Una ciclopista per girare tutta l’Isola d’Elba in bicicletta

13 Ottobre 2016

Un intervento a basso impatto ambientale per recuperare le antiche vie, manutenere il territorio e destagionalizzare l’offerta turistica dell’Isola d’Elba. Sono questi tre dei principali obiettivi del progetto della Ciclopista Elbana stilato dall’Associazione di promozione sociale Elba 2020 Team, che pochi giorni fa ha presentato a Portoferraio un dettagliato documento per sviluppare questa infrastruttura leggera che sarebbe strategica in chiave cicloturistica ma anche di mobilità urbana, per collegare a pedali tra loro gli 8 Comuni Elbani.

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Il progetto è visionabile online e illustra con dovizia di particolari che cosa potrebbe diventare la Ciclopista Elbana, opera che rappresenta un’estensione della Ciclopista Tirrenica che darebbe all’Isola d’Elba un rinnovato appeal per le vacanze in bicicletta oltreché strade per migliorare e velocizzare gli spostamenti interni, lontano dal traffico. Percorsi di mobilità ciclistica urbana e un circuito turistico per collegare con bici da strada e/o mountain bike i punti di accesso all’Elba, cioè i porti e l’aeroporto, con tutte le sedi comunali e relative interconnessioni.

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Bikeitalia ha contattato Paolo Gasparri, presidente dell’Aps Elba 2020 Team, per avere qualche informazione in più sul progetto, scoprendo che l’idea di realizzarlo è nata dopo una vacanza in bicicletta in Valle d’Itria, in Puglia: un territorio in cui la presenza di cicloturisti è favorita dal clima mite e dalla facilità di spostarsi a pedali tra un punto d’interesse e l’altro. A maggior ragione su un’Isola, seppur grande come l’Elba, una rete di ciclabili interconnesse tra loro renderebbe facilmente raggiungibili in bicicletta gli otto Comuni e migliorerebbe la viabilità.

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Per il momento si tratta soltanto di un’idea che potrebbe essere sviluppata in sinergia con diversi soggetti – Regione Toscana, Ente Parco nazionale dell’Arcipelago Toscano, Provincia di Livorno – tra cui naturalmente i Comuni su cui insisteranno i tratti di Ciclopista “che sarà costituita prevalentemente da strade bianche”, come sottolinea Gasparri: meno impattanti sul territorio rispetto all’asfalto e più facili da manutenere. Nelle aree urbane la pista sarebbe su sede separata; mista ciclo/auto sui tratti urbani e extraurbani con velocità limitata a 30 km/h; mista ciclo/pedonale in aree extraurbane.

Un altro aspetto da tenere in considerazione è quello legato alla mobilità urbana perché – strano a dirsi – anche su un’Isola come l’Elba alcune zone sono trafficate: è il caso del Comune di Portoferraio, il più grande, dove una struttura ciclabile sarebbe un buon incentivo per far circolare meno auto. Inoltre l’obiettivo è di moderare la velocità dei mezzi a motore a 30 km/h nei tratti in compresenza con le bici, per aumentare la sicurezza di tutti.

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Il progetto guarda al futuro ma si basa sulla viabilità del passato, come spiega Gasparri: “La proposta della rete dei percorsi si basa fondamentalmente sull’utilizzo delle strade storiche pubbliche rilevate dal catasto leopoldino del 1848 e dal catasto moderno. La Ciclopista Elbana intende ricostruire la rete dei percorsi storici che collegavano i comuni dell’Elba prima della realizzazione delle attuali strade provinciali”.

Un disegno ambizioso che potrebbe essere realizzato in un’ottica di recupero del territorio e sviluppo della mobilità senz’auto, con l’implementazione di servizi come ciclofficine, aree ristoro e parcheggi dedicati: una ciclopista attrezzata per poter girare tutta l’Isola d’Elba in bicicletta.

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