Le corsie ciclabili possono rappresentare un bel vantaggio per chi pedala in città, ma possono anche essere luoghi di incidenti nella cosiddetta “zona porta”, quella in cui vengono aperte le portiere delle auto parcheggiate ai bordi del percorso riservato alle biciclette.
Sul lungo periodo le città avranno necessità di continuare a progettare soluzioni per ospitare un numero sempre maggiore di ciclisti, ma intanto i conducenti potrebbero già mettere in pratica un semplice comportamento per cercare di minimizzare gli incidenti quando aprono la portiera per scendere dall’auto.
Il fenomeno dei ciclisti colpiti dalla portiera di un’automobile, negli Usa, è così comune che viene indicata con un termine: dooring. Secondo uno studio realizzato a Chicago, 1 incidente in bicicletta su 5 ha a che fare con l’apertura improvvisa delle portiere e in totale si registra in media un caso di “dooring” al giorno a Chicago.
Una possibile soluzione – studiata e portata all’attenzione dei mass media dal medico in pensione Michael Charney – viene praticata da decenni nei Paesi Bassi, dove nelle scuole guida insegnano a chi deve prendere la patente come fare per ridurre drasticamente il rischio di dooring. In Olanda questo comportamento rappresenta semplicemente il modo più sicuro per aprire una portiera ed è infatti noto come “Dutch Reach”.
Come funziona? Si tratta di una soluzione molto semplice e intuitiva: fondamentalmente invece di usare la mano sinistra per aprire la portiera il guidatore la deve aprire con la destra e, nel compiere questo gesto, viene portato a girare naturalmente la testa verso il finestrino per vedere se sopraggiunge qualcuno in bicicletta. Quando il dottor Charney ha scoperto questa “apertura della portiera all’olandese” si è incuriosito e ha iniziato a sensibilizzare l’opinione pubblica degli Stati Uniti sul tema. Una soluzione economica che potrebbe ridurre drasticamente gli incidenti quotidiani legati al dooring.
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