Se l’intermodalità è ferma al binario

Uno spettro s’aggira per l’Italia: lo spettro dell’intermodalità. Viaggiare in treno con la propria bicicletta al seguito può risultare spesso un’impresa e – per chi non abbia una pieghevole – la possibilità di poter salire sul treno con la propria bici tradizionale montata sono ridotte ai minimi termini. Per fortuna non sempre è così: negli ultimi tempi qualcosa si sta muovendo, anche in seguito alla campagna “bici+treno” lanciata su Change.org da Sara Poluzzi (che il 12 settembre sarà al CosmoBike Mobility di Verona) per chiedere l’introduzione di un abbonamento nazionale per poter trasportare la bici su tutti i treni.

Le associazioni amiche della bici e i cicloattivisti hanno sposato la causa. In Parlamento – grazie all’intergruppo parlamentare della Mobilità Nuova – qualcosa si sta muovendo. Ma c’è un ma: la materia bici+treno è di competenza regionale e ogni Regione ha un proprio regolamento che andrebbe uniformato mettendo il punto all’ordine del giorno in una delle prossime Conferenze delle Regioni. L’attesa si sta prolungando ormai da mesi e l’intermodalità è ancora ferma al binario, in attesa di poter far salire la bici sul treno di diritto come accade nei Paesi d’Europa che la vedono come una possibilità di sviluppo e non come una “concessione”, come da noi in Italia dove troppo spesso la bici viene vista solo come un ostacolo.

Non tutti i treni sono uguali, così come esistono diverse tipologie di biciclette: ma questa cosa non sembra sia chiara a tutti. In Italia sull’Alta Velocità viaggiare con la propria bici montata al seguito è un’utopia: senza smontare le ruote e riporre il tutto in una sacca non se ne parla nemmeno. Inoltre, le dimensioni massime consentite dal principale operatore sul mercato – Trenitalia – sono 80x110x40: non un centimetro di più, per poter essere contenute e viaggiare nei vani bagagli delle Frecce.

Un discorso a parte vale per le bici pieghevoli che nascono proprio per essere chiuse e trasportate agevolmente su altri mezzi di trasporto – auto, treni, bus, aerei, navi – per consentire di viaggiare senza problema con la propria due ruote al seguito. Trenitalia prevede il trasporto gratuito delle pieghevoli piegate (senza sacca) e sul suo sito web dispensa consigli a chi intende viaggiare in intermodalità bici+treno.

FAQ_TRENITALIA_BICI

Nuovo Trasporto Viaggiatori (Ntv) – il papà di Italo Treno – appare invece meno bike friendly già dal proprio sito istituzionale dove le faq dedicate all’argomento sono ridotte all’osso (e soprattutto non rispondono alle potenziali domande che un viaggiatore con bici al seguito potrebbe porre). Una sensazione che viene confermata andandosi a scaricare e spulciare il nuovo contratto di servizio – in vigore dal 20 maggio 2015 – dove in 58-pagine-58 si fa riferimento alle biciclette soltanto una volta, precisamente nel punto 13) che recita:

REGOLAMENTO_ITALO_TRENO_BICI

Avendo avuto più di una segnalazione di lettori che volevano trasportare una bici tradizionale sui treni Italo ma non erano riusciti a capire quali fossero le modalità e le condizioni di trasporto attraverso i canali dedicati, come testata giornalistica specializzata in ciclismo urbano e cicloturismo ci siamo presi la briga di verificare la cosa con una modalità di solito veloce ed efficace: rivolgendoci direttamente all’account Twitter dell’azienda in questione.

La nostra domanda era semplice, la loro risposta è stata lapidaria:

PRIMO_TWEET_BIKEITALIA_ITALO_TRENO_BICI

Da lì si è sviluppata una discussione che ha coinvolto diversi lettori soprattutto perché, andando avanti di tweet in tweet, @ItaloTreno continuava a ripetere sempre gli stessi concetti – come un messaggio standard diramato dall’altoparlante in carrozza – senza rispondere sul punto alle domande che venivano via via poste.

BOTTA_E_RISPOSTA_ITALO_TRENO_LETTORI

ITALO_TRENO_BICI_RISPOSTA_INGOMBRO

Dopo un fitto scambio di messaggi – preferiti, ritwittati e messi in circolo sui social – l’account @ItaloTreno non ha comunque risposto a una semplice e risolutiva domanda: quali dimensioni deve avere la sacca per riporre la bici per poter essere messa nel vano bagagli? “Di pari ingombro a quella di una pieghevole” non è una risposta, per due ragioni: 1) perché esistono diverse tipologie di bici pieghevoli e non tutte hanno le stesse dimensioni; 2) perché una bici tradizionale, anche se smontata e riposta in una sacca, è comunque più ingombrante di una pieghevole (provare per credere).

