con il suo lento fluire in questa dimensione quasi irreale… sogno o son desto? “Sei desto, sei desto e pensa che hai coinvolto una trentina di persone normali, non svalvolati come te, in questa impresa, devi condurli alla conclusione e sei a metà strada!” “Mamma mia, hai ragione, che responsabilità, speriamo vada tutto bene” (parlo da solo con me stesso).
Ho bisogno di tre lepri per allestire la scena del prossimo ristoro dove è previsto: il tè caldo, le frittelle e la crostata di Antonella, i biscotti di Angela, ma quello che più m’interessa è la scenografia, sono un bambino mi piace il fuoco. Una lepre si azzoppa nel momento di scattare e precedere il gruppo, basta un cerottino e la zampetta punta è guarita. Alberto, Renato, Massimo, all’imbocco della ciclabile Treviso – Ostiglia, si dileguano, si allontanano sempre più, i rossi fanalini lampeggianti scompaiono inghiottiti dal buio. Una breve sosta ai mulini Favaro e Rachello collegati da un suggestivo ponticello in legno, sotto al quale le acque scorrono fragorose, provenienti da un bacino dove la luna si specchia… visione romantica. Così diamo tempo alle lepri di guadagnare terreno e preparare il palco.
Tanto sono rimasto affascinato dalla ciclonotturna del Brembo che ho voluto copiare: due strisce di lumini a delimitare i bordi della pista e guidare il plotone nell’area “Agro Bike” al km 99 della ciclabile menzionata in precedenza. In lontananza scorgo le tenui fiammelle tremolanti e son contento, mi lascio sorpassare affinché siano altri a scoprire la suggestiva accoglienza. Non credo ai miei occhi quando vedo le finestre della casetta di legno illuminate e i nottambuli all’interno.
Emozione e commozione nel mio cuore, che bellissima sorpresa! “Giuseppe! Non so come ringraziarti è fantastico quello che hai fatto… non so come sdebitarmi” “Romeo! È semplicissimo, fai pubblicità a questo posto e alla nostra associazione al nostro progetto” ( Associazione Energia Pulita Trebaseleghe) Una stanza calda dove consumare altre vivande, dolci, far festa, ascoltare i due amici che ci ospitano nell’illustrazione della loro attività e degli eventi organizzati. Apprezzo con infinita gratitudine e mi soffermo sul gesto di queste due, più che gentili, persone che nel cuor della notte hanno abbandonato le coperte, il focolare domestico, per esser qui a dar calore e conforto a noi… che bello che piacere intenso.
Il freddo non fa paura a nessuno, dal dolce tepore del locale, senza indugio alcuno, i temerari salgono a cavallo, riprendono il viaggio con allegria incuriositi da ciò che ancora potrà sorprenderli. Nulla, non è prevista nessuna sorpresa, se non il percorso lungo una bellissima ciclopedonale di recente realizzazione, che partendo dal Mulino Todori, nei pressi di Contea, si snoda seguendo il fiume Dese. Rocco, Adriano, Fernando ci salutano a Scorzè, il letto li attende a Noale da dove hanno raggiunto Mestre in bicicletta, senza aver rinunciato ad un’abbondante dose di fango. Il discepolo supera il maestro; conduce gli amici nella via della morbida terra intrisa dell’elemento acqua.
Le ruote affondano, si incagliano, raccolgono in quantità enorme la materia che si accalca fino a bloccarne il moto: “Rocco ma dove ci porti… hai imparato da Romeo?” “Non sapevo avessero lavorato l’argine, scusate!… dai! Dai! Prendete un bastoncino e togliete la palta… liberate le ruote e togliete la seconda suola alle scarpe”. Concludiamo le strade campestri transitando per il parco dei laghetti di Martellago, oltre al quale qualcuno prende la strada per casa: “Ciao! Grazie” “Ciao! Grazie a voi!” Due da una parte, uno dall’altra, quell’altro da un’altra parte ancora e in cinque o sei abbandonano il gruppo. I rimanenti, che non son pochi, a far confusione alle 6 30 del mattino in pasticceria per la colazione. Non vedo occhi assonnati, non vedo gente stanca, tutti salutano, ma rimangono per l’ultima battuta, per il saluto definitivo… c’è voglia di stare ancora.
Sono contento e soddisfatto perché è stato colto lo spirito di questa scampagnata notturna, ho sempre visto sorrisi e occhi luminosi nonostante il sonno e il freddo, son contento per chi ha vissuto per la prima volta l’esperienza notturna, per chi abituato a imprese estreme si è divertito. Contentissimo dei svariati complimenti, dell’aiuto di Mauro, Alice, e Massimo che si sono preoccupati di mantenere il gruppo compatto, assistendo gli attraversamenti nei punti critici. Brava Orsolina che ha stretto i denti più di tutti per conquistare il traguardo. Bellissime queste sessantaquattro gambe che si agitano in continuazione senza sosta nel fango e sull’asfalto, belle quelle ruote sottili che disperatamente cercano di mantenere una traiettoria su di un fondo che si oppone, belli i due ragazzini Milo e Isotta che se la sono spassata in mezzo ai matusa, belli tutti noi che sappiamo apprezzare il bel vivere.
Grazie a voi posso dire che il territorio Veneto si presta, lo dimostrerò ulteriormente alla prossima, con un altro percorso… magari più corto.
Romeo, come si poteva non aspettarvi tutti anche se siete arrivati in piena notte,
chi come noi ama il territorio e si sorprende ancora come un bambino (anche dopo aver passato il mezzo secolo) davanti ad un paesaggio, ad un tramonto, alla luna su un boschetto, ad un fiume o ad una risorgiva, riesce a vedere la bellezza nei nostri luoghi e li può riscoprire nel modo più semplice: con la bici, ebbene non può che cercare ed accogliere altri amici così.
Vi aspetto al Km 99 dell’Ostiglia per un’altra chiacchierata e per far progetti futuri insieme che trasmettano tutta la nostra passione ad altri amici.
Romeo, GRANDE!!!!!! per il progetto, l’impegno, la responsabilità che ti sei assunto. Grazie di tutto, restando a disposizione per la prossima. Grazie anche a tutti i partecipanti
Grande Romeo è stata una bellissima Notturna! Bravi tutti!