Il giro della Sicilia in bicicletta

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Mi chiamo Giovanni Guarneri, ho 39 anni e vivo a Palermo. Dopo un normale turno di lavoro, il venerdì 29 gennaio 2016, passo dalla Presidenza perchè mi viene detto che ci sono delle novità. Dopo pochi minuti mi ritrovo sulla solita strada verso casa, solo che in mano ho una lettera che fra i vari bla-bla-bla del caso, contiene la frase “licenziato per riduzione del personale”.

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Mille pensieri, mille dubbi, tante storie che ho sentito di gente in stato di disoccupazione cronica e la consapevolezza che, in un paese come l’Italia, perdere il lavoro può essere un dramma. Sabato e domenica ne parlo con gli amici ed i parenti. Il lunedì espleto le varie incombenze burocratiche e tornato a casa penso a quello che devo fare. Sono ciclista per diletto, mai fatto agonismo, non ho l’auto e uso… usavo la bici tutti i giorni per andare al lavoro, fare la spesa, qualche piccola gita fuori porta con mia moglie e un allenamento leggero quando mi è possibile.

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Però ho un grande ed unico sogno: viaggiare in bici, di quei viaggi che leggi sui blog o senti al tg. Ma vivo su un’Isola, sicuramente la più grande del Mediterraneo, ma sempre Isola è, e le strade vanno sempre dalla stessa parte. Cosa potevo fare? Libero, senza più impegni, senza il cartellino da timbrare, senza clienti da servire, durante l’inverno più caldo di sempre… beh: il giro dell’Isola! Giusto il tempo di preparare i borsoni da viaggio e il martedì, di buon mattino, ero già in sella alla bici. Tre strade da percorrere, SS113, SS114, SS115, per un totale di circa 1.000 km; un obiettivo: percorrerli in 7 giorni. Sono riuscito a farlo con due tappe da circa 170 km, due da circa 140 km, e tre da circa 120km.

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Non ho avuto molto tempo per visitare le città che ho incontrato, né per scattare molte foto. La maggior parte dei miei pasti è stata a base di mandorle, crackers e mango disidratato. Non avendo un allenamento specifico ho dovuto abituarmi al dolore al fondoschiena e ho dovuto lottare con me stesso per non mollare. In più di un’occasione ho pensato di prendere il treno per tornare a casa subito. Ma “subito” non è una parola che si addice a una bicicletta.

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Per certi versi è stata un’esperienza difficile per la quale non ero assolutamente preparato. Però, se in questo momento chiudo gli occhi e ripenso a quei sette giorni rivedo tutto, come se fossi appena partito: pedalare da solo in mezzo alla campagna, scoprire che dalla cima di un monte, dopo la salita, all’improvviso si vede l’Etna che fuma; sentire il rumore del mare sotto la scogliera quando hai fatto tardi e l’unica luce è quella della headlight; mangiare davanti al mare con i gabbiani che incuriositi si avvicinano per spillarti una briciola di pane; l’odore dell’asfalto bagnato; la rugiada di buon mattino e il freddo subito dopo il tramonto; percorrere una strada che nessuno percorre più e scoprire che ha dei panorami mozzafiato che un’autostrada non può avere; la cordialità dei tuoi conterranei che ti salutano da lontano e ti augurano buon viaggio; le salite che, prima o poi, si trasformano in discesa; riparare una gomma forata nel mezzo del nulla e sentire all’improvviso la voce di un contadino che ti chiede se hai bisogno di aiuto; la commozione e la nostalgia di essere assolutamente solo nel raggio di chilometri; un pianto improvviso e struggente quando, guardando i templi di Agrigento, ti rendi conto che loro hanno sopportato duemila anni di guai e tu solo qualche giorno.

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Questo è il bagaglio che ho riportato indietro a casa. Un bagaglio di emozioni che nessuno potrà mai togliermi, una fierezza dalla quale nessuno potrà mai licenziarmi. Un bagaglio pieno di speranza, pieno della consapevolezza che la felicità è dietro l’angolo di casa, ma anche un bagaglio pieno di voglia di viaggiare lontano, di non fermarmi più. La lezione che ho imparato è che essere ciclista non significa essere più veloce, più forte, più prestante o non cadere mai; essere ciclista significa innanzitutto rialzarsi subito dopo una caduta, rimettere il sedere sulla sella e arrivare dove devi arrivare, una pedalata dopo l’altra.

Per informazioni o suggerimenti sul giro di Sicilia in bicicletta Associazione Ciclabili Siciliane

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Commenti

  1. Avatar Mya ha detto:

    Grazie per la tua testimonianza. Ho già contattato il sito sulle Ciclabili Siciliane e sto cercando quale tipo di percorso sia adatto a me. Viaggio spesso in solitaria, e lo farei anche in questo caso. Il mio periodo è la seconda metà di settembre. Hai qualche consiglio?
    Grazie e complimenti

  2. Avatar francesco ha detto:

    BRAVISSIMO!!!
    Io sono di Treviso ma sono innamorato della Sicilia e dei siciliani…ho persino convinto mio padre a farci un giro di un paio di settimane ed è ritornato dopo quasi due mesi!!!
    Spero di tornare presto e farlo in bicicletta
    Un abbraccio e in bocca al lupo per tutto

  3. Avatar Pietro ha detto:

    Ciao siamo due amici di Verona e il 30 di questo mese partiamo da Catania diretti a Palermo in bicicletta, ci potresti consigliare il miglior tragitto per evitare strade trafficate e nello stesso tempo vicine alla costa? Grazie per i consigli , a presto

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