Bici rubate: come fermare l’epidemia?

Per chi usa la bici tutti i giorni l’estate è sinonimo di libertà, strade silenziose, traffico più calmo e tollerante e tante più persone in bici. Purtroppo però l’estate è anche la stagione dei furti. Le città deserte per le ferie sono lo scenario ideale per i ladri di bici, che trasferiscono la loro attività dalla strada ai cortili, sventrando, all’occorrenza, anche cantine e garage. Le bici vengono rivendute in strada a coloro i quali – pur di risparmiare qualche decina di euro – preferiscono comprare un mezzo rubato. Le bici migliori finiscono sui siti di annunci online, dove è ancora più difficile immaginare la provenienza, a meno di non richiedere al venditore la sottoscrizione di un modulo di cessione tra privati. Sempre più persone vanno in bici, e i furti aumentano esponenzialmente alle richieste del mercato. Le forze dell’ordine non affrontano adeguatamente il problema, e in molti preferiscono non denunciare il furto. Si apre un circolo vizioso.

Furto_bicicletta_Bologna_protocollo_antifurti_bici

Perché è così difficile combattere questa piaga? Secondo Fulvio Nigrelli di ANCMA – Associazione Nazionale Ciclo Motori e Accessori: «Una bicicletta è paragonabile ad un paio di occhiali, sono entrambi beni mobili non identificabili. Chiunque la possieda ne detiene la proprietà, per cui dimostrare inequivocabilmente il furto di un mezzo è quasi impossibile».

ANCMA rappresenta il settore che ogni anno subisce un danno di 100 milioni di euro (dati ANCMA 2015) per furti nei negozi e mancato acquisto. Per Nigrelli l’unico modo frenare il problema è individuare un sistema di identificazione associato a un registro nazionale, dove tutti i sistemi già esistenti possano trovare una collocazione virtuale. In questo modo per le forze dell’ordine sarebbe molto più semplice ritrovare le bici denunciate.

Ed è proprio in questa direzione che va la proposta di legge presentata da Lorenzo Andraghetti e Paolo Bernini del Movimento 5 Stelle, che chiede di istituire l’installazione obbligatoria su ogni bici di un microchip passivo RFID, in modo da rendere inequivocabile la proprietà. Il sistema è simile a quello che viene utilizzato con successo per il riconoscimento di cani e gatti domestici. Andraghetti illustra il funzionamento di questo sistema: «Il diritto alla mobilità sostenibile viene leso ogni giorno dai numerosi ed impuniti furti di biciclette. Il furto di bici è uno dei pochi reati in crescita. La legge sul furto di biclette da noi proposta (M5S) nasce per dare uno strumento alle forze dell`ordine per riconsegnare al legittimo proprietario le biciclette rubate che vengono in seguito abbandonate (circa il 30%). Una legge che rendesse obbligatorio questo sistema su tutte le nuove bici che vengono acquistate, permetterebbe di recuperare una bici rubata in ogni città d’Italia grazie a un database collegato in rete consultabile dalle forze dell’ordine direttamente al momento del controllo».  
 

Il caso di Bologna

Nelle maggiori città, con grande flusso di studenti universitari e pendolari, il fenomeno assume dimensioni preoccupanti: è il caso della città di Bologna, in cui i furti sono così tanti da aver spinto i ciclisti urbani a creare un gruppo FB per segnalare le proprie bici rubate, che non di rado vengono ritrovate o comunque rese invendibili.

Proprio per arginare il problema del furto, sta nascendo a Bologna anche una delle prime velostazioni italiane di nuova generazione, proprio di fronte alla Stazione Centrale, con l’obbiettivo di garantire un parcheggio sicuro almeno a pendolari e turisti. Aprirà il 25 settembre con il nome di «Dynamo». Non solo un parcheggio custodito e poco più, come a Firenze, Milano o Brescia, ma un vero e proprio hub della cultura a pedali, con eventi, percorsi di formazione e servizi per il turismo: «Il fenomeno del furto è anche una questione di cultura, quindi bisogna lavorare sui servizi ma soprattutto sulla formazione dell’utente. Molti nuovi ciclisti urbani non sanno neppure come legare correttamente la bici o come comportarsi in caso di furto. Non realizzano il danno fatto con l’acquisto di una bici rubata. Dynamo nasce per aiutare il ciclista in ogni sua necessità e per renderlo consapevole», ci spiega Federico Fasol, uno dei fondatori.

L’amministrazione della città però non si è limitata a favorire l’iniziativa dei privati, ma si è schierata in prima fila nella lotta al furto di bici, anche con misure eccezionali come il protocollo d’intesa stilato tra Comune, Consulta della Bicicletta e Prefetto di Bologna, il primo nel suo genere.

Il protocollo stabilisce iniziative da parte di ogni sottoscrittore: da eventi di sensibilizzazione contro l’acquisto di bici rubate per le associazioni della Consulta, all’istituzione di un modello semplificato di denuncia da parte della Prefettura, con possibilità di svolgere una parte della pratica direttamente online, per risparmiare tempo. Sui risultati, occorrerà verificare nel tempo la bontà dell’iniziativa.

Di tutto questo si parlerà sabato 12 settembre al CosmoBike Mobility di Verona, nel corso della sessione «Il contrasto al furto di bici» in apertura della giornata.

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Commenti

  1. Avatar Sauro ha detto:

    Condivido pienamente quanto sopra. Recentemente ho visto che è stato presentato un nuovo sensore GPS piccolo e relativamente economico che si chiama Sherlock, prodotto da una startup con base a Torino. Speriamo che con quello si possa contribuire ad arginare il problema. Anche se dubito che in mancanza di azioni politiche SERIE volte a un maggior controllo del territorio, si possa risolvere qualcosa. Al contrario negli ultimi anni ci sono sempre meno uomini e risorse destinati a questo scopo.

  2. Avatar Alex ha detto:

    Come si diceva, a Milano ad esempio un immigrato gestiva un negozio di bici rubate gentilmente concesso dal comune… come sempre in Italia la situazione è grave, ma non seria!
    http://www.ilgiornale.it/news/milano/bici-rubate-ai-milanesi-erano-nel-negozio-comune-1169329.html

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