Nota della redazione: ripubblichiamo questo articolo del luglio 2015 in occasione dell’annuncio da parte di Acquedotto Pugliese S.p.A. che, a causa di un Regio Decreto del 1904, le strade di servizio dell’Acquedotto non possono essere aperte ai cicloturisti. Purtroppo, sembra che ci avevamo visto giusto. Per maggiori informazioni clicca qui
Mentre la nostra richiesta di completamento della Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese raggiungeva il tetto delle 10.000 firme, l’assessore ai trasporti della Regione Puglia, Giovanni Giannini, ci ha fatto pervenire non proprio una risposta, ma quantomeno una nota relativa allo stato attuale del progetto.
Eccola:
In buona sostanza la proposta della nostra testata e del Coordinamento dal Basso per la Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese non è stata neppure presa in considerazione evidenziando, piuttosto, come la Regione stia invece ritenendo di procedere nel miglior modo possibile, in particolare, quando recita:
il Piano Attuativo 2015-2019 del Piano Regionale dei Trasporti ha già previsto tra gli interventi da realizzare entro il 2020, il completamento della ciclovia fino a Grottaglie, da un lato, e la realizzazione della stessa fino a Gioia del Colle, dall’altro lato, con la possibilità di realizzare un collegamento ciclabile fino a Matera, capitale europea della Cultura
Tradotto in soldoni, la Regione conta di impiegare 5 anni per realizzare un tratto di ciclabile di circa 50 km. Aggiungendo i 10 km già realizzati nel corso dello stesso anno, fanno 60 km in 6 anni e, magari, estendere il collegamento fino a Matera.
Considerando che l’intero canale dell’acquedotto è di 450 km, questo significa che, alla velocità di 10 km all’anno, occorreranno 45 anni per completare l’intero tracciato e, se tutto andrà bene, i cicloturisti tedeschi che in primavera e autunno cercano località baciate dal sole per pedalare, dovranno aspettare il 2060 che, d’altronde, è nulla rispetto all’eternità.
Insomma, alla storia sarà consegnata una Regione che è stata in grado di costruire l’acquedotto più grande d’Europa in una ventina d’anni, ma che ha avuto bisogno del doppio del tempo per realizzare una stradina che vi passi accanto sfruttando percorsi che già esistono e che devono solamente essere raccordati tra loro. Percorsi che già esistono, come i 40 km in fase di realizzazione nel Salento, ma che non sono neppure menzionati nella nota dell’Assessore Giannini.
Noi, ovviamente, non possiamo dirci soddisfatti della risposta, perché non siamo disposti ad accettare che, mentre la Lombardia (una delle regioni più inquinate d’Europa e con il più alto tasso di consumo di territorio) pianifica 300 km di ciclabili a scopo turistico, la meravigliosa Puglia faccia pianificazione con tempi biblici marcando ulteriormente la differenza tra il nord e il sud d’Italia, persino nel turismo.
Per questo, da oggi assoceremo alla petizione online, una raccolta firme in cartaceo. Utilizzeremo lo spazio a nostra disposizione alla fiera di CosmoBike dall’11 al 14 settembre (Padiglione 5, stand E6-2) a Verona per aumentare il numero delle firme raccolte che presenteremo all’Assessore ai primi di ottobre, assieme agli amici del Coordinamento dal Basso per la Ciclovia dell’Acquedotto e a tutti i portatori di interessi che vorranno confrontarsi sul futuro di questa indispensabile opera infrastrutturale.
Chiunque volesse aiutarci nell’opera di raccolta firme durante fiere, sagre o manifestazioni di vario tipo, può scaricare il modulo qui: click
Se ancora non avete firmato la petizione online, potete farlo qui: change.org/acquedotto
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