“Lo ribadisco: ci sono troppe auto a Parigi. Meno auto = meno inquinamento”.
Non lo ha detto qualche sfegatato ambientalista, ma il sindaco di Parigi, Anne Hidalgo a mezzo Twitter:
Je le redis simplement : il y a trop de voitures à Paris. Moins de voitures = moins de pollution. #En2017
— Anne Hidalgo (@Anne_Hidalgo) 6 gennaio 2017
Chiunque abbia visitato la capitale francese sa che la cosa è assolutamente vera: muoversi in auto a Parigi è un incubo che non si augurerebbe a nessuno. Ma la situazione della ville lumiere non è diversa da quella delle città italiane dove, però, i sindaci nostrani si guardano bene dal pronunciare parole simili e di mettere in atto politiche conseguenti.
La Hidalgo ha infatti annunciato in un’intervista al Journal du Dimanche di voler “dimezzare il numero di auto private a Parigi” e di avviare un processo di “riconquista dello spazio” a favore di pedoni, ciclisti e altri mezzi di trasporto non inquinanti. Un km intero di strada lungo la Senna tra Place de la Concorde e Pont Royal è quindi destinato alla chiusura al traffico, unitamente alla riduzione del traffico di un asse est-ovest della città. Per dirla con il sindaco parigino: “l’idea è quella di muoversi passo passo verso una pedonalizzazione di tutto il centro storico”.
Mentre la Hidalgo fa sentire a chiare lettere la propria volontà di modificare il sistema di trasporto cittadino, da questa parte delle Alpi, dove si registra la più grande concentrazione di inquinanti in Europa, tutto continua business as usual.
Intanto la ricerca scientifica riporta in modo inequivocabile che i gas di scarico delle autovetture, oltre a causare danni al sistema respiratorio, sono causa di malattie mentali nei bambini e possono portare a mutazioni del DNA, eppure sembra che il problema riguardi esclusivamente i privati cittadini perché i politici italiani si comportano come se tutto ciò non fosse di loro competenza.
La politica nostrana preferisce far finta che vada tutto bene, anche se gli effetti dei cambiamenti climatici sono sotto gli occhi di tutti (stiamo vivendo l’inverno più caldo del secolo), anche se l’aria nel nord Italia è a malapena respirabile, anche se l’inquinamento in Italia causa ogni anno 90 mila morti. La politica italiana preferisce proporre misure ridicole come quelle varate lo scorso anno e che non hanno portato risultati, perché la politica preferisce trattare questioni di bassa cucina da dare in pasto all’opinione pubblica che almeno può tenersi occupata con il tema dei migranti con lo smartphone, dei rimborsi elettorali o con la paura del terrorismo islamico, il tutto mentre condivide la propria indignazione con la mano destra sul cellulare e la mano sinistra sul volante.
Nel frattempo l’Europa cambia correndo ai ripari per far fronte alle grandi sfide del millennio in corso. Solo che per cambiare ci vuole coraggio e visione, mentre i nostri sindaci (con le dovute, pochissime eccezioni) sembra che più che avere a cuore la salute dei propri cittadini (che andrebbero costretti a modificare i propri stili di vita per tutelare le generazioni future) siano interessati a tutelare la propria popolarità e la propria carriera politica e quindi cercano di non scontentare nessuno.
E mentre il sindaco di Parigi mette mano alla città per trasformarla, i sindaci delle città italiane che possono vantare i punti più rossi in assoluto sulla mappa d’Europa, passano il tempo a tagliare nastri, pontificare e ad amministrare la città in perfetta continuità con il passato e infatti le vendite di automobili in Italia continuano ad aumentare.
Ma vuoi mettere? Loro avranno pure l’aria più pulita della nostra, ma noi abbiamo il piacere della guida.
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