L’Italia è un paese meraviglioso: basta mettere il dito a caso sulla cartina geografica per scoprire chiese, borghi, castelli, ville o parchi del tutto inimitabili. Questo patrimonio artistico, culturale e naturalistico ha bisogno di essere valorizzato, ma i grand tour dei tour operator tendono a ignorare queste località a favore dell’arcinoto triangolo Roma-Firenze-Venezia lasciando agli altri solo le briciole nel saturatissimo mese di agosto. La soluzione, per fortuna, esiste ed è alla portata di tutti: è il cicloturismo.
Ecco quindi 10 buone ragioni per investire subito in questo segmento di mercato.
1. È un segmento in rapido sviluppo
La bicicletta è la moda del momento e il nostro paese è considerato a livello mondiale la culla del ciclismo. Gli stranieri sbavano all’idea di ripercorrere le strade del Giro d’Italia, del Giro di Lombardia, della Milano-Sanremo o dell’Eroica. Se c’è una domanda crescente, non presentare un’offerta opportuna sarebbe da sciocchi.
2. Il governo e le regioni ci credono.
Lo stato centrale con le ultime due leggi di stabilità ha messo sul piatto 370 milioni di euro e le regioni contano di alzare la posta fino a 700 milioni per trasformare il cicloturismo in uno dei driver economici dell’Italia
3. Redistribuzione
Il cicloturismo spalma soldi lungo tutto il territorio che lo attraversa perché il cicloturista ha bisogno di una pausa ogni pochi km. L’esatto contrario del turismo parassita di chi visita ma non spende.
4. Destagionalizzazione
Il cicloturismo si pratica al meglio quando il tempo non è né troppo caldo, né troppo freddo, ovvero in quella che viene comunemente chiamata “bassa stagione”. Perché non prolungare l’attività delle strutture turistiche anche al di fuori dell’estate? In questo modo l’isola di Mallorca genera ogni anno 150 milioni di euro di indotto.
5. I cicloturisti spendono di più e meglio
Chi non ha un’auto da mantenere non deve spendere soldi per la benzina e dopo aver faticato per tutto il giorno sicuramente non vuole privarsi del piacere della buona tavola o di un letto confortevole. Secondo uno studio dell’università del Montana, i cicloturisti spendono una media di 79 $ al giorno, contro una media quotidiana di 58,24 $ per chi si sposta in auto.
6. Il cicloturismo richiede investimenti minimi
Per attrarre i cicloturisti non servono campi da golf, porticcioli o autostrade, è sufficiente una ciclabile ben segnalata o, come dimostra il caso dell’Eroica in Toscana, delle strade bianche sempre in perfetto stato di manutenzione. Anche per gli albergatori bastano poche attenzioni per rendersi interessanti per chi pedala.
7. Il cicloturismo attira gli stranieri
Il più grande mercato mondiale è la Germania dove 5,7 milioni di persone praticano il cicloturismo come modalità di interpretare le proprie vacanze. In uno scenario di instabilità internazionale, l’Italia può essere un’alternativa sicura, bellissima e a portata di mano per tutti loro. E poi ci sono gli Olandesi, gli Austriaci, i Danesi, i Francesi, i Belgi…
8. Il cicloturismo valorizza i piccoli centri
Poiché i cicloturisti prediligono ciclabili e strade poco trafficate si ritrovano spesso a passare per località ignorate dal turismo di massa. I piccoli centri diventano quindi delle piccole oasi per riposarsi un po’ e rifocillarsi.
9. Il cicloturismo rispetta l’ambiente e tutela il paesaggio
La costruzione di ciclovie ha un impatto minimo sul paesaggio e sul territorio. Chi si sposta in bicicletta, poi, non crea traffico e non inquina.
10. I cicloturisti sono simpatici
Questo è perché chi pedala produce endorfine, un neurotrasmettitore che porta le persone a un senso di benessere e quindi a sorridere. Non sarebbe un mondo migliore se tutti sorridessero di più?
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Bisogna crederci ….spero che ci sia in mezzo ai politici qualche mente illuminata che abbia a cuore il tema ..importantissimo