DOMANDE_BIKEITALIA_ITALO_TRENO_BICI

In assenza di quest’informazione messa nera su bianco – che andrebbe pubblicata anche sul sito istituzionale – si ingenera dunque confusione nei potenziali clienti che, armandosi di santa pazienza, dovrebbero già essere ben disposti per smontare le ruote alla propria bici tradizionale, riporla in una sacca e poi salire su Italo Treno. Ma è un’operazione non agevole da fare senza gli sganci rapidi sulle ruote – che non tutte le bici hanno – e poi bisogna stare attenti a non sporcarsi con la catena. Il tutto senza intralciare il passaggio su una banchina ferroviaria affollata in mezzo al viavai di gente in transito: ma non si va da nessuna parte se l’intermodalità è ferma al binario.

Commenti

  1. Avatar Francesco ha detto:

    Non ho l’auto e spesso prendo il treno per allungare il raggio d’azione delle mie pedalate. Non ho mai avuto grossi problemi, qualche inconveniente, talvolta c’è, ma va messo in conto, fanno parte del viaggio.
    Ovviamente anch’io vorrei un servizio treno+bici migliore, per intanto prendo quel che c’è.
    Torno ora da un cicloviaggio in Sardegna, con famiglia classica, 2 adulti e 2 due ragazzini. Per raggiungere Olbia ho preso quattro treni e una nave, idem al ritorno. E’ stata un viaggio, un vero viaggio, una bellissima avventura.
    Chi sceglie la bici sceglie una vita in salita…

    con simpatia
    Francesco

  2. Avatar Nicola ha detto:

    Oltre tutte le limitazioni e le regole inutili vorrei far notare anche una cosa, mettiamo che smonti la bici e la riponga nella sacca, arrivato a destinazione la sacca la butto?
    Considerando le dimensioni non si può mica viaggiare in bici con la sacca a seguito.

    Che diavolo ci vuole ad allestire un vagone con 2 ganci per appenderle?
    Hanno vagoni sgangherati, con sediolini distrutti e puzzolenti, metteteci 2 ganci sulle pareti e hanno risolto.

    Ho fatto una vacanza in bicicletta, proprio perchè in italia facciamo schifo, ho preso 0 mezzi, sempre a pedalare.

  3. Avatar Nicola ha detto:

    Ho ancora vivido il ricordo della mia prima vacanza completamente in bici (poiché da quel viaggio decidemmo che l’auto, sostanzialmente, oltre ad essere più economica, era anche più pratica…): dalla nostra città all’isola d’Elba, usando il treno fino a Piombino e ritorno.
    Fu proprio il ritorno a farci pensare che c’era qualcosa che non andava, escludendo tutte le tribolazioni per i treni con vagone apposito e le coincidenze: vagone completamente deserto – se si escludono le nostre (5) mtb, noi ed un signore anziano che ci osservava come se stessimo per ucciderlo -, passa il controllore che con aria assai poco amichevole ci chiede “sono vostre quelle biciclette?”, già questo ci fece capire che aria tirava, visto che si era in sei su tutto il vagone e di certo l’anziano signore non ce lo vedevo a fare percorsi impervi con ben 5 mtb… Comunque, dopo aver risposto e avergli fatto vedere i 10 biglietti se ne esce con un “certo che io non vi capisco, volete anda’ a giro in bici, e poi prendete il treno, allora non portate le bici che ingombrano e rompono le scatole!”, alla nostra modesta osservazione che quell’ingombro il biglietto lo pagava, a differenza delle enormi valige che la gente di solito si porta, ha dato la ribadita “e allora usatele quelle bici! invece di usare il treno andate in bici, scansafatiche!”
    Ed in tutto ciò il commento lapidario del vecchio signore: “io ve le butterei dal vagone!”

    Da quel momento abbiano iniziato a risparmiare muovendoci sempre in macchina con le bici appresso, perché, per la cronaca, visto il costo dei treni in Italia, viaggiare (e dividere) in 5 in auto costa molto meno che usare il treno, oltre al fatto che nessuno si lamenta di quello che facciamo, nonostante si stia (in teoria) inquinando maggiormente l’ambiente.

    Come al solito, oltre alle istituzioni, a dover cambiare è soprattutto la testa della gente… sono passati sette anni da quella estate e mi auguro che le cose siano un po’ cambiate, ma purtroppo non ne sono così sicuro…

    Nicola

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